lunedì 27 novembre 2006

IL GAMBERO ROSSO "KILLER"



Il Gambero Rosso della Louisiana
Procambarus clarkii (questo il suo nome scientifico











Il Gambero Rosso della Louisiana ha fatto la sua comparsa nel territorio nazionale negli ultimi anni ed in poco tempo si è talmente diffuso che oggi lo troviamo in diversi corsi d’acqua del nord Italia. Inizialmente era stato introdotto a scopo alimentare in varie astacicolture da allevatori del nord e del centro Italia.
La successiva fuga di alcuni esemplari, o la loro deliberata immissione in acque libere, ha causato già numerosi problemi ecologici in molti habitat naturali.
Ad esempio la specie si è moltiplicata in modo esplosivo nei canali e nei fiumi di tutta la pianura padana, determinando l’estinzione o la forte sofferenza della fauna ittica autoctona e, data la sua abitudine di scavare tane lunghe fino a 1,5 m, numerosi problemi strutturali si sono venuti a determinare alle sponde dei canali di bonifica e dei rii a costante scorrimento di acqua.
















Nonostante la buona qualità delle sue carni, la presenza del gambero rosso nelle acque delle nostre province romagnole, potrebbe ben presto rivelarsi come una vera calamità per la stabilità ecologica dell’habitat.
Oltre ad alimentarsi di detriti, questo crostaceo preda attivamente altri crostacei, insetti, anfibi e pesci, inoltre si ciba anche di carogne. La sua predisposizione alla predazione ne fa quindi una minaccia per le uova e gli avannotti delle specie ittiche originarie del nostro territorio.
Le segnalazioni di questa specie nel territorio forlivese e ravennate cominciano ad essere numerose, ma la sua maggior presenza numerica pare attualmente essere attestata nei canali di Anita, Destra Reno, nei vari cataletti ad essi collegati e nei laghi Fipsas di Poggio Berni. Orbene, molti di noi pescatori hanno già avuto a che fare con questi “disturbatori” dell’attività piscatoria che mangiano le nostre esche, rimanendo attaccati alle nostre lenze oltre a predare i nostri amici pinnuti.
Beh, questi signori hanno un unico grosso pregio: sono buoni da mangiare!!!!
Quindi se vogliamo contenerne la diffusione e compiere un’opera ecologica, sotto con pentole e padelle e...
CUCINIAMOLI TUTTI !!!!!!!!


















Ecco qui di seguito qualche suggerimento:
Spaghetti alla Chitarra con lardo di Arnad e gamberi di fiume
Ingredienti:
Spaghetti alla Chitarra all'uovo 250 gr
Gamberi di fiume 300 gr
Lardo di Arnad 50 gr
Olio extravergine di oliva 10 gr
Prezzemolo tritato 10 gr
Aglio 1 spicchio
Sale e Pepe nero q.b.
Preparazione:
1. Pulire i gamberi, privandoli sia del guscio che del filino scuro che si trova sulla parte superiore, quindi tagliarli a metà. Farli saltare in padella per pochi istanti, con un filo d'olio e lo spicchio d'aglio schiacciato, quindi aggiustare di sale e di pepe.
2. In una padella calda far caramellare il lardo di Arnad rendendolo croccante, unirlo ai gamberi e concludere con il prezzemolo tritato.
3. Cuocere gli Spaghetti alla Chitarra Emiliane Barilla in abbondante acqua salata, scolare al dente e condire con la salsa di gamberi e lardo. Servire ben caldo.
Gamberi di fiume in padella
Ingredienti:
1 kg di gamberi di fiume
4 spicchi d'aglio
1/8 di litro di olio
500 gr di pomodori tritati
1 bicchierino di Brandy
Peperoncino piccante
Sale
Preparazione:
In una padella con l'olio fate dorare bene gli spicchi d'aglio.
Aggiungete quindi il peperoncino e i pomodori tritati.
Quando il tutto sarà ben rosolato unite i gamberi di fiume, puliti in precedenza. Rigirateli varie volte finché avranno assunto un bel colore rosso. Bagnateli con il brandy e fiammeggiate.
Versate il tutto in una casseruola di coccio e servite subito.
Ravioli di gamberi di fiume
Ricetta dal ricettario "La cucina dell'Alto lago di Garda" di E. Meneghelli e C. Valli
Ingredienti:
Per la pasta
300 gr di farina
3 uova
olio extravergine d'oliva

