sabato 30 dicembre 2006

ATTIVITA' AGONISTICA 2006

ELENCO PREMIATI ATTIVITA' AGONISTICA 2006


CUCCHI G. PAOLO
CLUB AZZURRO DI PESCA AL COLPO DISABILI
3° CLASS AL MONDIALE DI PESCA AL COLPO DISABILI








BIANCHI ALESSANDRO CLUB AZZURRO SPERANZE
MONTANARI ALESSANDRO CLUB AZZURRO GIOVANI
GIROMETTI IVAN CLUB AZZURRO GIOVANI
PAGANELLI STEFANO 1° CLASSIFICATO AL CAMP. ITAL. DI PESCA IN FIUME
FERRI MANUEL 1° CLASSIFICATO AL CAMP. ITAL. CARPA

RICONOSCIMENTI
DARDANELLI GILBERTO UNA VITA PER LA SEZIONE

CAMP. PROV.LE CAT. PIERINI
1 Magnani Daniele Club Pescatori

CAMP.PROV.LE CAT. GIOVANI
1 Girometti Ivan Amo Santarc.
2 Montanari Alessandro Amo Santarc.
3 Caminati Marco G.P.S.
4 Magnani Marco Club Pescatori

CAMP. PROV.LE CAT. SPERANZE
1 Bianchi Alessandro Amo Santarc.
2 Vestolani Luca Valloni
3 Santarelli Filippo G.P.S.

CAMP. PROV.LE PER SOCIETA’
1 Le Aquile
2 Club Pescatori
3 GPS Santarcangelo

CAMP. PROV.LE INDIVIDUALE
1 Grossi Daniel G.P.S. SANTARCANGELO (TRABUCCO)
2 Camerani Stefano CLUB PESCATORI COLMI
3 Valbruccioli Massimo A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
4 Colletto Roberto A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
5 Coveri Mauro G.S.VALLONI

CAMP. PROV.LE ROUBASIENNE INDIVIDUALE
1 Bersani Valerio Rubicone (Trabucco)
2 Monti Giancarlo C.Pescat. (Colmic)
3 Belletti Luigi Rubicone (Trabucco)
4 Graffieti Romeo Rubicone (Trabucco)
5 Colletto Roberto Aquile (COLMIC)

CAMP. PROV.LE ROUBASIENNE SQUADRE
1 Rubicone (Trabucco) (B)
2 C.Pescatori (Colmic)(A)
3 Aquile (COLMIC)(B)

CAMP. PROV.LE CARPA
1 RAGAZZINI FABIO LENZA FORLIVESE
2 TURCI LUIGI VALLE SAVIO
3 VESTOLANI LUCA GS VALLONI

TROFEO C.E.R. INDIVIDUALE ( in due prove nel Canale Emiliano Romagnolo)
1 MAGNANI DECIMO CLUB PESCATORI

CAMP. PROV.LE MASTER (OVER 55)
1 Serri Giancarlo L.Forliv.
2 Mazzoni Giancarlo Borellese (MILO)
3 Bartolucci Ermes C.Pescat. (Colmic)

MASTER FIUME
1 BURNAZZI CLAUDIO AQUILE
2 PELLACANI GIUSEPPE LENZA FORLIVESE
3 PIGNATELLO GIORGIO AQUILE
4 ANGELINI GABRIELE AQUILE
5 GALLETTI ANDREA AQUILE

TROFEO FIPSAS FIUME A SQUADRE
1 A.P.S. LE AQUILE (COLMIC) (A)
2 LENZA FORLIVESE (MAVER) (A)
3 A.P.S. LE AQUILE (COLMIC) (C)

TROFEO FIPSAS FIUME BOX
1 L.Forlivese (A) 9
2 Aquile (COLMIC) (A) 11
3 Aquile (COLMIC) (C) 12

TROFEO FIPSAS FIUME COPPIE E SQUADRE
1 Landini Pellacani L.Forliv.
2 Damiano Pignatello Aquile (COLMIC)
3 Burnazzi Galletti Aquile (COLMIC)

TORNEO A SQUADRE 5 VS 5 FIUME
1° LE AQUILE sq a
2° CANNISTI FAENTINI sq a
3° AMO FORLIVESE sq a

TROFEO FIPSAS FIUME INDIV.
1 Pellacani Giuseppe LENZA FORLIVESE MAVE (MAVER)
2 Angelini Gabriele A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
3 Ravaioli Jader LENZA FORLIVESE MAVE (MAVER)
4 Baroni Michele A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
5 Burnazzi Claudio A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
6 Landi Daniele LENZA FORLIVESE MAVE (MAVER)
7 Valli Claudio AMO FORLIVESE-TRAB (Trabucco)
8 Bazzocchi Lorenzo A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
9 Galletti Andrea A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
10 Di Rienzo Pasquale CLUB PESCATORI COLMI
11 Pignatello Giorgio A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
12 Casadei Maurizio CLUB PESCATORI COLMI
13 Di Trani Antonio LENZA FORLIVESE MAVER (MAVER)
14 Turci Leonardo PESCA SPORT GAMBETTO
15 Nori Lerio L.C.BORELLESE-MILO (MILO)
16 Cimatti Elio CLUB PESCATORI COLMIC
17 Liverani Alessandro A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
18 Amaducci Pier domenico P.S. CIVITELLA
19 Fabbri Cristian G.P.S. DELLA LENZA M
20 Rossi Walter POL. ASIOLI P.S. 4 P

TROFEO FIPSAS PROMOZIONALE INDIVIDUALE
1 Pacini Giuseppe A.S.S. AMO SANTARCA
2 Amadori Carlo Aquile (COLMIC)
3 Colli Carlo Amo Forlivese (Trabucco)
4 Rocchi Tino Aquile (COLMIC)
5 Guiducci Giancarlo Aquile (COLMIC)
6 Cantarelli Macario Aquile (COLMIC)

TROFEO FIPSAS PROMOZIONALE A SQUADRE
1 A.P.S. LE AQUILE (COLMIC) (A)
2 A.P.S. LE AQUILE (COLMIC) (B)
3 A.S.S. AMO SANTARCANGIOLESE MAVER (A)

TROFEO FIPSAS PROMOZIONALE A BOX
1 A.P.S. LE AQUILE (COLMIC) (C)
2 A.S.D. CITTA' DEL RUBICONE (TRABUCCO) (A)
3 APS LENZA SAMMARTINESE (TRABUCCO) (A)

TROFEO FIPSAS PROMOZIONALE A COPPIE
1 Rossi Roberto Sternini Luciano A.P.S.LE AQUILE-COLM (COLMIC)
2 Ricci Gianluca Flamini Luca CANNISTI FORLIMPOPOL
3 Betti Stefano Montanari Marco APS LENZA SAMMARTINE (TRABUCCO)

TROFEO FIPSAS LAGHETTI SQUADRE
1 G.P.S. SANTARCANGELO (A)
2 A.S.S. AMO SANTARCANGIOLESE MAVER (A)
3 G.P.S. SANTARCANGELO (B)

TROFEO FIPSAS LAGHETTI INDIVIDUALE
1 Zavoli Oscar G.P.S. SANTARCANGELO
2 Ragazzini Fabio LENZA FORLIVESE ARTICO
3 Manuzzi Luciano A.S.S. AMO SANTARCANGIOLESE
4 Grossi Daniel G.P.S. SANTARCANGELO
5 Monti Giancarlo CLUB PESCATORI COLMIC
6 Guerrino Primo A.S.S. AMO SANTARCANGIOLESE
7 Vestolani Luca G.S.VALLONI
8 Ugolini Giorgio G.P.S. SANTARCANGELO
9 Bartolucci Ermes CLUB PESCATORI COLMIC
10 Camerani Stefano CLUB PESCATORI COLMIC

domenica 24 dicembre 2006

GARA DI PESCA SOTTO L'ALBERO DI NATALE


MARCHI DANIELE IN AZIONE DI PESCA



Lago del Pino
GARA DI PESCA SOTTO L’ALBERO DI NATALE








Tutta l’attrezzatura da pesca è stivata all’interno della mia Station Wagon.
La giornata che sta per levarsi, in questa vigilia di Natale 2006, sembra delle migliori.
Il cielo è pulito senza nuvole e le stelle, pur essendo ancora mattino, si contano facilmente.
Una veloce colazione e via l’auto è già in direzione di Forlì; obiettivo lago del Pino.
Là mi aspettano gli amici per una gara di pesca con premi culinari (prosciutti e salami).
La gara è a coppie e per l’occasione pesco con Marchi Daniele di Savignano sul Rubicone: garista che pesca con una Società di San Donà di Piave.
Arrivato sul posto di buon ora non riesco ad uscire dall’auto perché il freddo è tagliente.
Prendo coraggio, mi vesto in modo adeguato, ed esco per i sorteggi dei posti pesca.
I picchetti più pescosi del lago sono due e sicuramente coloro che vi andranno a pescare per sorteggio saranno già a metà dell’opera per la vittoria finale.
Nella pesca, infatti, non conta solo la bravura del pescatore, che quasi sempre può fare la differenza in situazioni difficili, ma anche la fortuna che quasi sempre si manifesta o con il posto per l’appunto o con la cattura di qualche pesce di peso notevole.
Purtroppo nei due posti vincenti ci vanno due coppie che nella vita di garista si sono distinti tutt’altro che per la fortuna: da una parte Amadori e Galeotti di Forlì e dall’altra Facibeni e Piscaglia di Savignano.
Io e Marchi siamo rilegati in due picchetti in un angolo del lago; una zona poco sfruttata per le gare.
Tutti sono intenti alla preparazione dell’attrezzatura che per noi garisti, è come un rito maniacale.
Do un’occhiata all’acqua e si presenta pulita e di una calma piatta senza vento.
Decido quindi di montare lenze leggere, apro quattro punte da roubasienne; due le monto con galleggiante da 0,75 grammi e altre due con galleggiante da 0,40 grammi di peso.
La taratura di questi è esasperata, le antenne segnaletiche colorate pelano l’acqua della serie vedo non vedo.
Amo del n° 20 serie 247 innescato con due bigattini bianchi e decido di partire appoggiato almeno tre dita con la lenza sul fondo del lago.
Il fondale davanti a me è omogeneo quindi non devo sfruttare avvallamenti o piccole buche che sarebbero state determinanti poichè in questo periodo dell’anno il pesce tende sempre ad ammucchiarsi nelle profondità più estreme.
Parte la gara e inizia la pasturazione di richiamo del pesce con piccole fiondate di bigattini sfusi e piccole quantità di mais sulla distanza di dodici metri di canna.
Passano i minuti ma il galleggiante non affonda a differenza dei pescatori vicini di postazione che da subito inanellano catture su catture di carassi e carpette di piccola taglia.
Se il buon giorno si vede dal mattino, mi dico, il mio si presenta molto triste.
Non c’è pesce!
Giro le esche, cambio le lenze, sposto le piombature, tolgo acqua alla lenza e la rimetto ma niente. Alla fine della gara sono pochi i pesci che riescono ad entrare nella mia nassa che insieme a quelli catturati da Daniele e non si va oltre i 2,5 kg di pescato.
Non si va a premio, pazienza, d’altra parte il posto non era proprio dei migliori.
A fine gara arrivano i responsi finali: la mia zona viene vinta dalla coppia Amadori e Galeotti di Forlì, confermando i miei pronostici della mattina, mentre nell’altra zona vincono due amici della mia stessa Società GPS Santarcangelo, Zavoli e Brolli, con 5 kg. di pesce pescato.
La coppia Piscaglia e Facibeni, per la quale avevo previsto la vittoria certa considerando il picchetto avuto in dote dalla fortuna, si piazza soltanto al secondo posto.
Tutto sommato una gara soddisfacente che nonostante la rigida temperatura di questa vigilia di Natale 2006 ha regalato ai pescatori presenti una mattinata di emozioni grazie alle tante affondate del galleggiante!

lunedì 18 dicembre 2006

COME PESCARE LE TROTE IN LAGHETTO


Cesena 18-12-2006: LA POSTA DEI LETTORI

Vorrei rispondere a Denis Fellini, un ragazzo di Cesena appassionato di pesca che mi ha posto delle domande inviandomi una mail a questo indirizzo: scarponi.a@alice.it

