lunedì 30 giugno 2008

BAMBINI IN FESTA CON IL VATTELAPESCA


FRASSINETI ALESSANDRO PREMIATO DA CIANI MARZIO














Il 3 agosto, sulle sponde del lago Pino di Forlì, si è svolta la terza adunata del vattelapesca, organizzata dalla Sezione FIPSAS di Forlì Cesena, riservata ai bambini e ragazzi amanti della pesca sportiva con la canna e lenza.
A sfidare i pesci e il caldo torrido di questa bollente estate 2008 si sono presentati in tanti e alla fine le catturare di pesce, nelle due ore a disposizione, non sono mancate.
Il Presidente Ciani Marzio assistito come sempre da Cinzia Donati della FIPSAS di Forlì Cesena ha premiato tutti i partecipanti presenti con articoli da pesca.
Tra i tanti si è distinto un giovanissimo pescatore Frassineti Alessandro di Forlì il quale è riuscito a catturare il pesce più grosso di giornata, una bella carpa di alcuni chilogrammi di peso, che gli ha fatto vincere il suo primo trofeo.
Invece il peso maggiore di questa due ore del Lago Pino viene realizzato da Saragoni Nicholas di 12 anni anch’esso di Forlì il quale riesce a portare alla pesa oltre 12 chili di pesce pescato.

domenica 29 giugno 2008

CAMP. ITALIANO CARPA: GRANDE SERGIO LAMA


IL RAVENNATE SERGIO LAMA (BAGNACAVALLESE)


PODIO DI BRONZO IN TERRA DI SARDEGNA









Con quasi 65 Kg di carpe in due prove, 20,330 kg. sabato 28 giugno e 44,630 kg. domenica 29 giugno, Emiliano Rizzetto, che pesca per una società friulana, si è aggiudicato il titolo di Campione d’Italia di pesca alla carpa per l’anno 2008.
La lunga trasferta in Sardegna, ha costretto a grandi sacrifici i numerosi partecipanti provenienti quasi tutti dalla penisola.
Viaggio in traghetto fino ad Olbia e poi un’ora e mezzo di super strada “Carlo Felice” direzione Oristano per raggiungere il canale Fiume Mare e Foghe - Riola Sardo teatro di questa finale tricolore.
Questo campionato italiano, specialità carpa, ha visto in passato diversi garisti romagnoli primeggiare a dimostrazione della spiccata predisposizione a questo tipo di pesca.
Addirittura Luca Piscaglia, garista della Società Città del Rubicone in passato è riuscito a vincere il titolo di campione d’Italia carpa.
E anche quest’anno un romagnolo è riuscito, grazie a due prove di grande valore, a raggiungere il terzo posto assoluto sbaragliando la concorrenza di avversari molto determinati.
Stiamo parlando di Sergio Lama di Cotignola (Ravenna) che pesca con i colori della Società S.P.S. Bagnacavallese Colmic.
Lama vince il suo settore in gara 1 pescando con una canna bolognese nel sottoriva totalizzando circa 20 chili di pescato.
In gara 2, quella della domenica mattina, Lama si aggiudica la vittoria di settore con oltre 18 chili di pescato utilizzando la canna ad innesti roubaisienne con lenze molto leggere.
L’esca che ha consentito la realizzazione di queste catture è stato il classico mais giallo.
Il campo di gara, ha dimostrato di valere la finale di questo campionato italiano assicurando a tutti i partecipanti la massima uniformità di postazioni di pesca e di catture.
Che quest’anno il titolo lo potesse vincere solo un pescatore con spiccate qualità tecniche lo dimostra il fatto che ben cinque concorrenti in classifica finale si sono presentati con sole due penalità.
Il tricolore e la medaglia d’oro nel 2008 ha preso la strada del nord Italia con Emiliano Rizzetto appartenente alla Società ASDG Garisti Azzanesi Tubertini mentre la medaglia d’argento se la aggiudica Massimo Cecchi della DLT Pontassieve Firenze Colmic e come detto medaglia di bronzo per Sergio Lama della SPS Bagnacavallese Colmic Ravenna.