Per il ripieno
100 gr di gamberi di fiume sgusciati
50 gr di melanzane
50 gr di zucchine
20 gr di porcini freschi
20 gr di ricotta fresca
Aglio
1 bicchierino di Brandy
Sale e Pepe q.b.
Preparazione:
Soffriggere l'aglio in un tegame, aggiungere melanzane, zucchine, funghi porcini tagliati finemente.
Ultimare la cottura delle verdurine, assieme con le code di gambero. Salare e pepare e sfiammare con un bichhierino di brandy. Infine triturare con il coltello, aggregando la ricotta, impastare con il mestolo e far riposare in frigorifero.
Nel frattempo impastare la farina con le uova, l'olio, tirare la pasta con la macchina apposita o con il mattarello molto finemente, tagliare con una rotella a quadrati di cm. 5 x 5.
Al centro posare un cucchiaino dell'impasto e prendendo due angoli della pasta stringerli fra loro, avendo in precedenza bagnato con uovo. Richiudere i due angoli sul raviolo.
Cuocere in acqua salata e ravioli per 2 minuti, versarli nel piatto, spruzzare con del formaggio grattuggiato, nappare con olio extravergine d'oliva e cospargere con un trito di basilico e pomodorini tagliati a dadini.
Risotto con i gamberi
Ingredienti:
Riso Arborio 450 gr
Gamberi di fiume 750 gr
1 cipolla
1 sedano
1 spicchio d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo
Passata di pomodoro 300 gr
1 carota
Olio ExtraVergine 500 ml
Sale q.b.
Preparazione:
Ponete sul fuoco una pentola con l'acqua, la cipolla tagliata a metà, il prezzemolo, il sedano, la carota, uno spicchio d'aglio.
Portate a bollore, salate e fate cuocere per 20 minuti, poi lavate i gamberi e tuffateli nel brodo. Cuoceranno in una decina di minuti. Scolate i gamberi, filtrate il brodo conservandone un litro e mezzo.
Liberate i crostacei dal carapace, mettete da parte le code e frullate il resto nel frullatore, poi unite il tutto al brodo. Fate rosolare l'aglio rimasto con l'olio in una casseruola, poi eliminatelo ed unitevi la passata di pomodoro. Fate cuocere per circa 20 minuti, versatevi il riso e fatelo cuocere unendo 2 mestoli di brodo alla volta, fino a completa cottura.
Accomodate il risotto in un piatto di portata, unite le code di gambero e servite.

sabato 11 novembre 2006

INTERNATIONAL UMBERTIDE: VINCE RICCARDO GALIGANI

11-12/11/2006 UMBERTIDE FIUME TEVERE
TORNEO INTERNATIONALE DI PESCA AL COLPO



RICCARDO GALIGANI (TEAM LONGOBARDI MILO) PREMIATO DA ALAN SCOTTHORNE










Sulle rive del Tevere si è svolto sabato 11 e domenica 12 novembre una gara di pesca al colpo di alto livello alla quale hanno partecipato 120 garisti distribuiti lungo le sponde del fiume nei tratti tradizionali del campo di gara.
La manifestazione sportiva è stata interessante e gradevole grazie alla presenza di diversi campioni di pesca di livello nazionale e di alcuni arrivati per l’occasione dall’Inghilterra e alle condizioni del clima ancora una volta amico dei pescatori regalando anche al numeroso pubblico presente due giornate da ricordare.
Ecco alcuni nomi che danno meglio l’idea di quanto prestigio è riuscito ad assumere anno dopo anno questo torneo: Emilio Colombo, Umberto Ballabeni, Riccardo Galigani, Amadori Gilberto, Barbetta Gian Piero, Bergonzoni Werther, Solfanelli Marco, e dall’Inghilterra Alan Scotthorne, che ha nel suo palmares 5 volte il titolo di campione del mondo, Brade Pittmass, e Simon Wilsmore.
La prova del sabato è stata interessante; il pesce, carpe e cavedani, ha fatto la sua parte regalando pesi notevoli anche vicino ai dieci chilogrammi.
Alcune carpe hanno fatto la differenza per la vittoria del settore e addirittura qualche esemplare ha fatto superare l’ago della bilancia oltre i cinque chilogrammi di peso.
La prova della domenica è stata la fotocopia di quella del sabato e anche l’organizzazione, ben gestita dall’instancabile Sandro Zucchini, è stata impeccabile.
La tecnica utilizzata dai garisti nelle tre ore di gara, che ha visto il “giù le canne” al colpo del razzo pirotecnico alle 10,30 al sabato e alle 10 la domenica, è stata la roubasienne a 14,50 metri pescando al centro del fiume per poi passare nell’ultima mezz’ora sulla sponda opposta con la canna inglese.
Lenze molto sottili imposte dalla limpidezza delle acque montate con galleggianti da 0,20 a 0,50 grammi con finali del 0,7/0,8 con ami rigorosamente sopra al n° 20.
Amo innescato con bigattini e caster mentre la pasturazione è stata fatta con bigattini incollati e qualche fiondata di canapa alternata ai bigattini senza colla.
Il pesce come detto ha ben reagito alla “carne” offerta dai concorrenti e da conti fatti in due giorni sono finiti in fiume circa 480 chili di bigattini; Un pranzo ben gradito da questi pinnuti umbri bisognosi, in questo periodo dell’anno, di incamerare calorie per fronteggiare il rigido periodo invernale ormai alle porte.
Per la cronaca la gara la vince Riccardo Galigani Società Longobardi Milo capace di vincere il suo settore sia nella gara del sabato come in quella del giorno dopo con il ragguardevole peso di kg 15,020.