Domanda:
Buongiorno Sig. Scarponi,
mi chiamo Denis e pratico la pesca alla trota nei laghi da alcuni anni.
Devo dire che è uno sport stupendo! Le scrivo per chiederle un consiglio riguardo alla pesca di trote di grossa taglia. Nei laghetti che frequento in questo periodo, oltre a rilasciare le solite trote di taglia normale, immettono anche diverse trote di taglia che vanno dai 2 ai 5 Kg. di peso.
In tutta sincerità la soddisfazione di avere in canna una trota così non è da tutti i giorni per non dire mai nel caso mio. Quello che vorrei sapere è se trote del genere si comportano o muovono in modo diverso dalle altre nel gruppo e quindi il fatto di prenderle all'amo è quasi casuale, oppure vanno ricercate in modo diverso e se così fosse in che modo? Spero di non aver fatto troppe domande, ma era un dubbio troppo grande che ho.
Attendo una sua risposta. Saluti e grazie Denis Fellini di Cesena

Risposta:
Ciao Denis,
intanto preferirei avere del "tu". Altrimenti mi fai sentire troppo vecchio.
Per insidiare e catturare grosse trote, è proprio vero, ci vuole fortuna. Non solo fortuna ovviamente ma, in maniera preponderante. Se ci fai caso, sono quasi sempre i soliti pescatori i "fortunelli" cioè quelli che pescano in maniera statica o comunque, lenta. Almeno questo è quel che succede nei laghi da me frequentati dove, d'abitune, vengono immesse trote dai 2 ai 6 chili.
Su 10 trote grosse che possono uscire in un giorno: 2 sono prese da garisti e 8 da amatori. Perché?
Perché la trota grossa è più lenta della piccola e perché la trota grossa, di solito, sta più in profondità. In un ipotetico banco di trote grosse e piccole, le piccole stanno in alto e le grosse in basso e le piccole, le prime ad abboccare. Ecco perché chi pesca a striscio cattura di più di chi pesca col galleggiante o col piombo appoggiato al fondo o con le bombarde (ballerine) da superficie.
Altro particolare importante è l'uso della pastella come innesco.
Con la pastella è più facile arrivare alla trota grossa. Sarà per le maggiori dimensioni del boccone, sarà per il fatto che in acqua galleggia, sarà perché, sciogliendosi, diffonde odori e sapori ... di fatto, è quel che succede: la maggior parte delle trote grosse sono catturate con la pastella (bianca o tricolore).
Il consiglio perciò, che io ti posso dare caro Denis, è di non farci la malattia. Pesca come sai o come più ti aggrada e vedrai che, prima o poi, quando meno te l'aspetti, te ne troverai una in canna.
Naturalmente m'aspetto la foto.

domenica 17 dicembre 2006

LA TROTA COME PESCARLA


Cesena 17-12-2006 LA PESCA ALLA TROTA

Con l’arrivo dei mesi invernali la pesca sportiva si trasforma.
Rallentano l’attività i pescatori amanti della pesca al colpo e accendono i motori quelli della pesca alla trota.
E’ questa la stagione migliore per insidiare questo pesce la cui pesca si protrae fino alla primavera inoltrata.
La trota è un pesce pregiato dal corpo un pò allungato con bocca piuttosto grande e squame fittissime.
Ha un colore del dorso scuro grigio, verdastro o bruno. Fianchi grigi costellati dalle caratteristiche macchioline rosse. Ventre giallo oro o comunque sempre molto chiaro.
Il suo habitat preferito sono i fiumi, i torrenti e laghi con acque pulite e molto ossigenate.
La pesca sportiva di questo pesce è varia: dalla passata o tocco cioè senza galleggiante a spinning o a mosca.
Pesce sportivo per eccellenza che affascina ogni pescatore per la sportività della cattura e per i luoghi che elegge a suo habitat, sempre naturali e puliti.
Le specie maggiormente diffuse sono la trota fario, classica trota dei fiumi e torrenti europei, è la preda più desiderata dai pescatori di torrente; la trota iridea, classica trota di lago predisposta alla riproduzione in allevamento molto richiesta dai pescasportivi per le gare di pesca in laghetto; la marmorata è la trota che staziona nei grandi fiumi in profondi fondali, molto amata dai pescasportivi americani. Questa specie può raggiungere dimensioni e pesi davvero notevoli; la trota albina o più comunemente chiamata trota giapponese deve questo soprannome alla vistosa colorazione gialla. Essendo incapace di riprodursi spontaneamente ogni sua immissione nei nostri corsi d’acqua non ha dato risultati positivi.
La trota è un pesce meraviglioso, per prima cosa perché la troviamo in posti immuni da inquinamento, dove le acque sono limpide e pure come quelle di una volta, in secondo luogo perché si presta a tutti i tipi di pesca praticabili.
La si può infatti insidiare con la mosca secca o sommersa, a lancio con cucchiaino e con le esche naturali, quelle che costituiscono il suo pasto abituale.
Indipendentemente dal sistema usato è una pesca tipicamente sportiva che richiede una passione sconfinata ed anche un fisico preparato per affrontare robuste camminate , ed in certi casi, vere e proprie acrobazie per giungere in posti impervi e infrascati.
La trota è un pesce che vive bene anche in torrenti minuscoli e apparentemente insignificanti.
Il vero trotaiolo cammina molto e lancia la sua esca in ogni buca, dietro ogni sasso, vicino ad un ramo spezzato.
La pesca della trota in torrente va fatta nel massimo silenzio; è importante non spaventare la preda: sarà bene evitare rumore e non entrare mai nel campo visivo del pesce.
Un segreto è quello di pescare la trota risalendo il torrente per evitare di essere visti.
Non a caso la trota mantiene sempre la sua posizione rivolta verso monte per individuare e aggredire con rapidità ogni preda possibile che scenda nella corrente.
La pesca della trota in laghetto invece si è diffusa molto negli ultimi anni insieme al boom della pesca sportiva.
Nei laghetti le trote sono immesse in gran quantità dai gestori per assicurare il massimo divertimento ai pescatori.
La fauna ittica immessa proviene da allevamenti specializzati dove il pesce viene allevato con mangime controllato e sanitariamente certificato.
La facilità di cattura di questo pesce ha favorito lo sviluppo di gare di pesca alla trota che prevalentemente vengono svolte la domenica mattina.
In laghetto le tecniche di pesca sono diverse: la tecnica della tremarella è quella che assicura il numero maggiore di catture in quanto l’azione di pesca viene fatta nel tentativo di stimolare l’aggressività del pesce che attacca senza scrupoli l’esca messa all’amo.
Per questa pesca si usano canne molto morbide ed il pescatore tende ad eseguire con la canna il movimento sia verticale (perpendicolare alla superficie dell'acqua) sia orizzontale facendo compiere alla vetta della canna grandi oscillazioni durante il recupero della lenza con il mulinello.
Nella cassetta porta oggetti del pescatore di trote sono sempre presenti le bombarde, i piombi, le corone, i galleggianti e gli ami senza ardiglione.
Le esche maggiormente utilizzate dai pescatori di trote in laghetto sono le camole, i tebo, i caimani, i lombrichi, e anche la pastella colorata.
In alcuni periodi si utilizzano le uova di salmone, vendute in piccoli barattoli di vetro, o i filetti di uova di trota stesse.

sabato 16 dicembre 2006

IL CAMPIONE DI PESCA LUCA PISCAGLIA





L’intervista al campione di pesca PISCAGLIA LUCA






Piscaglia Luca nato nel 1960 e agonista della Società ASD Città del Rubicone di Savignano sul Rubicone.
Nella sua carriera di agonista può vantare numerose e prestigiose medaglie conquistate in competizioni di pesca al colpo ai massimi livelli.
D: in una carriera così lunga qual è la soddisfazione che ricordi meglio e che ti ha dato più gioia?
R: Nel 1998, sono riuscito a vincere il campionato Italiano Carpa ad Oristano in Sardegna . Questo è stato un momento importante della mia pur breve carriera da agonista perché di fatto è stata la molla che poi mi ha portato a partecipare alla competizioni più importanti a livello nazionale. Questo percorso da agonista mi ha poi portato con la mia squadra a conquistare lo scorso anno l’accesso all’Eccellenza nazionale e nella fase finale dello scorso anno siamo arrivati secondi ad un punto dal conquistare il diritto a partecipare al trofeo internazionale delle 6 Nazioni che poi quest’anno è stato vinto dalla Montecatinese.
Quest’anno la partecipazione al campionato di eccellenza è stata una esperienza veramente entusiasmante. Confrontarsi in un campionato spalla a spalla con campioni del calibro di Trabucco, Gabba, Sorti e tanti altri è stato veramente bello.
Dopo tutte queste esperienze agonistiche non voglio dimenticare un’altra attività legata alla pesca che mi ha dato tanta soddisfazione: avere condotto corsi di pesca per bambini. In 5 anni ho avuto oltre 500 “allievi”. Credimi mi hanno riempito di gioia.
D: Come si prepara un agonista per una gara importante?
R: La gara deve essere preparata con tanta attività sul campo di gara. Deve essere analizzato nei dettagli il modo migliore per attirare il pesce con la pasturazione e successivamente deve essere provato il modo più adescante per pescare. Trovare quindi la tecnica e l’esca migliore. Queste verifiche vanno assolutamente organizzate e condivise con la tua squadra in momenti di prova e nelle gare di avvicinamento che precedono la gara stessa. Terminate queste sessioni di prova poi dal confronto delle sensazioni dei componenti la squadra poi si giunge alla sintesi della condotta di gara che andremo ad impostare. E’ tutto un percorso difficile ma determinante per il risultato della gara stessa. Quindi l’armonia della squadra è determinate. IN questo io sono molto fortunato perché ho dei compagni veramente fantastici: Barilli Pierpaolo di Savignano sul Rubicone, Facibeni Andrea e Laghi Alberto di Forlì e Mazzetti Marco di Bologna.
D: Quanto ti impegnano gli allenamenti o le prove?
R: Vorrei per darti un esempio di quanto impegnano gli allenamenti portati ad esempio i km che ho fatto per la pesca nei mesi di Maggio, Giugno e Luglio dove si sono concentrate le gare del campionato di Eccellenza di quest’anno. In tre mesi ho fatto quasi 20.000 Km. Questo la dice lunga. Ma oltre all’impegno fisico deve riuscire a far convivere gli impegni familiari e quelli lavorativi. In quei tre mesi ho fatto proprio una vita incredibile. Le prove vengono spesso fatte durante i giorni feriali. Sveglia quindi di buon ora verso le 3 o 4 del mattino. Viaggio per raggiungere il campo di gara. Preparazione della gara e gara normalmente dalle 9 alle 12. Riassetto dell’attrezzatura e viaggio di ritorno. Quando poi arrivi a casa una doccia veloce a via in ufficio fino a sera tardi. Giusto il tempo per arrivare a salutare la famiglia prima del riposo. In quei tre mesi ho perso 4 kg. Un sacrificio enorme che da solo testimonia quando è grande la passione. Per fortuna sono solo pochi mesi all’anno che impegnano così tanto.
D: Cosa avresti voluto da questo sport che ti ha permesso di vincere così tanto?
R: Io ho raggiunto i livello dell’agonismo un po’ troppo avanti con gli anni per pensare a raggiungere obiettivi più ambiziosi da quelli che ho di fatto raggiunto. Ho raggiunto le finali dei campionati italiani per due volte negli ultimi tre anni e quest’anno per pochissimo non sono entrato nel Club Azzurro ossia il gruppo dove pi si accede alla nazionali di pesca. Sinceramente non penso di riuscire ad arrivare oltre. Sono già veramente contento così.
D: Qual è il traguardo che ti poni per il prossimo anno agonistico?
R: L’anno prossimo mi piacerebbe riuscire a ripetere i risultati di quest’anno. Risultati che solo un anno fa sembravano “chimere”. Poi non mettiamo mai limite alla fortuna e chissà che ……
D: La tua prossima gara?
R: Ogni settimana abbiamo una nuova gara e un nuovo momento di aggregazione con amici. A novembre ho tre gare a cui tempo tanto: Umbertide, Montecatini e Laghi di Mantova.
La prima è una riedizione di una importantissima gara che si tiene ad Umbertide in piena estate che quest’anno mi ha visto vincere sia la gara del sabato che la gara della domenica. Saranno presenti campioni mondiali italiani ed esteri: sarà un’occasione unica per confrontarsi con il vertice mondiale della pesca. A Montecatini invece si danno appuntamento le 20 società più forti d’Italia in una gara da invito dove l’anno scorso ci ha visti finire al sesto posto mentre a Mantova si sarà il raduno della società sponsorizzate dall’azienda Trabucco. Una giornata di spensieratezza con tanti amici e con la squadra ( Ravanelli) che ha visto il campionato italiano di quest’anno.
D: Cosa pensi dei nuovi materiali per la pesca?
R: Abbiamo raggiunto ormai livelli incredibili. Il carbonio utilizzato è ormai simile a quello con il quale costruiscono le F1 o lo Shuttle. I costi purtroppo crescono sempre di più. Per questo ritengo opportuno che la federazione ponga dei limiti a lunghezze di canne e al loro utilizzo per frenare la corsa di spese che ormai sono senza freno. La pesca nasce come sport popolare e come tale deve rimanere. Non facciamolo diventare come il golf uno sport di elite.
D:Nella tua carriera chi ti è stato vicino o ti ha aiutato nel raggiungere tante vittorie?
R: Nella mia vita ho avuto tanti amici nel mondo della pesca e a tutti devo qualcosa ma come sempre ce ne sono alcuni che più di altri ti sei affezionato per motivi diversi. Il primo è legato alla mia giovinezza ed è Lino Violacci con i quale mi sono avvicinato al mondo dell’agonismo. Il secondo è Andrea Botti che ha fatto parte della nazionale Italiana negli ultimi anni: da lui ho imparato tantissimo dell’agonismo attuale. Il terzo è i compagno che mi sopporta sempre: Paolo Barilli. L’amico che non manca mai in tutto il mio peregrinare per campi di gara e con il quale divido le speranze del viaggio di andata e le emozioni del dopo gara nel viaggio di ritorno. Ma poi tanti altri amici mi hanno dato e mi danno ogni giorno consigli, supporto e aiuto. Indicarli tutti è impossibile ma a tutti deve andare il mio grazie perché senza di loro e soprattutto senza la nostra società ASD Città del Rubicone le mia gare non avrebbero senso. In questa società io ho cominciato le gare, con questa ho raggiunto i livelli di eccellenza nelle gare e con questa terminerò la mia esperienza nel campo della gare…… fra tanti anni spero!
Prima di chiudere lasciamo il posto ad un rammarico.
Il rammarico è legato alla poca considerazione che la pesca, anche agonistica, ha nei confronti degli Amministratori Pubblici. Ci si dimentica troppo facilmente del ruolo che la pesca ha nei confronti dei ragazzi, degli adulti e degli anziani. Soprattutto non si capisce che il pescatore il più grande amante della natura. Senza di noi la vita nei fiumi sarebbe scomparsa da anni ormai fra l’inquinamento e una cultura ambientalista che vede solo quello che vive sopra dimenticandosi troppo facilmente che anche in acqua c’è vita. Per fortuna ci siamo noi pescatori a ricordarlo a tutti.