sabato 28 giugno 2008

LA BATTAGLIA DEL BIDENTE


DALL'ARA ROBERTO CON LA SUA PREDA


SAURO SERSALE CON UN BEL CAVEDANO


UN POMERIGGIO DI LOTTA TRA IL CAVEDANO E L'UOMO PER SCOPRIRE LA PESCA IN FIUME












Nelle acquee del fiume Bidente convivono diverse specie ittiche, la più diffusa è sicuramente quella rappresentata dal cavedano che vi abita fin dalla notte dei tempi.
Questo ciprinide dal corpo allungato, progettato da madre natura appositamente per nuotare con velocità in acqua, si è guadagnato l’appellativo di cacciatore dei fiumi.
La sua fama di cacciatore lo porta sempre a rincorrere qualsiasi cosa che si muova in acqua purchè commestibile non disdegnando nel periodo estivo anche frutta come le bacche di sambuco, i chicchi d’uva o le more di bosco, i chicchi di mais o le amarene.
Ad ogni stagione varia il suo menù, anche se le larve di bigattino le gradisce tutto l’anno.
Così sabato 28 giugno mi sono recato a Galeata per una pescata alla ricerca di questo pesce tra i più sportivi tra quelli di acqua dolce.
L’imperativo era: trovare dei cavedani, dei grossi cavedani!
Per questo compito, non certo impossibile, ma neppure facilissimo, tenuto conto che il tempo a disposizione per queste uscite di pesca è sempre relegato ai fine settimana, quando tutti gli appassionati della lenza si riversano in fiume occupando i raschi e le buche migliori, si sono offerti volontari alcuni personaggi del Team Valle Savio di Cesena, con i quali è stata pianificata una uscita su un fiume che di norma offre sempre generosi risultati: il Bidente.
I personaggi che mi hanno accompagnato , o se preferite condotto … in questa uscita di pesca sono stati Dall’Ara Roberto e Sersale Sauro di Cesena specialisti della pesca a passata in fiume i quali si sono impegnati per una lezione di pesca con la bolognese.
Per l’occasione abbiamo scelto un raschio situato a valle del ponte che precede l’ingresso al paese di Galeata.
Il tratto di fiume è circondato da un bosco rigoglioso che assicura una provvidenziale ombra rendendo più gradevole la battuta di pesca in questa calda estate di fine giugno.
Il posto di pesca si presenta con una leggera corrente ed ha una profondità variabile tra un metro e mezzo e due metri.
L’acqua si presenta si è presentata leggermente velata a causa di un forte temporale che si era abbattuto alcune ore prima nella zona.
Si decide di aprire una canna bolognese con mulinello lunga sei metri.
Il mulinello, un Crack adatto per questo tipo di pesca, è stato imbobinato con del filo n° 12 sul quale è stato applicato un galleggiante da 0,15 grammi.
Lenzino terminale dello 0,8, amo del n° 24 con innescato un bigattino appena puntato sotto pelle e via alle prime passate.
Il pesce è in piena attività, ogni tanto qualche esemplare di buona taglia lo si vede “bollare” in superficie per cibarsi di qualche insetto caduto dagli alberi.
Iniziamo a lanciare copiose manciate di bigattini leggermente a monte della zona di pesca e poco dopo le prime affondate del galleggiante portano al recupero qualche cavedanello unito a piccoli barbi.
Succede sempre così quando si inizia una pescata nel fiume.
I primi ad abboccare sono sempre i pesci più giovani, quelli senza malizia che attaccano l’esca incuranti dell’amo che vi sta nascosto dentro.
Ma occorre insistere perché il pesce piccolo è famelico e numeroso e solo dopo averli sfamati per bene possiamo contare sull’arrivo dell’”artiglieria pesante”.
In questi posti occorre fare silenzio e soprattutto non dimenarsi troppo con i piedi in acqua perché le onde generate trasmettono un segnale di pericolo al pesce con il rischio di compromettere il risultato di pesca.
Ma il cavedano di grossa taglia conosce i l pescatore e la sua sportività tanto da avvicinarsi alla zona di pesca, superata l’iniziale diffidenza, a pochi metri l’uno dall’altro.
Dopo mezz’ora di passate e di continue manciate di bigattini il pesce di piccola taglia inizia a diminuire.
Questo è il primo segnale: i pezzi da novanta sono prossimi all’ingresso in zona pesca.
Il pesce piccolo, nel rispetto delle gerarchie sociali, quando arrivano i pesci di qualche chilo si mette da parte.
Occorre comunque continuare la pasturazione con il lancio di manciate di bigattini sempre nello stesso posto e sempre con cadenza precisa.
D’altra parte un cavedano da 1 chilogrammo riesce a mangiare da solo in poco tempo senza problemi qualche etto di queste piccole larve di mosca carnaria.
Non a caso per trascorrere un pomeriggio sul fiume è meglio portare sempre non meno di 1,5 chilogrammi di larve.
L’ombra ormai copre l’intera zona di pesca, il colore dell’acqua si fa ancora più scuro e il minuscolo galleggiante, dall’antenna gialla fluorescente, si riesce a notare a meraviglia.
Sono passate da poco le ore 16 e le condizioni adesso sono perfette per l’inizio di una dura battaglia.
Infatti il galleggiante, della lenza di Sauro Sersale, verso la fine della passata si ferma e affonda deciso senza resistenze: logicamente la sua ferrata è decisa, la canna inizia ad incunearsi e il mulinello inizia la sua funzione.
Adesso la sportività è allo stato puro: la forza del pesce che tenta di fuggire in posti sicuri per liberarsi dall’amo che lo sta pungendo sul labbro carnoso contro quella del pescatore.
In questi casi l’arma in più del pescatore si chiama frizione del mulinello senza la quale non si riuscirebbero a contenere le sfuriate dei grossi cavedani.
La lotta continua, il pesce tenta di risalire la corrente dove troverebbe alcuni grossi sassi, poi punta diritto verso la riva opposta dove ci sono alcuni rami. E’ il momento di stringere la frizione e infatti poco dopo il grosso cavedano rallenta la sua corsa, è il segnale che le sue forze cominciano a cedere.
Poi all’improvviso prova a dirigersi verso la sua tana che possiede sotto i lastroni sommersi di tufo ma alla fine riesco a vincere la resistenza del pesce e questa volta il round è a favore del pescatore.
La lotta si è giocata su un equilibrio delicatissimo. Bastava un niente da ambo le parti per avere la meglio. La lotta è stata dura ma sportiva e il risultato è stato incerto fino alla fine.
Pescare cavedani di qualche chilo con filo dello 0,8 e amo del 24 non è cosa facile.
Anche Roberto Dall’Ara inizia a catturare pesci di buona taglia d’altra partequesti campioni di pesca in fiume, sempre ai vertici delle classifiche provinciali, sanno molto bene come affrontare queste sfide e soprattutto come vincerle.
Ma il pesce ne sa una più del diavolo e infatti il grosso cavedano catturato da Sauro, che custodiva all’interno della nassa, riesce con balzo stile salmone, a ritrovare la libertà.
La pesca continua, la pasturazione pure e le mangiate del pesce piccolo sono scomparse quasi del tutto.
Adesso la storia si fa interessante. Il tramonto offre le migliori opportunità di pesca, e adesso ogni affondata può essere un pesce di taglia super.
E così infatti è.
Roberto Dall’Ara riesce a catturare un buon cavedano dal peso superiore al chilogrammo e nello stesso tempo anche Sauro Sersale si ritrova la canna inarcata per merito di un peso massimo agganciato.
Il primo riesce a salparlo mentre il secondo lo perde dopo una corsa furiosa del pesce.
Il pesce è riuscito a rompere il filo terminale a Sauro ma la battaglia continua incessante.
Anch’io riesco a catturare una nave che si muove lentamente sott’acqua senza riuscire a staccarla dal fondo. La sua corsa è lenta e decisa e la mia canna è messa a dura prova. Il pesce cerca di risalire il raschio la dove l’acqua corre più veloce ma lo trattengo con una frenata della frizione costringendolo a cambiare direzione. La sua forza è notevole e decide di nuotare verso un grosso sasso sommerso. Quello è stato il jolly che gli ha permesso di rompere la mia lenza. Peccato, da come tirava, avevo sicuramente catturato un esemplare davvero di taglia maxi. Ma questa è la pesca sportiva, una volta vince il pescatore e un’altra il pesce.
Il calare del sole rinfresca ancora di più l’aria e al tramonto si decide di sospendere la battuta di pesca. Chiudiamo le canne bolognesi e ci avviciniamo per valutare il bottino di quel pomeriggio: davvero ragguardevole nelle nasse ci sono tanti cavedani che rilasciamo liberi di ritornare a nuotare nelle fresche acque del Bidente.
Come sempre avviene tra amici, alla fine di ogni pescata, si valuta il peso di ciascuno per determinare chi dovrà offrire la bevuta al primo bar che si incontra sulla via del ritorno a casa.
Questa volta è toccato al sottoscritto pagare ma occorre dire che contro questi due campioni di pesca in fiume è sempre difficile spuntarla.
In ogni caso la rivincita è d’obbligo, non solo tra i pescatori ma anche con i pesci i quali ci salutano con alcuni salti la dove l’acqua scorre lenta e silenziosa.
Sul Bidente il film della pesca a passata continuerà e i cavedani, come sempre, sono pronti a recitare il ruolo di attori principali.