Il secondo classificato è Cerisoli Alessandro Società Long Stone Fishing Milo con altrettanti due primi di settore con il peso di kg. 10,720;
il terzo classificato è stato Aureli Gino Società Alap Lucca con 2,5 penalità ed il peso di kg. 8,680.
Della provincia di Forlì Cesena i migliori garisti sono stati Zavoli Oscar del Team GPS Santarcangelo giunto 8° assoluto in classifica finale e del forlivese Amadori Gilberto che gareggia per il Team Oltrarno Firenze giunto 9° assoluto in classifica finale.
Il montepremi assicurato dalle iscrizioni e dagli sponsor è stato interamente destinato ai pescatori con le premiazioni effettuate a fine torneo davanti il negozio di pesca di Sandro Zucchini.
I commenti a fine gara sono stati positivi da parte di tutti i concorrenti, e questo lascia presagire che anche il prossimo anno sarà una festa.

venerdì 10 novembre 2006

ACQUAPARTITA: RAPHALA TROPHY

10/11/2006 Rapala trophy ad Acquapartita

FOTO PANORAMICA DEL LAGO DI ACQUAPARTITA (FC)








Nel meraviglioso scenario naturalistico del parco laghi di Acquapartita si è svolta domenica 22 ottobre 2006 la prima prova del torneo di pesca denominato Rapala trophy.
Questo torneo si svolge in 10 gare organizzate in un calendario che prevede prove in ogni regione d’Italia.
I primi 10 classificati di ogni prova avranno diritto ad effettuare la finalissima che si svolgerà nel mese di maggio 2007 sempre nei laghi di Acquapartita.
Quindi 100 pescatori agguerriti che proveranno ad insidiare le splendide trote con gli artificiali della ditta Rapala.
In molti praticano questa tecnica con “cucchiaini” di forme e colori diversi per insidiare cavedani nei nostri fiumi o lucci nei laghi con intensa vegetazione palustre.
Una tecnica che i pescatori americani adorano per insidiare oltre alle grosse trote anche i combattivi black bass, da noi più comunemente chiamati “boccaloni”, ovvero i persici trota.

UNA BELLA CATTURA AL LAGO DI ACQUAPARTITA

Il Rapala Trophy è quindi un torneo per specialisti della pesca a spinning e la vera novità è che le prede una volta catturate vengono registrate dal giudice di settore e subito rilasciate in acqua.
Nella prima gara svolta ad Acquapartita sono state cattuarate tante trote iridee e fario e ad aggiudicarsi la prima prova, con 17 pesci catturati, è stato il forlivese Fausto Casadei che gareggia per la società Spinning Club Rimini.
Il secondo pescatore classificato cattura 15 pesci mentre il terzo 13.
Un ottimo bottino di pesci per Casadei che inizia nella maniera migliore questo importante Trofeo lasciando alle sue spalle oltre 50 pescatori provenienti da tutta Italia.