mercoledì 13 dicembre 2006

IL GRANDE BARBO


13/12/2006: Il grande BARBO
di Alessandro Scarponi

La sveglia, implacabile, suona alle 4.30.
Una robusta colazione mi da la carica giusta per affrontare una giornata di pesca nella speranza di provare più emozioni possibili con la canna e la lenza.
La meta che devo raggiungere, per queste emozioni, è una sola: Galeata, paese situato sulle montagne forlivesi, lassù dove scorre il mitico fiume Bidente.
E la nebbia, di questo strano inverno che non somiglia per niente ai freddi e nevosi mesi di dicembre di qualche anno fa, si fa sempre più fitta e pesante.
Grazie alla buona conoscenza della strada riesco a non perdermi, ma per farlo devo andare a non più dei trenta km all’ora, infatti riesco a vedere a malapena il ciglio del fosso.
E mentre il cartello segnaletico indica Meldola decido di fermarmi in un bar, solitamente frequentato da pescatori “duri a morire”, per farmi un buon caffè e magari due chiacchere.
Al bar ho sperato di trovare qualcuno, anche per avere alcune “dritte” su qualche posto buono da pesca, ma così non è stato quindi, decido di riprendere la provinciale bidentina.
Dal buio e dalla nebbia spunta Civitella di Romagna e dopo alcuni chilometri raggiungo la mitica Galeata.
Sono molto affezionato ad alcuni di questi posti, che frequento da tanti anni, perché sono riuscito sempre a divertirmi e a provare ogni volta emozioni nuove.
Io non sono un pescatore da fiume, quindi non conoscendo tanti posti, mi indirizzo quasi sempre nelle mie due/tre buche preferite.
Il fascino del fiume è anche quello; ogni posto di pesca ha una denominazione legata a qualche storia come per esempio la buca detta “ai sedili”, “al motore”, “all’acqua che bolle”, “dove gocciola l’acqua”.
Arrivo davanti una fontana antica, situata all’inizio del paese di Galeata, dove di fronte c’è una strada che scende al fiume.
Il buio ancora “pesto” e la nebbia che bagna più di una pioggia fitta rendono spettrale l’inizio della giornata.
Sono le sei del mattino e penso tra me e me che forse mi sono alzato troppo presto ma soprattutto ripenso al caldo del letto e ancora una volta mi chiedo chi me lo abbia fatto fare.
Mah… la forza della pesca.
Mi incammino tra sassi e rovi secchi verso valle e dopo diversi minuti decido di fermarmi in una buca stupenda a valle del ponte di Galeata chiamata “buca dell’acqua che bolle”.
Arrivo sul posto in un silenzio irreale che quasi mette paura.
Ma queste “femmine” sensazioni vengono spazzate via da un mio sussulto improvviso “dovè la sacca dei bigattini? Porcaccia miseria!! …mi rendo conto di averla dimenticata appesa all’auto.
Dopo una sfilza di “ave maria e pater noster” che avrebbero impaurito anche un turco, dopo non meno di dieci minuti, prendo coraggio e risalgo il fiume fino alla mia auto e torno indietro tutto d’un fiato con un animo pari a quello di un cinghiale ferito.
Il freddo, che mi aveva mezzo congelato di prima mattina, era sparito e con la sacca piena di carne da un chilo e mezzo appesa al collo sono riuscito a tornare padrone di me stesso e spavaldo come tutti i pescatori romagnoli sanno essere prima di cominciare una battuta di pesca.
Quella spavalderia che regolarmente svanisce a fine battuta di pesca, cartina tornasole di una pescata poco fruttuosa.
Adesso un po’ di chiarore inizia a filtrare tra gli alberi del bosco circondante e riesco finalmente a vedere il fiume che come sempre si presenta bello e chiaro.
La nebbia, che prima maledivo, ora sembra dare al paesaggio una dimensione da favola, l’acqua corre via veloce e la mia emozione è già alle stelle.
Ho con me una canna bolognese di 6 metri montata con filo del 14 diretto, la lenza è già pronta con un piccolo galleggiante a pera rovesciata da 0,75 grammi e la piombatura, visto la corrente, decido di tenerla bassa, senza troppi fronzoli, da barbi vecchia maniera.
Dopo avere fatto alcune passate senza esca all’amo, giusto per vedere come viaggia la lenza in quella corrente del fiume, decido di iniziare la mia pescata.
Guardo l’orologio e mi accorgo che sono già le sette e mezzo.
Il buio già da un pò ha lasciato spazio alla luce e anche la nebbia pesa di meno e comincia a rarefarsi.
Si odono anche i rumori della natura che si rimette in moto e oltre allo scrosciare dell’acqua ascolto il gracchiare dei corvi in volo.
Qualche pesce salta sull’acqua come se volesse farsi notare.
Insomma è ora di pescare!
Lancio subito “manate” di bigattini a monte nella speranza di ritrovarmeli davanti in zona pesca, carico l’amo del 16 forgiato con quattro bigattini bianchi e via!
Dopo tre passate a vuoto comincio a ragionare già << sarò in pesca nel posto giusto? ….e se il filo è troppo grosso per un’acqua così limpida? ….e se il pesce che ha saltato prima in superficie avesse avvertito gli altri del pericolo pescatore?>>
Tutte queste semenze vengono però spazzate via da un improvviso strattone alla canna.
Assorto nei miei pensieri mi sono un po’ deconcentrato e così, là sotto, un bel pesce aveva deciso di attaccare la mia esca senza nessun preavviso.
E’ una scossa che mi riporta subito in me e riprendo fiducia dicendo tra me e me: “ci siamo!”.
Continuo a lanciare tanti bigattini a monte sperando di “muovere” il pesce.
Mi dico, sono venuto per catturare i grossi barbi di Galeata e così non posso andare tanto per il sottile ne con la lenza ne con la pasturazione, e giù ancora manate di carne!
La mia passata adesso è perfetta, accompagno la lenza proprio come quelli che sono capaci di pescare nell’acqua che scorre, galleggiante davanti e punta della canna dietro a trattenere ed accompagnare la sua corsa.
Improvvisamente un’affondata decisa e rabbiosa del mio galleggiante mette a dura prova le mie capacità di reazione.
Ferro forte con la canna, che riesce a tranciare anche un ramo di rubino sopra la mia testa e aggancio qualcosa.
Non si muove penso sarà il fondo, un ramo di albero sommerso ma poi inizia a spostarsi e così penso che i rami non possono muoversi, ma cosa ho preso una lavatrice che rotola sul fondo?.
Quello che tira là sotto non è un pesce ma sembra un qualcosa di enorme che si sposta lento, deciso, senza cambiare direzione; ma però punta dritto verso un albero sommerso che riesco ad intravedere in fondo alla buca.
Mi dico, non deve arrivare laggiù perché tra quei rami la vince lui.
Allora chiudo la frizione e comincio a tirargli da cattivo nelle “ganasce”.
Ma il cattivo lui ancora non l’aveva fatto è così la sfida inizia alla maledetta.
Gli scossoni alla mia canna raggiungono il settimo grado della scala Mercalli, il filo taglia l’acqua con vibrate a zig zag da far paura, poi quel coso enorme punta deciso aumentando per giunta forza e velocità e vuole andare diritto verso l’albero sommerso.
Sono costretto a “sfrizionare” un po’ perché altrimenti quello mi rompe anche la canna.
Mancano ormai pochi metri alla sua meta alberata e così decido di chiudere totalmente la frizione della serie “o la va o la spacca” tanto mi dico se arriva tra le rame dell’albero lui si libera comunque.
Così decido di affogare la punta della canna sott’acqua piegata da far paura e miracolo …. il pesce o la lavatrice improvvisamente fa una virata verso la sponda che ai miei occhi risulta pulita da ingombri sommersi.
La lotta continua tra l’uomo, (che sono io), e il pesce (che è lui), le “smusate” verso il costone roccioso si susseguono forse nel tentativo di sfregare il filo contro un angolo tagliente di roccia ma oramai il grosso delle sue forze sono state consumate.
Anche il mio braccio d’altronde è stato messo sotto sforzo a tal punto che l’indolenzimento sta diventando sempre più fastidioso.
Insomma riesco finalmente a vedere la sagoma scura del pesce che passa sotto il pelo dell’acqua, e capisco dalla forma allungata di avere agganciato una vera e propria locomotiva fluviale.
Mi convinco che non era una lavatrice ma solo perché la carrozzeria non è bianca e lui ce l’ha scura.
Altre due virate sotto riva, dove la profondità e la corrente dell’acqua è minore, e lo vedo bene adesso.
E’ un barbo E.S.A.G.E.R.A.T.O.!!!!!
Ma come faccio a farlo entrare nel guadino è troppo lungo, ….come faccio a farlo stare nella nassa è troppo piccola, ….cazzo proprio oggi che sono solo vengo a prendere un pesce così enorme e se lo dico chi mi crede?
In somma mentre discuto di scemenze tra me e me, con il barbo che pareva “andato”, decido di portarlo quasi a riva e di fare come fanno i veri “fiumaroli” che il guadino non ce l’hanno mai, loro il pesce lo prendono con le mani!
E si ma a conti fatti posso utilizzare solo una mano perché con l’altra devo tenere la canna e allora come faccio a salparlo?
Mentre mi rilasso un po’ con i miei interrogativi il pesce che sarà stato vicino ai tre chili di peso (MOSTRUOSO) all’improvviso riparte al largo con la stessa energia di prima.
Adesso capivo il suo atteggiamento di prima! non era sfinito, anzi, stava buono buono per ricaricare le molle per il secondo tempo del match.
Incazzato nero? No di più!! Fate conto che un cavallo con un gatto attaccato alle palle sia niente!
Parte a razzo e stavolta inizia a lottare saltando fuori dall’acqua come fanno i blu marlin nell’oceano pacifico è mi dico < sono andati a scuola all’estero per applicare simili tecniche difensive?> l’acqua della buca era talmente agitata con onde simili a quelle causate da uno tsunami.
Lui tira sempre più forte ed io pure, stavolta non ho scampo così decido di affidarmi al detto dei pescatori più audaci “o dent o ganascia” .
Chiudo totalmente la monopola della frizione ed impugno la canna a due mani come quelli che fanno il surf casting dalla barca quando pescano i tonni ma non lo intimorisco per niente.
Sembra avere una forza inesauribile nel motore, un fuoristrada con le 4 ruote motrici e la trazione ridotta. Una forza della natura.
Ecco se volessi paragonare il barbo ad un animale terrestre lo assocerei al bisonte delle praterie del west america.
A un certo punto una sensazione interiore si fa strada dentro di me, la stessa che hanno i medici in sala operatoria quando la linea dell’encefalogramma si avvicina al piatto e gridano: “lo perdo! lo perdo!
E così purtroppo è stato con la differenza che la linea del mio encefalogramma per un attimo è diventata piatta ma dopo averlo perso.
Il re del fiume, dopo un’ora di dura lotta con salti forsennati, capriole e cavalcate subacquee era riuscito a vincere il pescatore.
Sono stato cinque minuti seduto sull’argine per riprendermi fisicamente e per riflettere.
Alla fine dopo lunga meditazione sono riuscito a trovare il lato positivo in questa avventura.
Il pesce anno dopo anno diventa sempre più intelligente e affina le sue tecniche di difesa grazie alle quali riesce a sopravvivere più a lungo di ieri.
E sapete perché tutto questo è positivo? Perché là dove scorre la corrente del fiume, nella buca dove l’acqua ribolle, nel paese di Galeata ci sarà sempre un conto in sospeso tra me, apprendista stregone pescatore di fiume, e il BARBO PLEBEJUS il re del fiume.
Ormai stanco e convinto che dopo tutto quel caos non avrei preso più niente raccolgo mesto le mie cose e da sconfitto faccio ritorno a casa.
La spavalderia che animava la mia mattina era sparita anche se comunque avevo conservato un ricordo di una bella pescata che un giorno potrò raccontare a qualche nipote …e sono sicuro che la stessa cosa la farà anche il mio amico barbo un giorno appoggiato sul fondo del fiume dietro un grande sasso con una decina di piccoli barbi giovani.
Ognuno racconterà la sua versione e la vita nel fiume continuerà, sempre!