venerdì 27 giugno 2008

IL VATTELAPESCA CI CATTURA IN ALLEGRIA

SECONDO APPUNTAMENTO DEDICATO AI PIU' GIOVANI

IL PICCOLO RICCARDO FORMIANI


LA PESCATRICE MARTINA MASOTTI


FOTO DI GRUPPO: BAMBINI IN FESTA CON LA PESCA SPORTIVA













Il 28 giugno, sulle sponde del lago Pino di Forlì, si è svolta la seconda adunata di pesca, organizzata dalla Sezione FIPSAS di Forlì Cesena, riservata ai bambini e ragazzi amanti della pesca.
Si sono presentati in tanti a questo appuntamento, ben organizzato da Cinzia Donati e Marzio Ciani della FIPSAS, per cercare di catturare nelle due ore a disposizione più pesce possibile.
E così ne è venuta fuori un bel pomeriggio, di sole, di pesce e di allegria, nella quale a festeggiare alla fine oltre ai bambini sono stati anche i genitori e gli amici.
Tutti i partecipanti sono stati premiati facendo sorridere anche coloro che per avere catturato meno pesce non sono riusciti a prevalere sugli altri.
Il torneo estivo denominato “VATTELAPESCA” prevede ancora due prove al termine delle quali, in base alle classifiche di tutte le prove meno una di scarto, saranno proclamati i campioni 2008 di ogni singola categoria distinta per età.
Infatti i giovani “SAMPEY” sono stati suddivisi in tre categorie per rendere più omogeneo possibile il livello tecnico.
Ad osservare da vicino questi futuri campioni di pesca, in azione con la canna, si poteva notare oltre ad una buona preparazione tecnica anche tanta grinta trasmessa dai genitori che li coadiuvavano nelle varie operazioni.
In ogni caso, le carpe e i carassi presenti nel lago Pino, hanno come sempre fatto la loro parte facendo divertire tutti.
Per la cronaca si segnala la vittoria di Landini Giulio di anni 11 il quale è riuscito a catturare ben 7,730 kg. di pesce.
Mentre il pesce più grosso, una bella carpa di alcuni chili, è stato catturato da Formiani Riccardo di anni 8.
Da segnalare anche la cattura di una bella carpa della giovane pescatrice Masotti Martina.

giovedì 26 giugno 2008

A cavedani sul fiume Bidente


CONCENTRAZIONE AL MASSIMO LIVELLO













Nelle acquee del fiume Bidente convivono diverse specie ittiche, la più diffusa è sicuramente quella rappresentata dal cavedano che vi abita fin dalla notte dei tempi.
Questo ciprinide dal corpo allungato, progettato da madre natura appositamente per nuotare con velocità in acqua, si è guadagnato l’appellativo di cacciatore dei fiumi.
La sua fama di cacciatore lo porta sempre a rincorrere qualsiasi cosa che si muova in acqua purchè commestibile non disdegnando nel periodo estivo anche frutta come le bacche di sambuco, i chicchi d’uva o le more di bosco, i chicchi di mais o le amarene.
Ad ogni stagione varia il suo menù, anche se le larve di bigattino le gradisce tutto l’anno.
Così sabato 28 giugno mi sono recato a Galeata per una pescata alla ricerca di questo pesce tra i più sportivi tra quelli di acqua dolce.
L’imperativo era: trovare dei cavedani, dei grossi cavedani!
Per questo compito, non certo impossibile, ma neppure facilissimo, tenuto conto che il tempo a disposizione per queste uscite di pesca è sempre relegato ai fine settimana, quando tutti gli appassionati della lenza si riversano in fiume occupando i raschi e le buche migliori, si sono offerti volontari alcuni personaggi del Team Valle Savio di Cesena, con i quali è stata pianificata una uscita su un fiume che di norma offre sempre generosi risultati: il Bidente.
I personaggi che mi hanno accompagnato , o se preferite condotto … in questa uscita di pesca sono stati Dall’Ara Roberto e Sersale Sauro di Cesena specialisti della pesca a passata in fiume i quali si sono impegnati per una lezione di pesca con la bolognese.
Per l’occasione abbiamo scelto un raschio situato a valle del ponte che precede l’ingresso al paese di Galeata.
Il tratto di fiume è circondato da un bosco rigoglioso che assicura una provvidenziale ombra rendendo più gradevole la battuta di pesca in questa calda estate di fine giugno.
Il posto di pesca si presenta con una leggera corrente ed ha una profondità variabile tra un metro e mezzo e due metri.
L’acqua si presenta si è presentata leggermente velata a causa di un forte temporale che si era abbattuto alcune ore prima nella zona.
Si decide di aprire una canna bolognese con mulinello lunga sei metri.
Il mulinello, un Crack adatto per questo tipo di pesca, è stato imbobinato con del filo n° 12 sul quale è stato applicato un galleggiante da 0,15 grammi.
Lenzino terminale dello 0,8, amo del n° 24 con innescato un bigattino appena puntato sotto pelle e via alle prime passate.
Il pesce è in piena attività, ogni tanto qualche esemplare di buona taglia lo si vede “bollare” in superficie per cibarsi di qualche insetto caduto dagli alberi.
Iniziamo a lanciare copiose manciate di bigattini leggermente a monte della zona di pesca e poco dopo le prime affondate del galleggiante portano al recupero qualche cavedanello unito a piccoli barbi.
Succede sempre così quando si inizia una pescata nel fiume.
I primi ad abboccare sono sempre i pesci più giovani, quelli senza malizia che attaccano l’esca incuranti dell’amo che vi sta nascosto dentro.
Ma occorre insistere perché il pesce piccolo è famelico e numeroso e solo dopo averli sfamati per bene possiamo contare sull’arrivo dell’”artiglieria pesante”.
In questi posti occorre fare silenzio e soprattutto non dimenarsi troppo con i piedi in acqua perché le onde generate trasmettono un segnale di pericolo al pesce con il rischio di compromettere il risultato di pesca.
Ma il cavedano di grossa taglia conosce i l pescatore e la sua sportività tanto da avvicinarsi alla zona di pesca, superata l’iniziale diffidenza, a pochi metri l’uno dall’altro.
Dopo mezz’ora di passate e di continue manciate di bigattini il pesce di piccola taglia inizia a diminuire.
Questo è il primo segnale: i pezzi da novanta sono prossimi all’ingresso in zona pesca.
Il pesce piccolo, nel rispetto delle gerarchie sociali, quando arrivano i pesci di qualche chilo si mette da parte.
Occorre comunque continuare la pasturazione con il lancio di manciate di bigattini sempre nello stesso posto e sempre con cadenza precisa.
D’altra parte un cavedano da 1 chilogrammo riesce a mangiare da solo in poco tempo senza problemi qualche etto di queste piccole larve di mosca carnaria.
Non a caso per trascorrere un pomeriggio sul fiume è meglio portare sempre non meno di 1,5 chilogrammi di larve.
L’ombra ormai copre l’intera zona di pesca, il colore dell’acqua si fa ancora più scuro e il minuscolo galleggiante, dall’antenna gialla fluorescente, si riesce a notare a meraviglia.
Sono passate da poco le ore 16 e le condizioni adesso sono perfette per l’inizio di una dura battaglia.
Infatti il galleggiante, della lenza di Sauro Sersale, verso la fine della passata si ferma e affonda deciso senza resistenze: logicamente la sua ferrata è decisa, la canna inizia ad incunearsi e il mulinello inizia la sua funzione.
Adesso la sportività è allo stato puro: la forza del pesce che tenta di fuggire in posti sicuri per liberarsi dall’amo che lo sta pungendo sul labbro carnoso contro quella del pescatore.
In questi casi l’arma in più del pescatore si chiama frizione del mulinello senza la quale non si riuscirebbero a contenere le sfuriate dei grossi cavedani.
La lotta continua, il pesce tenta di risalire la corrente dove troverebbe alcuni grossi sassi, poi punta diritto verso la riva opposta dove ci sono alcuni rami. E’ il momento di stringere la frizione e infatti poco dopo il grosso cavedano rallenta la sua corsa, è il segnale che le sue forze cominciano a cedere.
Poi all’improvviso prova a dirigersi verso la sua tana che possiede sotto i lastroni sommersi di tufo ma alla fine riesco a vincere la resistenza del pesce e questa volta il round è a favore del pescatore.