giovedì 2 novembre 2006

S.O.S.: ANITA ALLA DERIVA


VEDUTA PANORAMICA DEL CANALE CAMPO DI GARA














Fino a poco tempo fa il canale di Anita era considerato uno tra i più bei campi di gara della penisola e infatti ci venivano a pescare da tutta Italia.
Prima di tutto è comodo, e poi la tecnica di pesca che si può applicare in questo canale varia dall’inglese, alla roubasienne, alle canne fisse, alla bolognese.
In passato con ogni tecnica il divertimento era comunque e in ogni caso assicurato.
Su questo canale si sono svolte gare importanti dai campionati provinciali ai campionati nazionali e negli anni aveva sostituito Ostellato caduto in disgrazia anche a causa della totale indifferenza degli addetti del mondo della pesca e delle istituzioni locali.
Le gare del sabato ad Anita erano sempre affollate di persone ben disposte ad ingrassare gli organizzatori ed i commercianti del luogo.
Non era importante pagare, l’importante era divertirsi, e questo accadeva sempre anche a chi la medaglia non riusciva a vincerla.
Io sono sempre stato un accanito frequentatore di Anita, e anche nel mio tempo libero le ore di pesca le trascorrevo là nella valle a salpare carassi e carpe.
Sono trenta anni che calpesto le rive di quei canali; da bambino mi ci portavano alcuni garisti della Cannisti Val Marecchia e vi garantisco che ancora oggi, nonostante tutto, riesco a provare emozioni per quel posto.
Ma negli ultimi tempi la tristezza ha preso il sopravvento e così sono stato costretto ad emigrare verso altri luoghi di pesca: il motivo è semplice anche ad Anita non si prende più pesce.
E come il sottoscritto anche altri pescatori pian piano hanno “mollato”.
Il sabato si ritrovano oramai solo pochi irriducibili e nelle gare dei campionati FIPSAS della provincia di Forlì Cesena, Rimini e Ravenna non si va oltre a 3 o 4 settori. Nell’ultimo box canale della provincia di Forlì hanno partecipato in 15 e la metà non ha visto un pesce.
Ostellato è morto da tempo e così anche Anita sta per morire.
Non ci sono più campi di gara che facciano divertire i pescatori e alla gente, ormai, è rimasto solo il laghetto sotto casa a carpe o per i più malati, come me, il Tevere ad Umbertide o l’Arno ad Arezzo.
Ma non si può ogni domenica fare 300 km per vedere il “tappo” affondare!
Io credo che la causa dei mali della pesca sia proprio questa.
I giovani non si avvicinano più alla pesca e i vecchi garisti smettono di pescare perché nessuno è disposto a spendere soldi senza divertirsi.
Infatti alcuni amici garisti hanno venduto tutto e si sono dati alla bicicletta.
E’ il sistema che è andato in crisi; la miglior pubblicità positiva del passato, che alimentava entusiasmo e voglia di provare a frequentare posti pescosi, si è trasformata in pubblicità negativa e così gli stessi pescatori le stesse società di pesca hanno rallentato e poi fermato i motori di quel sistema.
Provate ad andare una domenica mattina ad Anita per vedere la desolazione.
Non ci sono più nemmeno le zanzare di una volta, ma sono da capire, non trovando più carne umana da “forare” sono emigrate altrove.
La Federazione, pur assistendo a questo declino, sembra incapace di mettere in piedi una seria politica di valorizzazione dei campi di gara, di intavolare trattative attive e positive con le Amministrazioni locali e regionali, le Istituzioni nazionali o con i Consorzi di Bonifica la dove questi Enti hanno in gestione le acque dei canali come Anita.
Sarebbe opportuno dedicarsi con estrema urgenza ad una politica di rilancio degli ambienti di pesca innanzi tutto attraverso la ricerca di una sinergia con altre Federazioni di pesca (ARCI) perché l’unione fa la forza, costituendo una Commissione nazionale per il “rilancio dei campi di pesca” e poi con la presentazione di progetti sostenibili coinvolgendo aziende del settore e pescatori.
La Commissione dovrebbe individuare campi di pesca strategici, almeno un paio per ogni regione, e lavorare per obiettivi sostenibili e realizzabili.
Dopo anni di indifferenza generale credo sia arrivato il momento di fare veramente qualcosa e d’altra parte le poche esperienze positive, come ad Umbertide hanno fatto capire che il sistema può essere rimesso in piedi e con esso l’entusiasmo perduto.
Questa è la vera emergenza da affrontare se vogliamo mantenere in piedi la pesca e l’agonismo.
In più di una occasione ho sentito voci su presunte risorse finanziarie a disposizione di Amministrazioni locali per la sistemazione di questo o quel canale ma poi, chissà il perché, non si è mai speso una lira e non si è mai fatto nulla.
Per esempio ad Ostellato sono anni che si dice che i lavori devono iniziare, che si è riunita una presunta Commissione, che sono state fatte riunioni, che tutti sono d’accordo, ma alla fine i lavori non partono mai.
In tanti anni di frequentazione di questo canale l’unico intervento che ho notato è stata la realizzazione, anni fa, della strada bianca dal km 5 al km 8 oramai divenuta impercorribile per via delle tante buche presenti.
Ma evidentemente la dragatura del fondale una volta, la riprofilatura degli argini un’altra volta, la sistemazione della strada un’altra volta ancora, erano chiacchere sempre e solo chiacchere.
Per queste ragioni mi auguro che qualcuno raccolga il mio “grido di dolore” e rifletta seriamente sul da farsi.
In fondo chi sta nella stanza dei bottoni credo abbia piacere ricevere “imput” dalla base sui vari problemi.
Migliorare le cose non significa solo riformare i format agonistici o i regolamenti ma soprattutto creare le condizioni ottimali per rilanciare gli ambienti di pesca e con essi la pesca sportiva.
Grazie per l’attenzione.
Alessandro Scarponi
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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