martedì 12 dicembre 2006

LA PESCA DEL CAVEDANO IN INVERNO



PESCA SPORTIVA 12/12/2006
La pesca dei cavedani in inverno con la roubasienne











Con l’arrivo del freddo non tutti i pescatori si fanno prendere dalla pigrizia del calduccio del letto.
Alcuni, gli impavidi, “i più malati” sono sempre alla ricerca dell’emozione di vedere il galleggiante scomparire sotto il “pelo” dell’acqua.
In questo periodo freddo uno dei pesci che continua imperterrito la sua attività è il cavedano ed è proprio a lui che cercheremo di proporre la nostra esca, il classico bigattino, pescando a tecnica roubasienne.
In questo periodo il cavedano lo andremo a cercare nelle buche più profonde del fiume dove tutto il pesce si ritira a svernare.
In questo periodo non servono grandi quantità di esche e pasture perché il pesce ha un metabolismo molto ridotto e basta poco allo stesso per saziare le sue esigenze alimentari.
Sopratutto dovremo fare attenzione al richiamo.
Vista la inappetenza stagionale del pesce risulta necessario utilizzare tutte le malizie in nostro possesso per cercare di richiamare il pesce.
Per esempio la pasturazione del bigattino, nei posti in cui la corrente lenta ce lo permette, risulterà molto più adescante se utilizziamo la fionda piuttosto che la pallina di bigattini incollati.
Infatti il lento scendere dei bigattini verso il fondale del fiume ha un potere molto più attirante perché stimola nel cavedano quella vena aggressiva tipica di questo pesce cacciatore.
L’utilizzo della pastura farinosa in questo periodo dell’anno diventa molto meno efficace.
Infatti le necessità proteiche che il periodo freddo impone fa si che la dieta del cavedano in inverno sia alla ricerca di “carne”: bigattini, interiora di pollo e rognoni di pollo dove ancora ammesse.
Non dimenticatevi mai di prendere dietro sempre un po’ di caster affondanti e un po’ di canapa.
I cavedani ne sono ghiotti perché molto caloriche un po’ come la frutta secca per gli umani.
Fatte queste premesse arriviamo alle lenze.
Le lenze devono essere sempre molto aperte e morbide.
Per il cavedano sono a mio avviso delle costanti anche in altri periodi dell’anno.
Quindi pallini sempre proporzionati alla spinta dell’acqua ma che devono sempre essere all’insegna del “più piccolo possibile” e soprattutto tanti pallini. Utilizzate sempre almeno 15 pallini per ogni lenza da cavedani che andrete a fare. Se sono di più ancora meglio. Il pallino piccolo rende sempre la lenza molto più morbida e fa si che il pesce avverta sempre il peso della lenza stessa. Questo vi permetterà di avere affondate sempre più lente che vi permetteranno di sbagliare il meno possibile le mangiate.
La piombatura per la lenza da cavedani va sempre distribuita in circa un metro di lunghezza quando il fondale raggiunge almeno i 2/3 metri di profondità.
Chiaramente i fondali più bassi imporranno lenze più chiuse.
In inverno e sopratutto in presenza di acque chiare gli ami piccoli sono determinanti.
Ami senza ardiglione dal 21 al 27 saranno quelli che utilizzeremo legati con finale al fluorocarbon di misura dal 0,10 fino al 0,7.
Il finale sarà di lunghezza dai 30 ai 40 cm. Il primo pallino della piombatura a scalare fatelo partire sempre dall’asola di giunzione del terminale.
I galleggianti saranno i soliti galleggianti da corrente: pera rovesciata, antenna cava se possibile e deriva in ferro. Misure a seconda della corrente. Ma sempre più leggere che si può.
La pasturazione andrà fatta con piccole ma continue quantità di bigattini e il pesce lo troveremo normalmente sempre sul fondo: è difficile in questo periodo trovare il pesce a galla.
L’esca dovrà sempre rasentare il fondo. Per fare questo misurando con la sonda il fondale prendete l’acqua in maniera tale da appoggiare solo alcuni cm. Nel corso della pescata provate anche ad alzarvi qualche cm dal fondo avrete delle belle sorprese.
In caso di acqua molto trasparente ricordatevi di utilizzare una bandiera (filo di distanza tra la cima della canna ed il galleggiante) un po’ più lunga del solito: il pesce non è mai tranquillo a mangiare sotto il riflesso della vs. canna roubasienne.
L’elastico da utilizzare deve essere sempre rapportato al finale che utilizzate e alla taglia del pesce che avete in progetto di pescare: direi che un elastico morbido dello 0,9 riesce sempre a fare la sua figura.
Per andare a pescare i cavedani con la tecnica roubasienne vi consiglio un posto molto bello.
Il fiume è il Savio a monte di Ponte Vecchio nel tratto adibito a campo di gara sulla sponda sinistra.
E’ un posto comodo perché vi permette di parcheggiare proprio sopra il posto di pesca e le catture di cavedani oltre a qualche barbo sono sempre assicurate.
Sul tratto di fiume in questione ci sono alcune postazioni di pesca, una decina in tutto, mentre il resto dell’argine è stato chiuso da una vegetazione, canne e rovi, cresciuta in modo spropositato.
Poco tempo fa ho scritto una lettera al Sindaco di Cesena per chiedergli se poteva ordinare al settore verde pubblico la pulizia dell’argine per consentire a molti pescatori di andare anche in questa stagione a praticare il loro sport.
Nessuna risposta mi è pervenuta. Ma purtroppo questa è un’altra storia.

domenica 10 dicembre 2006

PARTITE DI PESCA : LAGO MASROLA



COPPA D'INVERNO
SECONDA GIORNATA













Domenica 10 dicembre 2006 presso il lago Le Querce di Masrola di Borghi si è svolta la seconda prova del campionato invernale di pesca al colpo.
Quattro le formazioni che si sono sfidate: GPS Santarcangelo contro Pesca Sport Miramare e Amo Santarcangiolese contro APS Città del Rubicone di Savignano s/r.
Tutte le squadre, composte da 5 garisti per parte, hanno utilizzato la canna roubasienne con lenze al limite della leggerezza e della visibilità adatte per una pesca di ricerca.
Il pesce, d’altra parte, in questa stagione invernale rallenta la sua attività motoria e per tanto anche il suo appetito diminuisce notevolmente diventando anche assai diffidente alle esche offerte dai pescatori.
In ogni caso un bel bigattino di carne che si muove vivace nascondendo un amo piccolissimo riesce ancora a stimolare qualche pesce sul fondo del lago in prevalenza piccoli carassi e qualche carpa.
Ma veniamo alla gara che da regolamento è durata 3 ore.
Nella partita di pesca tra Pesca Sport Miramare e GPS Santarcangelo di Gambettola, svolta sulla sponda ovest del lago, ha visto prevalere per 3 a 2 la squadra di Rimini in ragione dei seguenti risultati:

Brolli (GPS) peso Kg. 3,440 batte Venerucci (Miramare) peso Kg. 2,870;
Catani (Miramare) peso Kg. 3,080 batte Merli (GPS) peso Kg. 3,000;
Ravaglia (Miramare) peso Kg. 2,920 batte Zavoli (GPS) peso Kg. 2,000;
Bernardi (Miramare) peso Kg. 2,700 batte Grossi (GPS) peso Kg. 2,070;
Casadei (GPS) peso Kg. 3,450 batte Canestri (Miramare) peso Kg. 0,790;

Nella sponda est del lago si sono scontrate le altre due formazioni: l’APS Città del Rubicone di Savignano ha battuto per 3 a 2 l’Amo Santarcangiolese in ragione dei seguenti risultati:

Manuzzi (Amo) peso Kg. 5,400 batte Laghi (Rubicone) peso Kg. 2,150;
Barilli (Rubicone) peso Kg. 2,000 batte Stambazzi (Amo) peso Kg. 1,280;
Della Bartola (Amo) peso Kg. 5,200 batte Mazzetti (Rubicone) peso Kg. 3,230;
Facibeni (Rubicone) peso Kg. 2,750 batte Fabbri (Amo) peso Kg. 2,370;
Piscaglia (Rubicone) peso Kg. 4,990 batte Montanari (Amo) peso Kg. 2,510;

lunedì 27 novembre 2006

IL GAMBERO ROSSO "KILLER"



Il Gambero Rosso della Louisiana
Procambarus clarkii (questo il suo nome scientifico











Il Gambero Rosso della Louisiana ha fatto la sua comparsa nel territorio nazionale negli ultimi anni ed in poco tempo si è talmente diffuso che oggi lo troviamo in diversi corsi d’acqua del nord Italia. Inizialmente era stato introdotto a scopo alimentare in varie astacicolture da allevatori del nord e del centro Italia.
La successiva fuga di alcuni esemplari, o la loro deliberata immissione in acque libere, ha causato già numerosi problemi ecologici in molti habitat naturali.
Ad esempio la specie si è moltiplicata in modo esplosivo nei canali e nei fiumi di tutta la pianura padana, determinando l’estinzione o la forte sofferenza della fauna ittica autoctona e, data la sua abitudine di scavare tane lunghe fino a 1,5 m, numerosi problemi strutturali si sono venuti a determinare alle sponde dei canali di bonifica e dei rii a costante scorrimento di acqua.
