UN PICCOLO PESCE IN ATTESA DI QUELLI GROSSI













La lotta si è giocata su un equilibrio delicatissimo. Bastava un niente da ambo le parti per avere la meglio. La lotta è stata dura ma sportiva e il risultato è stato incerto fino alla fine.
Pescare cavedani di qualche chilo con filo dello 0,8 e amo del 24 non è cosa facile.
Anche Roberto Dall’Ara inizia a catturare pesci di buona taglia d’altra partequesti campioni di pesca in fiume, sempre ai vertici delle classifiche provinciali, sanno molto bene come affrontare queste sfide e soprattutto come vincerle.
Ma il pesce ne sa una più del diavolo e infatti il grosso cavedano catturato da Sauro, che custodiva all’interno della nassa, riesce con balzo stile salmone, a ritrovare la libertà.
La pesca continua, la pasturazione pure e le mangiate del pesce piccolo sono scomparse quasi del tutto.
Adesso la storia si fa interessante. Il tramonto offre le migliori opportunità di pesca, e adesso ogni affondata può essere un pesce di taglia super.
E così infatti è.
Roberto Dall’Ara riesce a catturare un buon cavedano dal peso superiore al chilogrammo e nello stesso tempo anche Sauro Sersale si ritrova la canna inarcata per merito di un peso massimo agganciato.
Il primo riesce a salparlo mentre il secondo lo perde dopo una corsa furiosa del pesce.


ECCO UN BARBO..LA LOTTA DIVENTA INTERESSANTE













Il pesce è riuscito a rompere il filo terminale a Sauro ma la battaglia continua incessante.
Anch’io riesco a catturare una nave che si muove lentamente sott’acqua senza riuscire a staccarla dal fondo. La sua corsa è lenta e decisa e la mia canna è messa a dura prova. Il pesce cerca di risalire il raschio la dove l’acqua corre più veloce ma lo trattengo con una frenata della frizione costringendolo a cambiare direzione. La sua forza è notevole e decide di nuotare verso un grosso sasso sommerso. Quello è stato il jolly che gli ha permesso di rompere la mia lenza. Peccato, da come tirava, avevo sicuramente catturato un esemplare davvero di taglia maxi. Ma questa è la pesca sportiva, una volta vince il pescatore e un’altra il pesce.
Il calare del sole rinfresca ancora di più l’aria e al tramonto si decide di sospendere la battuta di pesca. Chiudiamo le canne bolognesi e ci avviciniamo per valutare il bottino di quel pomeriggio: davvero ragguardevole nelle nasse ci sono tanti cavedani che rilasciamo liberi di ritornare a nuotare nelle fresche acque del Bidente.


QUESTA E' PESCA!!


















Come sempre avviene tra amici, alla fine di ogni pescata, si valuta il peso di ciascuno per determinare chi dovrà offrire la bevuta al primo bar che si incontra sulla via del ritorno a casa.
Questa volta è toccato al sottoscritto pagare ma occorre dire che contro questi due campioni di pesca in fiume è sempre difficile spuntarla.
In ogni caso la rivincita è d’obbligo, non solo tra i pescatori ma anche con i pesci i quali ci salutano con alcuni salti la dove l’acqua scorre lenta e silenziosa.
Sul Bidente il film della pesca a passata continuerà e i cavedani, come sempre, sono pronti a recitare il ruolo di attori principali.