Nonostante la buona qualità delle sue carni, la presenza del gambero rosso nelle acque delle nostre province romagnole, potrebbe ben presto rivelarsi come una vera calamità per la stabilità ecologica dell’habitat.
Oltre ad alimentarsi di detriti, questo crostaceo preda attivamente altri crostacei, insetti, anfibi e pesci, inoltre si ciba anche di carogne. La sua predisposizione alla predazione ne fa quindi una minaccia per le uova e gli avannotti delle specie ittiche originarie del nostro territorio.
Le segnalazioni di questa specie nel territorio forlivese e ravennate cominciano ad essere numerose, ma la sua maggior presenza numerica pare attualmente essere attestata nei canali di Anita, Destra Reno, nei vari cataletti ad essi collegati e nei laghi Fipsas di Poggio Berni. Orbene, molti di noi pescatori hanno già avuto a che fare con questi “disturbatori” dell’attività piscatoria che mangiano le nostre esche, rimanendo attaccati alle nostre lenze oltre a predare i nostri amici pinnuti.
Beh, questi signori hanno un unico grosso pregio: sono buoni da mangiare!!!!
Quindi se vogliamo contenerne la diffusione e compiere un’opera ecologica, sotto con pentole e padelle e...
CUCINIAMOLI TUTTI !!!!!!!!


















Ecco qui di seguito qualche suggerimento:
Spaghetti alla Chitarra con lardo di Arnad e gamberi di fiume
Ingredienti:
Spaghetti alla Chitarra all'uovo 250 gr
Gamberi di fiume 300 gr
Lardo di Arnad 50 gr
Olio extravergine di oliva 10 gr
Prezzemolo tritato 10 gr
Aglio 1 spicchio
Sale e Pepe nero q.b.
Preparazione:
1. Pulire i gamberi, privandoli sia del guscio che del filino scuro che si trova sulla parte superiore, quindi tagliarli a metà. Farli saltare in padella per pochi istanti, con un filo d'olio e lo spicchio d'aglio schiacciato, quindi aggiustare di sale e di pepe.
2. In una padella calda far caramellare il lardo di Arnad rendendolo croccante, unirlo ai gamberi e concludere con il prezzemolo tritato.
3. Cuocere gli Spaghetti alla Chitarra Emiliane Barilla in abbondante acqua salata, scolare al dente e condire con la salsa di gamberi e lardo. Servire ben caldo.
Gamberi di fiume in padella
Ingredienti:
1 kg di gamberi di fiume
4 spicchi d'aglio
1/8 di litro di olio
500 gr di pomodori tritati
1 bicchierino di Brandy
Peperoncino piccante
Sale
Preparazione:
In una padella con l'olio fate dorare bene gli spicchi d'aglio.
Aggiungete quindi il peperoncino e i pomodori tritati.
Quando il tutto sarà ben rosolato unite i gamberi di fiume, puliti in precedenza. Rigirateli varie volte finché avranno assunto un bel colore rosso. Bagnateli con il brandy e fiammeggiate.
Versate il tutto in una casseruola di coccio e servite subito.
Ravioli di gamberi di fiume
Ricetta dal ricettario "La cucina dell'Alto lago di Garda" di E. Meneghelli e C. Valli
Ingredienti:
Per la pasta
300 gr di farina
3 uova
olio extravergine d'oliva

Per il ripieno
100 gr di gamberi di fiume sgusciati
50 gr di melanzane
50 gr di zucchine
20 gr di porcini freschi
20 gr di ricotta fresca
Aglio
1 bicchierino di Brandy
Sale e Pepe q.b.
Preparazione:
Soffriggere l'aglio in un tegame, aggiungere melanzane, zucchine, funghi porcini tagliati finemente.
Ultimare la cottura delle verdurine, assieme con le code di gambero. Salare e pepare e sfiammare con un bichhierino di brandy. Infine triturare con il coltello, aggregando la ricotta, impastare con il mestolo e far riposare in frigorifero.
Nel frattempo impastare la farina con le uova, l'olio, tirare la pasta con la macchina apposita o con il mattarello molto finemente, tagliare con una rotella a quadrati di cm. 5 x 5.
Al centro posare un cucchiaino dell'impasto e prendendo due angoli della pasta stringerli fra loro, avendo in precedenza bagnato con uovo. Richiudere i due angoli sul raviolo.
Cuocere in acqua salata e ravioli per 2 minuti, versarli nel piatto, spruzzare con del formaggio grattuggiato, nappare con olio extravergine d'oliva e cospargere con un trito di basilico e pomodorini tagliati a dadini.
Risotto con i gamberi
Ingredienti:
Riso Arborio 450 gr
Gamberi di fiume 750 gr
1 cipolla
1 sedano
1 spicchio d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo
Passata di pomodoro 300 gr
1 carota
Olio ExtraVergine 500 ml
Sale q.b.
Preparazione:
Ponete sul fuoco una pentola con l'acqua, la cipolla tagliata a metà, il prezzemolo, il sedano, la carota, uno spicchio d'aglio.
Portate a bollore, salate e fate cuocere per 20 minuti, poi lavate i gamberi e tuffateli nel brodo. Cuoceranno in una decina di minuti. Scolate i gamberi, filtrate il brodo conservandone un litro e mezzo.
Liberate i crostacei dal carapace, mettete da parte le code e frullate il resto nel frullatore, poi unite il tutto al brodo. Fate rosolare l'aglio rimasto con l'olio in una casseruola, poi eliminatelo ed unitevi la passata di pomodoro. Fate cuocere per circa 20 minuti, versatevi il riso e fatelo cuocere unendo 2 mestoli di brodo alla volta, fino a completa cottura.
Accomodate il risotto in un piatto di portata, unite le code di gambero e servite.

sabato 11 novembre 2006

INTERNATIONAL UMBERTIDE: VINCE RICCARDO GALIGANI

11-12/11/2006 UMBERTIDE FIUME TEVERE
TORNEO INTERNATIONALE DI PESCA AL COLPO



RICCARDO GALIGANI (TEAM LONGOBARDI MILO) PREMIATO DA ALAN SCOTTHORNE










Sulle rive del Tevere si è svolto sabato 11 e domenica 12 novembre una gara di pesca al colpo di alto livello alla quale hanno partecipato 120 garisti distribuiti lungo le sponde del fiume nei tratti tradizionali del campo di gara.
La manifestazione sportiva è stata interessante e gradevole grazie alla presenza di diversi campioni di pesca di livello nazionale e di alcuni arrivati per l’occasione dall’Inghilterra e alle condizioni del clima ancora una volta amico dei pescatori regalando anche al numeroso pubblico presente due giornate da ricordare.
Ecco alcuni nomi che danno meglio l’idea di quanto prestigio è riuscito ad assumere anno dopo anno questo torneo: Emilio Colombo, Umberto Ballabeni, Riccardo Galigani, Amadori Gilberto, Barbetta Gian Piero, Bergonzoni Werther, Solfanelli Marco, e dall’Inghilterra Alan Scotthorne, che ha nel suo palmares 5 volte il titolo di campione del mondo, Brade Pittmass, e Simon Wilsmore.
La prova del sabato è stata interessante; il pesce, carpe e cavedani, ha fatto la sua parte regalando pesi notevoli anche vicino ai dieci chilogrammi.
Alcune carpe hanno fatto la differenza per la vittoria del settore e addirittura qualche esemplare ha fatto superare l’ago della bilancia oltre i cinque chilogrammi di peso.
La prova della domenica è stata la fotocopia di quella del sabato e anche l’organizzazione, ben gestita dall’instancabile Sandro Zucchini, è stata impeccabile.
La tecnica utilizzata dai garisti nelle tre ore di gara, che ha visto il “giù le canne” al colpo del razzo pirotecnico alle 10,30 al sabato e alle 10 la domenica, è stata la roubasienne a 14,50 metri pescando al centro del fiume per poi passare nell’ultima mezz’ora sulla sponda opposta con la canna inglese.
Lenze molto sottili imposte dalla limpidezza delle acque montate con galleggianti da 0,20 a 0,50 grammi con finali del 0,7/0,8 con ami rigorosamente sopra al n° 20.
Amo innescato con bigattini e caster mentre la pasturazione è stata fatta con bigattini incollati e qualche fiondata di canapa alternata ai bigattini senza colla.
Il pesce come detto ha ben reagito alla “carne” offerta dai concorrenti e da conti fatti in due giorni sono finiti in fiume circa 480 chili di bigattini; Un pranzo ben gradito da questi pinnuti umbri bisognosi, in questo periodo dell’anno, di incamerare calorie per fronteggiare il rigido periodo invernale ormai alle porte.
Per la cronaca la gara la vince Riccardo Galigani Società Longobardi Milo capace di vincere il suo settore sia nella gara del sabato come in quella del giorno dopo con il ragguardevole peso di kg 15,020.


Il secondo classificato è Cerisoli Alessandro Società Long Stone Fishing Milo con altrettanti due primi di settore con il peso di kg. 10,720;
il terzo classificato è stato Aureli Gino Società Alap Lucca con 2,5 penalità ed il peso di kg. 8,680.
Della provincia di Forlì Cesena i migliori garisti sono stati Zavoli Oscar del Team GPS Santarcangelo giunto 8° assoluto in classifica finale e del forlivese Amadori Gilberto che gareggia per il Team Oltrarno Firenze giunto 9° assoluto in classifica finale.
Il montepremi assicurato dalle iscrizioni e dagli sponsor è stato interamente destinato ai pescatori con le premiazioni effettuate a fine torneo davanti il negozio di pesca di Sandro Zucchini.
I commenti a fine gara sono stati positivi da parte di tutti i concorrenti, e questo lascia presagire che anche il prossimo anno sarà una festa.

venerdì 10 novembre 2006

ACQUAPARTITA: RAPHALA TROPHY

10/11/2006 Rapala trophy ad Acquapartita

FOTO PANORAMICA DEL LAGO DI ACQUAPARTITA (FC)








Nel meraviglioso scenario naturalistico del parco laghi di Acquapartita si è svolta domenica 22 ottobre 2006 la prima prova del torneo di pesca denominato Rapala trophy.
Questo torneo si svolge in 10 gare organizzate in un calendario che prevede prove in ogni regione d’Italia.
I primi 10 classificati di ogni prova avranno diritto ad effettuare la finalissima che si svolgerà nel mese di maggio 2007 sempre nei laghi di Acquapartita.
Quindi 100 pescatori agguerriti che proveranno ad insidiare le splendide trote con gli artificiali della ditta Rapala.
In molti praticano questa tecnica con “cucchiaini” di forme e colori diversi per insidiare cavedani nei nostri fiumi o lucci nei laghi con intensa vegetazione palustre.
Una tecnica che i pescatori americani adorano per insidiare oltre alle grosse trote anche i combattivi black bass, da noi più comunemente chiamati “boccaloni”, ovvero i persici trota.

UNA BELLA CATTURA AL LAGO DI ACQUAPARTITA

Il Rapala Trophy è quindi un torneo per specialisti della pesca a spinning e la vera novità è che le prede una volta catturate vengono registrate dal giudice di settore e subito rilasciate in acqua.
Nella prima gara svolta ad Acquapartita sono state cattuarate tante trote iridee e fario e ad aggiudicarsi la prima prova, con 17 pesci catturati, è stato il forlivese Fausto Casadei che gareggia per la società Spinning Club Rimini.
Il secondo pescatore classificato cattura 15 pesci mentre il terzo 13.
Un ottimo bottino di pesci per Casadei che inizia nella maniera migliore questo importante Trofeo lasciando alle sue spalle oltre 50 pescatori provenienti da tutta Italia.

giovedì 2 novembre 2006

S.O.S.: ANITA ALLA DERIVA


VEDUTA PANORAMICA DEL CANALE CAMPO DI GARA














Fino a poco tempo fa il canale di Anita era considerato uno tra i più bei campi di gara della penisola e infatti ci venivano a pescare da tutta Italia.
Prima di tutto è comodo, e poi la tecnica di pesca che si può applicare in questo canale varia dall’inglese, alla roubasienne, alle canne fisse, alla bolognese.
In passato con ogni tecnica il divertimento era comunque e in ogni caso assicurato.
Su questo canale si sono svolte gare importanti dai campionati provinciali ai campionati nazionali e negli anni aveva sostituito Ostellato caduto in disgrazia anche a causa della totale indifferenza degli addetti del mondo della pesca e delle istituzioni locali.
Le gare del sabato ad Anita erano sempre affollate di persone ben disposte ad ingrassare gli organizzatori ed i commercianti del luogo.
Non era importante pagare, l’importante era divertirsi, e questo accadeva sempre anche a chi la medaglia non riusciva a vincerla.
Io sono sempre stato un accanito frequentatore di Anita, e anche nel mio tempo libero le ore di pesca le trascorrevo là nella valle a salpare carassi e carpe.
Sono trenta anni che calpesto le rive di quei canali; da bambino mi ci portavano alcuni garisti della Cannisti Val Marecchia e vi garantisco che ancora oggi, nonostante tutto, riesco a provare emozioni per quel posto.
Ma negli ultimi tempi la tristezza ha preso il sopravvento e così sono stato costretto ad emigrare verso altri luoghi di pesca: il motivo è semplice anche ad Anita non si prende più pesce.
E come il sottoscritto anche altri pescatori pian piano hanno “mollato”.
Il sabato si ritrovano oramai solo pochi irriducibili e nelle gare dei campionati FIPSAS della provincia di Forlì Cesena, Rimini e Ravenna non si va oltre a 3 o 4 settori. Nell’ultimo box canale della provincia di Forlì hanno partecipato in 15 e la metà non ha visto un pesce.
Ostellato è morto da tempo e così anche Anita sta per morire.
Non ci sono più campi di gara che facciano divertire i pescatori e alla gente, ormai, è rimasto solo il laghetto sotto casa a carpe o per i più malati, come me, il Tevere ad Umbertide o l’Arno ad Arezzo.
Ma non si può ogni domenica fare 300 km per vedere il “tappo” affondare!
Io credo che la causa dei mali della pesca sia proprio questa.
I giovani non si avvicinano più alla pesca e i vecchi garisti smettono di pescare perché nessuno è disposto a spendere soldi senza divertirsi.
Infatti alcuni amici garisti hanno venduto tutto e si sono dati alla bicicletta.
E’ il sistema che è andato in crisi; la miglior pubblicità positiva del passato, che alimentava entusiasmo e voglia di provare a frequentare posti pescosi, si è trasformata in pubblicità negativa e così gli stessi pescatori le stesse società di pesca hanno rallentato e poi fermato i motori di quel sistema.
Provate ad andare una domenica mattina ad Anita per vedere la desolazione.
Non ci sono più nemmeno le zanzare di una volta, ma sono da capire, non trovando più carne umana da “forare” sono emigrate altrove.
La Federazione, pur assistendo a questo declino, sembra incapace di mettere in piedi una seria politica di valorizzazione dei campi di gara, di intavolare trattative attive e positive con le Amministrazioni locali e regionali, le Istituzioni nazionali o con i Consorzi di Bonifica la dove questi Enti hanno in gestione le acque dei canali come Anita.
Sarebbe opportuno dedicarsi con estrema urgenza ad una politica di rilancio degli ambienti di pesca innanzi tutto attraverso la ricerca di una sinergia con altre Federazioni di pesca (ARCI) perché l’unione fa la forza, costituendo una Commissione nazionale per il “rilancio dei campi di pesca” e poi con la presentazione di progetti sostenibili coinvolgendo aziende del settore e pescatori.
La Commissione dovrebbe individuare campi di pesca strategici, almeno un paio per ogni regione, e lavorare per obiettivi sostenibili e realizzabili.
Dopo anni di indifferenza generale credo sia arrivato il momento di fare veramente qualcosa e d’altra parte le poche esperienze positive, come ad Umbertide hanno fatto capire che il sistema può essere rimesso in piedi e con esso l’entusiasmo perduto.
Questa è la vera emergenza da affrontare se vogliamo mantenere in piedi la pesca e l’agonismo.
In più di una occasione ho sentito voci su presunte risorse finanziarie a disposizione di Amministrazioni locali per la sistemazione di questo o quel canale ma poi, chissà il perché, non si è mai speso una lira e non si è mai fatto nulla.
Per esempio ad Ostellato sono anni che si dice che i lavori devono iniziare, che si è riunita una presunta Commissione, che sono state fatte riunioni, che tutti sono d’accordo, ma alla fine i lavori non partono mai.
In tanti anni di frequentazione di questo canale l’unico intervento che ho notato è stata la realizzazione, anni fa, della strada bianca dal km 5 al km 8 oramai divenuta impercorribile per via delle tante buche presenti.
Ma evidentemente la dragatura del fondale una volta, la riprofilatura degli argini un’altra volta, la sistemazione della strada un’altra volta ancora, erano chiacchere sempre e solo chiacchere.
Per queste ragioni mi auguro che qualcuno raccolga il mio “grido di dolore” e rifletta seriamente sul da farsi.
In fondo chi sta nella stanza dei bottoni credo abbia piacere ricevere “imput” dalla base sui vari problemi.
Migliorare le cose non significa solo riformare i format agonistici o i regolamenti ma soprattutto creare le condizioni ottimali per rilanciare gli ambienti di pesca e con essi la pesca sportiva.
Grazie per l’attenzione.
Alessandro Scarponi

martedì 31 ottobre 2006

LE AQUILE CAMPIONI CAMPIONE PROV.LE DI SOCIETA':



VINCE L'EDIZIONE 2006 IL TEAM LE AQUILE












Gli agonisti del Team Le Aquile di Forlimpopoli, con 19 penalità, vincono l’edizione 2006 del Campionato provinciale di Società di pesca al colpo.
Questo Trofeo a gara unica si svolge nello stesso momento in quattro campi di gara diversi, fiume Ronco Bidente (da Meldola a Galeata), Lago del Pino (S. Lorenzo in Noceto - Predappio), Carpodromo Lago del Sole (Ronco - Forlì), e Canale destra Reno (S. Alberto - Ravenna).
Le Società, a questo campionato provinciale, possono iscrivere 3 garisti per ogni campo di gara ed il Team di Forlimpopoli guidato da Rocchi Tino, schierando la migliore formazione, è riuscita a realizzare 5 penalità nel lago Pino, 6 nel fiume, 8nel carpodromo e 13 nel canale.

lunedì 30 ottobre 2006

TROFEO FIPSAS LAGHETTI: GPS SANTARCANGELO SU TUTTI


SQUADRA A GPS SANTARCANGELO (nella foto) SCARPONI, ZAVOLI, GROSSI E BROLLI











Terminato il Trofeo FIPSAS di pesca in LAGHETTO anno 2006.
I garisti del Team GPS Santarcangelo Trabucco con la squadra formata da Oscar Zavoli, Gian Franco Facciani, Pier Giorgio Ugolini, Romeo Neri, Mirco Caselli, Alfredo Macrelli, Brolli Mauro, Casadei Gastone e Alessandro Scarponi sbaragliano tutti gli avversari dimostrando di non avere rivali in questa specialità.
Il titolo individuale viene vinto da Oscar Zavoli il quale in 6 prove, svolte presso il lago del Pino di Forlì e il lago Riviera di Rimini, realizza 11 penalità grazie a quattro primi, due secondi ed un quinto posto di settore.

domenica 29 ottobre 2006

LENZA FORLIVESE VINCE IL TROFEO FIPSAS FIUME

CAMPIONI 2006 DI PESCA IN FIUME LA LENZA FORLIVESE


PELLACANI GIUSEPPE E' IL CAMPIONE INDIVIDUALE













Nel Trofeo FIPSAS di pesca in FIUME, con 6 gare effettuate nei fiumi Ronco e Savio, si piazza al primo posto della classifica per Società il Team Lenza Forlivese con i garisti Pellacani Giuseppe, Ravaioli Jader, Landi Daniele, Landini Riccardo, Mazzotti Giancarlo, Crociati Widmer, Leoni Augusto, Fiorentini Romano, Vanigli Dario, Mambelli Flaviano e Danti Davide.
Il titolo individuale viene assegnato a Pellacani Giuseppe dello stesso Team il quale in 6 prove racimola solo 10 penalità in ragione di 3 vittorie, 2secondi posti ed 1 terzo posto di settore catturando in sei gare di tre ore ciascuna kg. 28,560 di pesce tra carpe, cavedani e barbi.

mercoledì 18 ottobre 2006

IL CAMPIONE DI PESCA MONTI GIANCARLO


Giancarlo Monti in pesca












Monti Giancarlo nato a Ravenna il 30/04/41 agonista di pesca al colpo della Società Club Pescatori di Forlì.Nella sua carriera di agonista può vantare numerose e prestigiose medaglie conquistate in competizioni di pesca al colpo ai massimi livelli.
Giancarlo ha raggiunto traguardi che molti possono solo sognare come quello di avere indossato la maglia azzurra della nazionale italiana di pesca al colpo.
D: in una carriera così lunga qual è la soddisfazione che ricordi meglio e che ti ha dato più gioia?
R: Nel 1980, al campionato del mondo per nazioni, svolto a Mannheim in Germania.
La nazionale era composta, oltre che dal sottoscritto, anche da Trabucco, Franchini, Bassi e Galliani. Il Commissario tecnico era Carlo Chines di Lucca e in quel campionato sfiorammo il podio giungendo 4° assoluti. La Germania si laureò Campione del mondo sfruttando al meglio la conoscenza del campo di gara di casa, seconda l’Inghilterra e terzo il Belgio.
Sul podio individuale il parmense Roberto Trabucco si piazzò 3° alle spalle di due tedeschi giunti primo e secondo. La mia gara fu positiva giungendo 4° di settore e la pesca che feci nelle tre ore di gara fu quella all’alborella.
D: Come si prepara un agonista per una gara importante?
R: servono le amicizie che creano gruppo per divertirsi e avere un clima di armonia senza tensioni, come nel calcio è lo spogliatoio che fa la differenza, è importante discutere tra i compagni di pesca e poi provare e riprovare le tecniche e i campi di gara per avere le soluzioni miglioridurante la gara ufficiale.
D: Quanto ti impegnano gli allenamenti o le prove?
R: le gare importanti, se ci tieni, ti coinvolgono completamente anche 24 ore su 24; la testa è sempre concentrata su cosa fare e sulle cose da preparare.
D: Cosa avresti voluto da questo sport che ti ha permesso di vincere così tanto?
R: nella mia vita di agonista ho ricevuto proposte di avviare attività di commercio nel mondo della pesca ma ho preferito tenere le soddisfazioni a livello personale per me e la mia società. Era bello essere attorniati dai soci ed essere un punto di riferimento per avere consigli, segreti per vincere alla domenica sui campi di gara.
D: Qual è il traguardo che ti poni per il prossimo anno agonistico?
R: sto lottando per non smettere perché i campi di gara di oggi ti mandano via la voglia di andare a pescare. Andare a pescare dove non si prende più pesce è avvilente. Ti va via la voglia. Spero che la federazione faccia qualcosa perché in giro il clima è funereo. Domenica in una gara importante ad Anita eravamo solo in quindici da tutta la provincia di Forlì Cesena e la metà dei garisti non hanno preso nemmeno un pesce.
D: La tua prossima gara?
R: il campionato provinciale di società ed io pescherò nel lago pino di Forlì. Sono anni che sfioriamo la vittoria come società e quest’anno vogliamo provare a vincerlo questo titolo che manca nel nostro palmares societario.
D: Cosa pensi dei nuovi materiali per la pesca?
R: solo qualche anno fa non potevamo immaginare di arrivare a tanto. Non possono essere paragonati con quelli di una volta. Molti accessori anni fa bisognava costruirseli, penso ai galleggianti da pesca fatti con la balsa o il sambuco, perché non erano in commercio.
Ogni pescatore non era bravo solo a pescare ma anche a realizzare con la fantasia e la creatività tutto quello che poteva fare la differenza. Oggi vai in un negozio e trovi di tutto basta pagare. E forse il bello della pesca era anche quello.
D:Nella tua carriera chi ti è stato vicino o ti ha aiutato nel raggiungere tante vittorie?
R: sicuramente la società Club Pescatori dove sono stato tutta la vita senza mai cambiare bandiera dove ho trovato sane amicizie che durano da una vita e poi i componenti della famiglia che mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto per i tanti sacrifici a cui li ho costretti per tutta la vita.
Allora Giancarlo complimenti per i tuoi tanti successi e in bocca al pesce per la prossima gara.