martedì 24 giugno 2008

3° TROFEO CITTA’ DI CESENA DI PESCA AL COLPO

FIUME SAVIO: CAMPO GARA PONTE VECCHIO
MAURO VALDINOCI E’ IL CAMPIONE 2008


IL CENTRO DEL CAMPO DI GARA VEDUTA MONTE


IL CENTRO DEL CAMPO DI GARA VEDUTA VALLE


VALDINOCI E BAGNI ORO E ARGENTO NEL CITTA' DI CESENA












Il 24 giugno a Cesena si è celebrata la festa del Patrono San Giovanni.
In occasione di questa rinomata festività i cesenati sono coinvolti in una moltitudine di eventi culturali, ricreativi e sportivi tra le quali una competizione di pesca sportiva sul fiume Savio denominata Trofeo Città di Cesena giunta quest’anno alla terza edizione.
La gara di pesca al colpo, alla quale hanno partecipato circa 30 concorrenti, è stata effettuata sul campo di gara a monte di Ponte Vecchio.
Il pomeriggio di caldo torrido non ha scoraggiato gli appassionati che si sono sfidati per tre ore nel tentativo di catturare il maggior numero di pesci..
I garisti hanno pescato in prevalenza con tecnica a roubaisienne utilizzando lenze molto leggere adatte per insidiare i pesci presenti in questo tratto di fiume su tutti i diffidenti e furbi cavedani.
Sull’argine, all’ombra dei grandi alberi di pioppo, hanno assistito alla competizione molti spettatori curiosi di vedere all’opera i garisti con le lunghe canne francesi.
Alle 18, quando il direttore di gara Turci Pier Luigi ha fatto cessare le ostilità, sono iniziate le operazioni di pesatura del pescato e dalla compilazione della classifica è stato proclamato vincitore del 3° Trofeo Città di Cesena Mauro Valdinoci appartenente alla Società Pesca Sport Gambettolese.
Valdinoci è riuscito a catturare 2 chilogrammi di cavedani.
Una bella pescata della quale abbiamo il commento del diretto interessato:
“ho pescato con una canna bolognese di 6 metri pescando alla distanza di 6/7 metri dalla riva facendo una passata costante sulla scia dei bigattini che lanciavo a monte.
Ho usato una lenza molto leggera con ami piccoli sui quali innescavo bigattini.
Sul podio, oltre a Valdinoci, sale Bagni Marco della Società lenza Club Borellese realizzando un peso di 1,740 kg. Catturando oltre ad alcuni cavedani una bella carpa che gli è valsa la vittoria di settore ed il podio come 2° assoluto.
Al terzo posto assoluto si piazza Olivucci Franco Lenza Romagnola di Ravenna.
Per concludere occorre dire che il campo di gara quest’anno non ha reso secondo le aspettative a causa dell’acqua leggermente velata per via della continua pioggia caduta su Cesena nelle settimane passate.
In ogni caso questo campo di gara affinché possa avere una resa migliore necessita di continua manutenzione con periodici sfalci dell’erba e della frequenza più costante dei pescatori. Infine occorre ripopolare con maggiore frequenza questo tratto di fiume per assicurare un maggiore divertimento non solo gli agonisti della lenza ma anche ai pescatori amatoriali soprattutto i ragazzini e i pensionati che frequentano questo tratto di fiume soprattutto nel periodo estivo.

lunedì 23 giugno 2008

A PESCA SUL SAVIO

I consigli dell’esperto Alessandro Scarponi


SUL SAVIO IN GOLENA
PESCA E TRANQUILLITA'













Sig. Scarponi apprezzo molto gli articoli sulla pesca che leggo ogni lunedì sulla Voce di Romagna.
Volevo chiedere un consiglio sul come devo pescare sul campo di gara del Savio a Cesena perché intendo venire a farci una pescata quanto prima.
Aspetto sue notizie sulle pagine del giornale. Grazie
Maurizio di Rimini


Ciao Maurizio,
intanto diamoci del tu.
mi fa piacere il tuo interessamento per il Savio di Cesena.
Rammento che il tratto di fiume in questione è stato recentemente sistemato ed ora si presenta in ottime condizioni in golena per effettuare la pesca alla bolognese o roubaisienne.
Il Savio a Cesena è pieno di pesce, cavedani, barbi, tinche, carpe, carassi e anguille ed è difficile riuscire a realizzare buone catture.
Per l’azione di pesca suggerisco queste impostazioni:
PESCA A ROUBAISUENNE:
- preparare delle lenze da 4x12 a 4x16 (ottimi i galleggianti a goccia con deriva in acciaio);
- per la pesca al cavedano costruire una lenza madre dello 0,10 e filo terminale dello 0,8 sul quale legare un amo del 24.
- Taratura del galleggiante con una spallinata alla francese usando pallini piccoli del n° 11 e 12;
- La passata deve essere effettuata appoggiando tutto il terminale sul fondo esercitando una leggera trattenuta;
- Un’altra pesca che rende bene nel periodo estivo è quella a galla pescando un metro sotto la superficie dell’acqua per insidiare i cavedani che sono attirati dalla fiondata continua di bigattini. In questo caso darei molta fiducia al caster che innescherei su un amo del 20.
- Per la pesca delle tinche e delle carpe sul fondo farei una lenza più robusta nel filo innescando il chicco di mais su un amo del 18;
- Il fondale non è sempre regolare per cui è importante, come sempre d’altronde quando si va a pesca, sondare bene per capire dove far girare la lenza;
- La profondità del fiume varia da 3 metri a valle a 1,5/ 2 metri a monte.
PESCA A BOLOGNESE:
- La canna con il mulinello è l’alternativa alla canna francese; userei una cinque metri di lunghezza montata con mulinello con buona frizione imbobinato con filo del 12;
- La grammatura della lenza non cambia ma in ogni caso occorre deciderla sul posto dopo avere verificato la velocità della corrente che di solito è minima;
- La pesca giusta è a 5/6 metri dalla riva pescando sulla scia dei bigattini lanciati a mano leggermente a monte di dove si vuole pescare;
- Se poi ti vuoi divertire senza fare troppa fatica puoi aprire una canna fissa da 4 metri e fare delle passate nel sottoriva a mezz’acqua per insidiare cavedani e altri pesci.
Spero di averti dato le informazioni utili per effettuare una bella pescata sul Savio a Cesena.
Ricorda di lasciare sempre libero il pesce dopo la pescata perché così lo potrai riprendere anche la volta successiva.
Ti saluto cordialmente e in bocca al pesce.