lunedì 16 ottobre 2006

L'AGONISMO FA CRESCERE TECNICAMENTE

L'AGONISMO FA CRESCERE TECNICAMENTE


LE STRADE DELL'AGONISMO SONO INFINITE
















Amato da molti pescatori, l’agonismo, se praticato con serietà e dedizione, è in grado di regalarci molte soddisfazioni e accrescere notevolmente il nostro bagaglio tecnico.
Analizziamo quindi tutti gli aspetti e le problematiche che si incontrano avvicinandosi al mondo delle competizioni.
La pesca, si sa, è uno sport che conta oggi migliaia di appassionati su tutto il territorio nazionale; giovani, anziani e ultimamente anche molte donne, s’impegnano con passione nelle varie tecniche legate alla pesca sportiva, dedicandovi gran parte del tempo libero a loro disposizione.
Spesso, questo affascinante modo di vivere la natura, rappresenta per molti un modo per evadere dai problemi di tutti i giorni, è un insostituibile hobby, che permette di vivere all’aria aperta a diretto contatto con la natura, praticando uno sport che aiuta a crescere e non soltanto dal punto di vista tecnico.
In molti casi però scatta in noi la voglia di cimentarsi in una gara per mettere alla prova le nostre reali capacità;
del resto, a chi non è capitato di provare soddisfazione e un pizzico di vanità durante una battuta di pesca con amici nel vedere il proprio carniere più ricco?
Una certa dose di sana competizione è, infatti, assolutamente naturale e rappresenta spesso la molla che ci permette di crescere sotto il profilo tecnico.
Si comincia così partecipando a qualche raduno, gare più o meno importanti, un po’ per gioco un po’ per sondare il terreno e renderci conto di quanto siamo realmente interessati all’attività agonistica.
Ecco però i primi risultati seguiti da altri sempre più gratificanti e in breve tempo ci rendiamo conto che forse vale la pena provare; forse siamo portati per capacità tecniche, per tenacia e costanza, al mondo dell’agonismo.
Inizia così un cammino ricco di ostacoli ma anche di enormi soddisfazioni, in uno sport la pesca, che vede l’Italia a livello agonistico primeggiare in molte tecniche in tutto il mondo.
Un segno importante di continuità
Perché avvicinarsi all’agonismo?
A questa domanda, che molti pescatori si fanno, è facile e doveroso rispondere.
Lo sport è noto, aiuta a crescere, a confrontarsi con gli altri, e a mettere in evidenza le proprie doti.
In un mondo troppo spesso frenetico e privo di valori, dove tutto è concentrato nella ricerca del successo economico, coltivare una passione sana può essere un valido aiuto, soprattutto per i giovani, per inserirsi al meglio nella società.
La pesca in questo senso non fa eccezione, anzi praticata a livello agonistico, rappresenta sicuramente uno degli sport più sani ed interessanti.
Cosa fare per iniziare?
Un pescatore che decide di iniziare un percorso agonistico in gare ufficiali organizzate dalla FIPSAS prima di tutto deve iscriversi ad una società di pesca regolarmente affiliata alla Federazione.
I pescatori devono avere la licenza di pesca valida e il tesserino federale FIPSAS.
Inoltre è necessario avere il certificato di buona salute rilasciato dal proprio medico indispensabile per effettuare attività agonistica.
Attraverso la società di pesca, quindi, è possibile partecipare ad attività agonistica provinciale suddivisa in diverse specialità tecniche (laghetto, fiume, canale, con canna a mulinello, a canna fissa e roubasienne ecc)
Poi con il tempo e in base alle capacità acquisite si può accedere anche alle competizioni nazionali.
Ma è meglio partire con i piedi per terra e …in bocca al pesce!

venerdì 13 ottobre 2006

SERIE A2: GRANDE GARA DEL GPS SANTARCANGELO

SERIE A2: GRANDE GARA DEL
GPS SANTARCANGELO


La squadra del GPS Santarcangelo a Peschiera del Garda















L’ultima prova del campionato nazionale di pesca al colpo di serie A2, edizione 2006, è stata effettuata sulle limpide acque del fiume Mincio a Peschiera del Garda.
Il Team GPS Santarcangelo, Società di pesca agonistica con sede a Gambettola, è riuscito nell’impresa di vincere la prova totalizzando 11 penalità piazzandosi così al 9° posto in classifica generale.
Per questa importante gara di pesca il Team di Gambettola ha schierato la seguente formazione: Sama Massimo di Cesena; Brolli Mauro di Riccione; Masinari Claudio e Zanotti Angelo di Bergamo.
La gara è stata resa molto bella grazie alle numerose catture di pesci di taglia, in particolare cavedani, scardole e carassi.
Dalle prove dei giorni precedenti si era capito che la tecnica vincente poteva essere solo quella della roubasienne, (lunga canna in carbonio ad innesti di origine francese) e così tutti i 280 garisti in competizione hanno insidiato, nelle tre ore di gara, i pinnuti del Mincio.
Alla fine della gara, dopo la stesura della classifica, il Team GPS Santarcangelo conclude la sua annata agonistica sfiorando per soli pochi punti la meritata promozione nel campionato nazionale la SUPER ELITE.
Obiettivo che il GPS Santarcangelo si prefiggerà di raggiungere l’anno prossimo.

giovedì 12 ottobre 2006

A PESCA NEL C.E.R.

A PESCA NEL C.E.R. IN ROMAGNA


A PESCA NEL CANALE EMILIANO ROMAGNOLO














A pochi chilometri da Cesena scorre il canale Emiliano Romagnolo costruito diversi anni fa per assicurare l’irrigazione alle aziende agricole della nostra regione.
Nasce a Bondeno, tra Modena e Ferrara, dalla diga che separa il fiume Po dal canale Cavo Napoleonico.
Ed è proprio dal grande fiume che riceve l’acqua il CER e con essa anche i tanti pesci di diverse specie che vi abitano.
I pescatori hanno potuto realizzare in questi anni notevoli catture di pesci tra i quali anche il lucio perca, specie pregiata meglio conosciuto come la Sandra (ottima a tavola).
Non mancano le carpe, alcune anche di peso notevole, le Amur, i carassi, le breme, i pesci gatto, le anguille le alborelle ed i gardons.
Insomma il pescatore ha solo l’imbarazzo della scelta e può decidere di praticare diverse tecniche di pesca, quali:
- con canna fissa (ottima una 6/7 metri);
- con canna a mulinello (bolognese);
- a roubasienne (fino a 13 metri);
- a fondo con il ledgering (pesca con il piombo)
Il canale, costruito con sponde in cemento, è largo 15 metri e profondo 2 metri nel tratto centrale.
Il tratto maggiormente frequentato dai pescatori è quello che scorre da Casemurate (svincolo dell’E45) in direzione di Forlì.
Per pescare bastano pochi etti di bigattini ed un barattolo di mais.
Basta costruire una lenza con il filo del 12, un galleggiante da 0,50 grammi (valutare bene la corrente dell’acqua, più corre più ingrosseremo la portata del galleggiante), filo finale dello 0,10 al quale va legato un amo del n° 18.
La piombatura, con piccoli pallini del n° 10/11, la faremo leggermente aperta e la pesca deve essere fatta sul fondo proprio dove vanno a depositarsi i bigattini che ogni tanto a piccole quantità devono essere lanciati in acqua per attirare i pesci (pasturazione).
Le acque limpide obbligano il pescatore al massimo silenzio pena ore di attesa senza catture.
Tutti i posti sono validi per fare qualche bella pescata l’importante è fare attenzione alle sponde che non devono mai essere avvicinate per evitare il rischio di scivolamento.
Esistono delle comode scalette in cemento che si prestono molto bene per una pescata anche da seduti.

martedì 3 ottobre 2006

LA PESCA NEL FIUME

A PESCA NEL FIUME


ALESSANDRO SCARPONI
CON UN BEL BARBO PRESO
NEL FIUME BIDENTE















La stagione estiva sta per terminare e per molti pescatori si chiude una annata da ricordare.
Per i “malati” della pesca sportiva inizia la fase dei ricordi, delle tante battute lungo i fiumi della nostra provincia, da raccontare tra gli amici.
Quest’anno, nonostante la siccità, il pesce presente nei fiumi della nostra provincia (Savio e Ronco), è stato sempre in movimento regalando tante soddisfazioni ai tanti pescatori.
Il Ronco, in particolare nel tratto che scorre nei paesi di Galeata, Santa Sofia e Civitella di Romagna, è stato teatro di vere e proprie super pescate.
Addirittura c’è stato qualche bravo pescatore che in tre ore di pesca, durante una gara, è riuscito a catturare quasi venti chili di pescato.
Sono anni oramai che si riesce a catturare esemplari di grossa dimensione in particolare barbi e cavedani alcuni dei quali anche superiori ai due chilogrammi.
Tanti pesci e soprattutto di grossa taglia sono il risultato di alcuni cambiamenti importanti che i pescatori apprezzano: il primo è l’invecchiamento della popolazione ittica dovuto essenzialmente a minori episodi di inquinamenti dei fiumi e l’altra ragione è che il pescatore è diventato più sportivo ovvero rispetta la fauna ittica in poche parole non si va più a pescare per catturare il pesce da portare a casa per cucinarlo.
Però devo ammettere che l’unico pesce che ancora porto a casa è l’anguilla. Un bel esemplare di un chilogrammo di peso sta bene nel fiume ma vi garantisco che fa una gran bella figura anche nel mio tegame.
Per chi ama la pesca il richiamo del fiume, soprattutto nella stagione estiva, è molto forte.
Immergersi nella natura fluviale dove ancora lo scenario ambientale è quello selvaggio, dove spesso si possono incontrare animali selvatici quali caprioli, scoiattoli, visoni e istrici che ti passano vicini senza avere paura e ancora uccelli quali il martin pescatore o il picchio, è un momento che diversamente si può osservare solo in televisione in qualche documentario sulla natura.
La pesca ti permette di vivere in diretta questi ambienti di vera beatitudine.
Per questi motivi la Federazione Italiana pesca sportiva invita tutte le persone soprattutto i tanti giovani che desiderano avvicinarsi alla natura e a praticare questo sport contattando la FIPSAS al numero 0543-25696.

domenica 1 ottobre 2006

GROSSI DANIEL E' CAMPIONE PROV.LE INDIVIDUALE:

DANIEL GROSSI CAMPIONE PROVINCIALE
AD UMBERTIDE SUL TEVERE



4° ED ULTIMA PROVA DEL CAMP. PROV.LE INDIVIDUALE 1° SERIE
GROSSI DANIEL, (GPS SANTARCANGELO) E’ IL NUOVO CAMPIONE PROVINCIALE INDIVIDUALE 2006 DI PESCA AL COLPO










Per l’ultima prova del campionato provinciale individuale di Forlì e Cesena 1° serie sono state scelte le acque del fiume Tevere ad Umbertine.
Il tratto di fiume scelto per questa prova del campionato provinciale è quello situato tra il campo sportivo e i fili.
Un gran bel campo di gara, comodo per tutti con piazzole artificiali ben curate e una condizione del fiume omogenea per tutti, con profondità delle acque vicina ai 2,5 metri.
La giornata è stata ideale con buona temperatura ed un sole debole che ha evitato l’afa del giorno prima.
In classifica generale, alla vigilia di questa ultima prova, occupano le prime due posizioni i garisti del GPS SANTARCANGELO Grossi Daniel e Scarponi Alessandro, mentre a seguire sono iscritti circa 70 pescatori, le migliori lenze della Provincia.
La gara è stata impostata a roubaisienne alla ricerca dei grossi cavedani e delle numerose carpe.
Queste ultime per chi è riuscito a salparle hanno significato tanto alla pesatura finale.
Non pochi garisti, tra l’altro, hanno anche dovuto fare i conti con numerose lenze strappate a causa di pesci troppo grossi.
Alessandro Scarponi del GPS Santarcangelo addirittura ne ha strappate ben 5, pesci enormi che se fossero stati portati a riva avrebbero significato bel altro piazzamento di settore.
Le lenze utilizzate dai pescatori hanno variato da 1 grammo di peso, nella prima parte della gara quando la corrente è stata più sostenuta, per finire la pescata con galleggianti da mezzo grammo a vela.
Filo di finale dello 0,8 e ami del 20, innesco bigattini, mais e orsetti.
La pasturazione vincente è stata la pallina di bigattini in colla continua alternata a pastura da carpe.
Dopo le operazioni di pesatura viene sancito il verdetto finale: il nuovo campione provinciale individuale del 2006 risulta Grossi Daniel il quale consolida la sua prima posizione in classifica con un grandissimo 2° di settore ottenuto ad Umbertine dove tra l’altro il ragazzino non aveva mai pescato prima.
Grossi Daniel è un giovane agonista emergente che veste i colori della GPS Santarcangelo ed iscrive così il suo nome nell’albo d’oro e nella storia dell’agonismo della provincia di Forlì Cesena.
Il GPS Santarcangelo è una Società di pesca sportiva, guidata dal Presidentissimo Macrelli Alfredo, abituata a queste vittorie infatti anche l’edizione 2005 è stata vinta da un altro suo atleta Zavoli Oscar.

martedì 18 luglio 2006

LA PESCA SPORTIVA SECONDO ME

LA VOCE DI ROMAGNA:
OGNI LUNEDI' UNA PAGINA DI PESCA SPORTIVA










Mi chiamo Alessandro Scarponi, durante il mio tempo libero vado a pescare così come faccio da 35 anni.
La mia passione sono i laghi, i fiumi ed i canali e credo di aver calpestato le sponde di quasi tutti i posti di pesca della Romagna e non solo.
In tanti anni ho imparato trucchi e segreti che mi sono stati utili per catturare pesci ad ogni uscita di pesca.
Mi è stato chiesto dalla redazione del quotidiano LA VOCE DI ROMAGNA di scrivere articoli sulla pesca sportiva da pubblicare OGNI LUNEDI' e quindi oggi inizio questo cammino, sperando di attirare la vostra curiosità, durante il quale tratterò ogni tipo di notizia, dai pesci, alle tecniche di pesca, ai luoghi dove andare a pescare e come pescare rivelando i segreti migliori. Parleremo di ambiente e di agonismo con la pubblicazione di classifiche e interviste ai campioni di pesca della nostra provincia.
Insomma ogni lunedì potrete curiosare e imparare qualcosa di nuovo sulla pesca che rimane dopo il calcio il secondo sport in Italia per numero di praticanti.
Vado a pesca dall’età di 12 anni e i primi passi li ho mossi andando a pescare pesci rossi nei maceri di qualche agricoltore.
Erano le giornate estive, quelle delle vacanze scolastiche, i momenti in cui si è accesa dentro di me la scintilla per questo hobby che poi con il passare del tempo ho trasformato in un vero e proprio sport, nel mio unico e grande sport.
Le canne da pesca in quei tempi erano fatte con canne di bambù, mentre quelle di oggi sono leggerissime in carbonio e al titanio.
I galleggianti si chiamavano pirucche ed erano in sughero colorato oggi invece c e n’è uno per ogni pesce e per ogni pesca con vernici al carbonio.
Il filo si comprava a metri arrotolato in un foglio vecchio di giornale oggi si comprano bobine da 50 metri a 500 metri e così per gli ami se ne compravano poche unità.
I fiumi e i pesci non sono più gli stessi di un tempo e così anche l’ambiente che ci circonda.
Da ragazzino andavamo nei fossi a catturare le salamandre e i tritoni e che emozioni quando alla sera osservavo questi strani animali dentro al vaso di vetro messo al centro della tavola che l’effetto lente del vetro ingigantiva tanto.
Avete mai visto una salamandra o un tritone?
Ecco io mi sono innamorato di pesca, di animali, di natura perchè quel mondo se lo saprete trovare saprà regalarvi tante emozioni che nessun video gioco, o nessun computer potrà eguagliare.
Ancora oggi dopo tanti anni riesco a provare forti emozioni quando tolta la giacca e la cravatta mi infilo gli stivali per partire verso il mio mondo.
Gli odori dell’aria, dei fiori, dell’erba selvatica, il rumore dell’acqua che scorre, il fruscio del vento sugli alberi, il secco cinguettio di un usignolo che rompe il silenzio del fiume, lo scoiattolo che si arrampica veloce sull’albero e che si ferma a guardarti, il salto di un pesce sull’acqua, il visone che si tuffa in acqua per catturare un pesce, il capriolo che attraversa il fiume rumoreggiando con gli zoccoli sui sassi.
Questa è la colonna sonora dei miei momenti in riva al fiume.
Avete mai visto la natura quando all’alba accende i motori per ripartire? quando la luce del giorno pian piano sale, infilandosi dappertutto, scacciando il buio della notte appena finita?
e gli animali cominciano a farsi sentire? ecco quello è il più bel film che la vita ci abbia regalato e che ogni volta è possibile ammirare non da spettatori ma direttamente da attori.
Ecco perchè il pescatore è soprattutto amante della natura.
Anzi il pescatore senza natura non potrebbe esistere quindi noi dobbiamo far si che la natura continui a regalarci tante emozioni ma per far questo dobbiamo proteggerla e curarla sempre da ogni rischio o pericolo.
Poi viene l’aspetto più strettamente sportivo, quello della pesca, che sembra facile ma vi garantisco non lo è affatto.
Molte persone pensano che la pesca sia uno sport stupido fatto per persone che si mettono in riva al fiume con una canna in mano ad aspettare ore e ore che qualche pesce abbocchi, ma non è così.
La pesca è prima di tutto sfida tra il pescatore che cerca di catturare il pesce.
Sfida tra due esseri che appartengono a due mondi completamente diversi.
L’uomo che vive nel suo mondo del quale conosce tutto sul come muoversi, camminare, evitare i pericoli, mangiare etc;
Il pesce che nel suo mondo fa altrettanto, sa come muoversi, evitare i pericoli che possono capitare, i predatori o i pescatori.
Ecco la sfida inizia da qui.
L’intelligenza del pesce che vive nel suo mondo dove si sente sicuro e protetto e del quale sa tutto contro quella del pescatore che sa tutto del suo mondo ma pochissimo del mondo acquatico.
Facciamo un esempio: una buca profonda del fiume è piena di cavedani, ci vai a pescare una volta ne prendi qualcuno ci vai la volta successiva non ne prendi più nessuno, come mai? eppure il fiume è lo stesso e la buca è la stessa e anche i pesci sono gli stessi eppure qualcosa che ci è sfuggito ha fatto cambiare la situazione.
Che cosa? la corrente dell’acqua più veloce, il colore dell’acqua che magari non è lo stesso, la luce del giorno, una cosa è se c’è il sole un’altra se ci sono le nuvole, stesso discorso se il clima è caldo o freddo o se la giornata è ventosa o piovosa.
Ecco queste sono le variabili che fanno cambiare completamente il nostro modo di praticare la pesca.
Se ci sfuggono queste variabili non riusciremmo a entrare in sintonia con la mentalità del pesce e quindi ad essergli superiore quel tanto che basta per vincerlo.
Un bravo pescatore deve avere innato un forte senso dell’acqua e saper leggere al primo colpo d’occhio l’acqua che ha davanti.
E poi scatta la sfida: la nostra intelligenza contro quella del pesce.
E poi una volta assimilato tutto questo viene l’azione di pesca.
La canna è importante, ma ancora di più è importante la lenza che deve essere costruita in base a rigide condizioni, ma ancor più importante ci sta come sapremo usare la canna e la lenza perchè alla fine della lenza c’è il punto magico quello in cui avviene il contatto tra l’uomo e il pesce; l’amo su cui viene posizionata l’esca, il quale dovrà essere presentato al pesce sempre senza destare alcun sospetto o diffidenza.
Se il pesce non ci vede chiaro anche il più ghiotto dei bocconi lo ignorerà.
Ma per arrivare quindi alla perfezione capite che servono alcuni requisiti:
tanta passione da spendere
accettare anche tante giornate di pesca andate buche
non scoraggiarsi mai e anzi incattivirsi per riuscire la volta successiva.
La perfezione nella pesca non si raggiungerà mai.
Quando non si prende niente non è perchè il pesce non c’è o perchè non ha fame, il pesce c’è sempre ma sicuramente avremmo commesso delle disattenzioni che hanno messo in guardia il pesce e per quel giorno ci darà “cappotto”.
Perfezione, meticolosità, spirito di apprendimento e di osservazione e soprattutto senso dell’acqua, cioè capire al volo semplicemente guardando il posto di pesca come entrarvi dentro e in sintonia.
Questi sono i requisiti che stanno alla base di ogni bravo pescatore.
La perfezione non arriverà mai, quindi il nostro sport è un continuo rinnovarsi di idee, di prove, di teorie, di successi e di fallimenti, ma sempre avanti senza scoraggiarsi mai.
In fondo ricordiamoci che andando a pescare il primo piacere che si prova è quello di entrare in contatto con la natura poi il resto verrà, starà solo a noi procurarcelo.
Rispetto per la natura significa rispetto anche per il pesce.
Mai portare a casa un pesce solo per il piacere di farlo vedere.
I pesci vanno rispettati sia quando gli si toglie l’amo di bocca, sia quando lo si mette nella nassa per tenerlo vivo, sia quando si libera alla fine della giornata di pesca.
Ricordate che un pesce liberato oggi vi farà divertire ancora un altro giorno.
La mia storia personale è piena di successi ma anche di tante delusioni.
A volte sono partito per andare a pescare e mi sono ritrovato a raccogliere lumache perchè un forte temporale ha sporcato l’acqua e ha fatto uscire le lumache; altre volte ho preferito mettermi a raccogliere erbe di bosco buone da mangiare come gli stridoli o la rucola; altre volte ho preferito un buon cesto di more selvatiche a qualche pesce.
Il pesce lo avrei potuto prendere anche un altro giorno le more invece no.
Ho gioito nella mia vita per pesci giganti che ho catturato, per gare di pesca importanti che ho vinto, ma ho anche avuto paura per situazioni di pericolo che mi si sono presentate.
Una volta ero sul fiume Metauro e pescavo proprio sotto la diga, in una grande buca, allorquando la diga venne aperta senza preavviso e la corrente mi spingeva talmente forte che se non avessi avuto un ramoscello di pioppo ben radicato al quale mi ero avvinghiato con tutte le mie forze probabilmente a quest’ora sarei stato da qualche altra parte.
Un’altra volta non so come, mi sono ritrovato tra le gambe una serpe che cercava di avvinghiarsi ad un piede anche li la fortuna fu dalla mia parte e volle che la mia reazione improvvisa e fulminea, dettata dallo spaghetto, fece scivolare la serpe nell’acqua.
Ne potrei raccontare ancora tante di storie che mi sono capitate, come potrei raccontare di tanti scherzi che ci siamo fatti tra amici pescatori per divertirci.
Questa è la pesca, anzi questi sono i pescatori, persone che devono sapersi divertire, stare in amicizia e compagnia, ma anche ricercare sempre lo stimolo per essere uno più bravo di un altro, di catturare sempre un pesce in più di un altro.
E’ questo il sale di tutto; il pescatore lotta contro tutto e contro tutti, contro se stesso per migliorarsi ogni volta di più, contro un amico per dimostrare di essere più bravo di lui, contro il pesce che dobbiamo riuscire a catturare per dimostrare che l’intelligenza umana è superiore a quella animale.
Ecco io immagino che anche i pesci facciano corsi di difesa contro i pescatori; lo dico perchè a volte capita di fissare il galleggiante per molto tempo ma poi appena spostato lo sguardo da un’altra parte il galleggiante affonda; sicuramente il pesce aspettava l’attimo di disattenzione del pescatore per fregarlo.
E da oggi sulle pagine di questo giornale potrete leggere, se lo vorrete, tutto quello che ruota dentro e attorno il mondo della pesca sportiva.
Arrivederci a lunedì prossimo.
Alessandro Scarponi
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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