domenica 22 giugno 2008

CAMP. PROV.LE INDIVIDUALE: DOMINA SEMPRE ZAVOLI OSCAR

Canale Circondariale di Anita:
Domina Zavoli Oscar


ZAVOLI IN PESCA














Domenica 22 giugno 2008 ad Anita sulle acque del Canale Circondariale si è disputata la terza prova del Campionato provinciale individuale di pesca al colpo di Forlì-Cesena.
E’ stata finalmente una bella domenica di pesce e di sole che ha rivalutato la credibilità di questo canale dopo le delusioni patite dai garisti nelle gare delle domeniche precedenti.
I pescatori romagnoli, in questa competizione, hanno utilizzato la tecnica di pesca a roubaisienne alla lunghezza massima consentita di 13 metri.
Che il pesce fosse ben disposto a mangiare le esche dei “cannisti” lo si era capito già dalla gara di prova del giorno prima nella quale in molti hanno superato la soglia dei 10 chili di pescato.
Alle 8,30 è arrivato l’inizio gara e le prime abboccate non si sono fatte attendere.
Ad attaccare le lenze hanno iniziato per prime le breme e dopo un po’ sono entrati in zona pesca anche i grossi carassi.
Il pesce come detto si è preso, anche se in modo non omogeneo.
Chi al sorteggio ha avuto il picchetto favorevole ha potuto sfruttare qualche abboccata in più.
Purtroppo la salvezza e la rivalutazione di questo canale, che rimane pur sempre uno tra i più belli d’Italia, passa attraverso una adeguata manutenzione.
Tutti sperano che i lavori, per i quali sono stati stanziate somme cospicue, inizino quanto prima.
Della gara del Campionato provinciale che dire, domina ancora una volta Zavoli Oscar, profondo conoscitore di questo canale, il quale non si fa scappare la vittoria di settore grazie alla quale riesce a conquistare anche la vetta della classifica progressiva con 5 penalità.
A Zavoli chiedo un commento sulla sua gara: “ ho pescato a roubaisienne con una lenza da 0,50 grammi ben appoggiato con l’esca sul fondo. La gara l’ho vinta nella seconda parte quando, sulla fiondata continua di bigattini, sono riuscito a far entrare molti pesci che mi hanno fatto vincere il mio settore. In ogni caso per stimolare il pesce ad attaccare l’esca dovevo far muovere l’esca sul fondo con piccoli spostamenti laterali della canna. In questo modo i pesci vedendo l’esca muoversi la attaccano per mangiarla. Ho usato pastura Trabucco tipo Supreme addizionata con germogli di canapa e mais. Adesso che sono in testa al campionato, ad una sola prova dal termine, cercherò di prepararmi al meglio per riuscire a diventare campione provinciale individuale per la terza volta”.
I big che si contendevano la testa della classifica, prima della gara di Anita, non sono riusciti a mantenere il passo di Zavoli anche se lo seguono a ruota in un margine di pochissime penalità.
PISCAGLIA Luca è secondo con 6 penalità a pari merito con ZANI Maurizio, MAZZOLI Giuseppe e GIROMETTI Giacomo.
Battuta d’arresto per Trevisani Marco che segue il gruppo dei fuggitivi con 7 penalità il quale pur catturando molti pesci ha la sfortuna di perderne alcuni determinanti per il piazzamento di settore.
In ogni caso c’è da dire che la competizione per conquistare le prime dieci posizioni assolute finali, che daranno diritto a partecipare al prossimo campionato italiano individuale, è molto combattuta e difficile da pronosticare.
L’ultima prova del campionato si svolgerà domenica 20 luglio sul campo gara del fiume Tevere ad Umbertide in provincia di Perugia.
E qui per insidiare i grossi cavedani e le carpe servono due requisiti fondamentali la classe e la forza. Chi saprà interpretare al meglio quest’ultima prova diventerà sicuramente il nuovo campione provinciale 2008.

sabato 21 giugno 2008

MEMORIAL ALESSANDRO MEINARDI

PESCA IN FIUME SUL LAMONE DI FAENZA

VINCE L'AMO FORLIVESE

“MEMORIAL ALESSANDRO MEINARDI”

Il 21 giugno 2008, per tutti i pescatori faentini ed in particolare per i soci della Società di pesca Dino Linari, è stato un giorno importante.
Con una gara si è voluto commemorare un grande personaggio della pesca che ha contribuito a divulgare questo sport tra i giovani lasciando, con la sua scomparsa, un vuoto incolmabile tanto che ancora oggi viene ricordato.
Stiamo parlando di Alessandro Meinardi fondatore e per 25 anni Presidente della Società di pesca Dino Linari di Faenza.
Meinardi viene commemorato ogni anno con una manifestazione di pesca sportiva proprio così come lui avrebbe desiderato.
Teatro di questa gara di pesca è stato il fiume Lamone di Faenza.
Su questo fiume Meinardi ha trascorso molti momenti di pesca organizzando tra l’altro molte gare sociali grazie alle quali riusciva a coinvolgere tante altre persone.
Le premiazioni e il rinfresco finale si sono svolti presso Villa Franchi di Faenza, sede della stessa Società Dino Linari, alla presenza del figlio Amedeo Meinardi il quale ha sponsorizzato la gara e premiato i pescatori.
Per la cronaca alla gara hanno partecipato 14 società provenienti da tutta la Romagna ed alla fine, dopo le operazioni di pesatura, è stata proclamata vincitrice del Trofeo 2008 la squadra dell’Amo Forlivese, rappresentata dal suo capitano Simoncelli, grazie a kg. 25,420 di pesce pescato.
Nelle tre ore di gara i pescatori hanno cercato di dare il meglio di se nel tentativo di vincere e scrivere il proprio nome sull’albo d’oro di questo prestigioso trofeo.
Anche il pesce ha fatto la sua parte: basti pensare che complessivamente sono stati catturati circa 250 chili tra cavedani, barbi e qualche carpa ovvero 3,5 kg. di media pro-capite..
La gara è stata suddivisa in due settori nei quali hanno raggiunto il podio le seguenti formazioni:
settore A: 1° di settore Team Le Aquile di Forlimpopoli con kg. 25,160 di pescato; 2° Società Quattro Porte di Forlì con kg. 22,580; 3° di settore Pesca Sport Imolese con kg. 21,460.
settore B: 1° di settore Amo Forlivese con kg. 25,420; 2° di settore Club Cannisti con kg. 19,980; 3° di settore Lenza Forlivese con kg. 16,800.

venerdì 20 giugno 2008

Sardegna terra di sole, di mare e di tanti pesci!


SORO GIOVANNI GRAN CUOCO E GRAN PESCATORE













Giorni fa sono stato in Sardegna per ragioni di lavoro. La località dove ho soggiornato si chiama Chia nel comune di Domus de Maria in Provincia di Cagliari. Il mare, nel sud della Sardegna, si presenta sempre cristallino dalle trasparenze di quarzo con tutt’attorno una natura fiera e selvaggia che rivela un’autentica e seducente bellezza in una vivace varietà di panorami e scenari.
Isola che inebria con i suoi profumi e sapori e che intriga con i suoi simboli e riti, eredità di arcaiche arti e tradizioni. Isola dove è possibile lasciarsi andare e contemplare il presente.
In questa isola del Mediterraneo vive un popolo antico e longevo che con sapienza e dedizione ha custodito nei secoli un patrimonio naturale di immutata maestosità.
Coste sinuose incorniciate da dune scolpite dal vento e litorali di sabbia immacolati adornati da ginepri e macchia aromatica che celano calette solitarie e silenziose.
Nell’entroterra pittoreschi paesi si specchiano su laghi e fiumi circondati da altipiani basaltici e fiere montagne ammantate da foreste da querce da sughero lecci e corbezzoli. Lagune e stagni pescosi, dolci colline madri di secolari ulivi e vaste pianure cerealicole compongono e completano come tessere di un mosaico policromo, l’infinita varietà degli scenari naturali sardi.
Nel territorio della provincia di Cagliari l’ambiente è stato preservato grazie anche alla creazione di speciali aree di conservazione , quali l’area marina protetta di Capo Carbonara a Villasimius, la riserva WWF di Monte Arcosu ad Uta rifugio del cervo sardo e del gatto selvatico ed il parco dei Sette Fratelli. Tra le varie aree di protezione nella provincia di Cagliari si trovano inoltre i parchi di Molentargius e Santa Gilla, zone umide che come santuari naturali ospitano oltre 200 specie di uccelli acquatici, tra i quali domina per regolarità ed eleganza il fenicottero rosa che vi dimora e nidifica.
La costa sud della Sardegna, nel tratto che va da Baia Chia a Cala Cipolla, si può considerare come una delle più complete, dal punto di vista fisico e morfologico, per la pesca da terra. L'amante della pesca trova sicuramente a Torre di Chia e Capo Spartivento, due luoghi ideali dove praticare il proprio hobby. Con canna fissa e galleggiante si possono insidiare cefali, occhiate, spigole, orate, sparlotti, saraghi ecc., usando come esca pastetta oppure vermi quali la tremolino, il koreano e la sardina.


DUE PESCI CATTURATI NEL MARE DI SARDEGNA













L'attrezzatura da legering permette di tentare la cattura a fondo, con il bigattino, di spigole, orate e cefali. Pescando con canne e mulinelli di una potenza tipica del surfcasting, con esche come il bibi, la sardina, il murice, la cozza e anche con il muggine o l'anguillina viva, non è raro incappare, in certi periodi dell'anno, in emozionanti combattimenti con grosse orate, spigole e molto di frequente leccie, ricciole e pesci serra. Tutta la costa offre spot adatti alle varie tecniche: la pesca ai saraghi con la bolognese, oppure a fondo, durante le scadute di maestrale. In questo tratto si può praticare la pesca dalla scogliera, come pure dalla spiaggia. Per chi ama le lunghe camminate e i sentieri impervi, si trovano degli hot spot mozzafiato per l'impareggiabile bellezza, con scogliere alte e frastagliate, con un mare blu e profondo, dove ci si può arrivare solo con qualcuno esperto dei luoghi.
Nelle prime ore del mattino, prima dell’inizio del lavoro, ho potuto praticare la pesca dalla scogliera e le catture di pesce pregiato non sono mancate.
Grazie ad un amico pescatore del luogo, che mi ha prestato l’attrezzatura e l’esca giusta, sono riuscito a catturare una spigola un sarago e un’orata.
Ore indimenticabili dove le emozioni che si provano lasciano un segno indelebile nell’anima di chiunque.
Per questo credo proprio che ritornerò, appena posso, in questi luoghi incantati pieni di sole, di mare e di tanti pesci.

mercoledì 18 giugno 2008

IL MOSTRO RIEMERGE DAGLI ABISSI


VALENTINO FAEDI CON IL "MOSTRO" APPENA CATTURATO

C'E' UN ALTRO GRANDE SILURO DA CATTURARE AL LAGO DEL SOLE DI FORLI'

VALENTINO CI E' RIUSCITO MA HA RIAPERTO LA SFIDA



Per vincerlo è stata necessaria una dura battaglia

Un altro mostro degli abissi ha attaccato l’esca di un pescatore forlivese accendendo una dura lotta dalla quale ad averne la meglio è stato ancora una volta il pescatore.
Alcuni mesi fa avevamo dato notizia della cattura di un grande siluro catturato al lago del sole. Con quella cattura si pensava che il “mostro” che da mesi stava ossessionando i tranquilli pescatori del lago si fosse riportata la tranquillità ma evidentemente non era così.
Nelle profonde acque del lago vivevano indisturbati questi due bestioni, forse una coppia, i quali si ingrassavano grazie alle facili prede immesse nel lago dal gestore, ignaro della presenza sinistra di questa specie famelica.
Il pesce da divertimento, carpe, amur e trote proviene da allevamenti di pesce e forse la provenienza di questa specie, tipica dei grandi fiumi dell’est come il Danubio e il Volga, è da ascrivere proprio ad una di queste circostanze.
A catturare il secondo siluro è stato un giovane pescatore di Forlì: Andrea Valentino il quale ricorderà per tutta la sua vita i momenti salienti di questa lotta che ha visto protagonisti la forza dell’uomo contro quella di un pesce gigante.
E proprio da Andrea ci facciamo raccontare i momenti che hanno preceduto questa importante cattura da gunnes dei primati:

La cattura e avvenuta mercoledi 18 giugno alle ore 22:30 circa presso il lago del sole Forli. Quel pomeriggio io ed il mio amico Andrea, visto la bella giornata, decidiamo di incontrarci al lago per una breve sessione di pesca a carpfishing. Nel lago corre voce della presenza di un altro pesce siluro, nella sacca delle canne oltre le mie mitiche canne Nash da 2 libre e 3 quarti decido di aggiungere una canna Shimano 3 libre da 12 piedi, recupero una piccola anguilla per esca e parto. La giornata e calda e le catture non sono numerose, alle ore 18 monto la canna destinata al siluro, canna Shimano , mulinello surf casting provvisto di baitrunner con bava in nylon da 50 libre, un galleggiante scorrevole da 100 grammi, un terminale di filo trecciato da 60 libre ed un amo della misura numero 2. Innesco l’Anguilla viva per la coda e do 2 metri di acqua al galleggiante. Il lancio è a circa 15 metri dalla sponda vicino all angolo dove e riposta la gabbia per le trote, posiziono la canna sulla sponda, passano tre ore la visibilità scarseggia cerco nella borsa una star lite ma ecco la prima partenza e decisa, corro sulla canna faccio l’afferrata ma purtroppo nulla. Recupero la canna a malincuore noto che l’anguilla non ha un graffio controllo filo e galleggiante inserisco la star lite e rilancio la canna nello stesso punto di prima. Passa circa un ora ed ecco la seconda partenza questa volta c’è dopo 20 minuti circa di combattimento riesco a portare la preda sotto sponda. Ad un certo punto intravediamo la sagoma scura e sinistra è un esemplare di circa 2 metri…pauroso! Immergo il guadino che misura 120 cm di larghezza e 170 cm di profondità in acqua, riusciamo a d insaccare la preda con fatica perchè si dimenava con forza e stavamo attenti a tenere lontane parti del nostro corpo dalla sua enorme bocca dentata. Alla fine riusciamo a portarlo sulla sponda. E un pesce siluro di ben 184 centimetri con un peso di 60 kg.
Dopo le foto di rito decidiamo di comune accordo col gestore del lagoRavaioli Jader di ridare la libertà a questo pesce siluro che da oggi fa un po’ meno paura a tutti.

Valentini Andrea sull’onda della passione per la pesca, insieme ad alcuni suoi amici sta costituendo a Forlì un club specifico di carp fishing.
Gli interessati possono contattarlo al n° 328-9535248.

domenica 15 giugno 2008

VATTELAPESCA: GIOVANI PESCATORI ALLA RIBALTA

“VATTELAPESCA” 2008

Domenica 15 giugno presso il lago Pino di Forlì Cesena, situato a San Lorenzo in Noceto di Forlì (strada Forlì - Predappio) è iniziata la seconda edizione del “Vattelapesca”, manifestazione organizzata dalla FIPSAS rivolta a tutti i giovani e ragazzi della provincia di Forlì Cesena.
Le prossime giornate di ritrovo sono previste per sabato 28 giugno, domenica 13 luglio, domenica 3 e 31 agosto, domenica 21 settembre.
Per partecipare alla gara di pesca è obbligatorio avere la tessera Fipsas, essendo questo un lago gestito dalla Federazione pesca, che si può facilmente reperire presso tutti i negozi di pesca o direttamente al lago Pino al costo di euro 5.
Per informazioni e prenotazioni si possono contattare Cinzia o Marzio della FIPSAS al numero 347-1126269 oppure 328-9123847.
L’orario per il ritrovo è previsto alle 15 presso il lago Pino mentre l’inizio della pescata è stabilito alle ore 16 con termine alle ore 18.
Tutti i partecipanti saranno premiati mentre per chi riuscirà a catturare il pesce più grosso vincerà un bel trofeo.

lunedì 9 giugno 2008

Katia Baldisseri: una donna nel mondo della pesca.


CATIA BALDISSERRI AD UMBERTIDE













Katia Baldisseri di Cesena, da 30 anni pratica un hobby che poi è divenuto una vera e propria passione: la pesca al colpo.
Tutta la settimana è presa dal lavoro ma alla domenica non ce n’è per nessuno.
Il suo “habitat” naturale non è il salotto di casa o la poltrona di qualche teatro ma le rive di un fiume o le sponde di un canale dove poter catturare pesci con la canna e la lenza.
A Katia ho rivolto alcune domande per cercare di conoscerla meglio e per farci capire come ha fatto ad innamorarsi di questo sport che pratica con tanta grinta.

D: allora Katia come è entrata la pesca nella sua vita?
R: La passione è stata travolgente; la contaminazione è avvenuta durante le uscite domenicali per accompagnare il moroso a pesca. All’inizio fu per scherzo ma poi ho iniziato a provare le emozioni delle prime catture. Da li la mia sfida personale con i pesci non si è più fermata fino al punto da esplorare anche il mondo delle competizioni.
D: quale tipo di pesca preferisce?
R: una pesca che oggi non viene quasi piu’ praticata “ la pesca all’arborella”
D: Riesce a prepararsi per andare a pescare?
R: certamente ogni domenica la dedico alla pesca perché fare gare di pesca richiede una preparazione fatta di ore di allenamento sui vari campi di gara e soprattutto occorre saper utilizzare bene le varie attrezzature.
D: con quale Società di pesca gareggi?
R: mi sono iscritta nella Società di pesca Le Aquile di Forlimpopoli nel 1976 iniziando con le gare sociali in fiume e poi con le gare più impegnative in laghi e canali.
D: come si trova a gareggiare con gli uomini?
R: nessun problema, semmai il problema è loro quando devono giustificare una sconfitta patita ad opera di una donna pescatrice.


LA GRINTA DI CATIA














D: ma quante sono le donne nella pesca?
R: per la verità in provincia di Forlì Cesena non siamo molte a fare gare. Ne ho incontrate qualcuna a pescare per divertimento in fiume e in lago. Nella nostra provincia abbiamo avuto una donna, ancora oggi in attività con le gare di pesca, che è riuscita a raggiungere le vette più alte dell’agonismo partecipando con la nazionale italiana di pesca ai campionati del mondo. A livello nazionale siamo diverse che pratichiamo gare di pesca. Per esempio sabato e domenica 21 e 22 luglio ero ad Umbertide sul fiume Tevere per fare la finale del Campionato Italiano femminile eravamo 23 donne provenienti da tutta Italia.
D: com’è andata?
R: Una gara molto sentita perché non capita sempre di arrivare alla finalissima di un importante torneo nazionale. Ho pescato con la canna roubaisienne perché è quella che assicura i migliori risultati su questo bellissimo campo di gara umbro.
Una tecnica di precisione che mi ha permesso di catturare in due giorni quasi 12 chili di pesce tra carpe, carassi e cavedani.
D: raccontami un bel ricordo di pesca sportiva
R: quando ancora non si effettuavano i campionati italiani femminili ero riuscita, con i miei risultati, ad avere la possibilita’ di gareggiare alla pari degli uomini per i campionati italiani.
D: cosa trova di bello in questo sport?
R: Questo sport ti porta ad essere a contatto diretto con la natura e regala tante emozioni a chi lo pratica.
D: si sente di lanciare un messaggio al mondo femminile?
R: certo vorrei dire loro di provare almeno una volta di cimentarsi con la canna e la lenza. Con pochi soldi si può comprare l’attrezzatura necessaria e magari andando in qualche lago, per esempio il lago Pino di Forlì è veramente valido, ci si può divertire riuscendo a catturare tanto pesce. Poi se si va a pescare nel fiume si entra in contatto diretto con la natura selvaggia e questo di trasforma facendoti stare veramente bene. Vedo donne che vanno in bicicletta, che giocano a calcio, a tennis, che fanno atletica e alcune addirittura fanno boxe. Per cui è normale se anche le donne vanno a pescare. Non dimentichiamo che andando a pescare si riesce a stare in relax e a fare anche tante amicizie.
Anzi se qualcuna mi vuole contattare per chiedere informazioni sulla pesca può telefonarmi al n° 3891606007

Allora ringrazio Katia per la cortese disponibilità a questa intervista.
In “bocca alla balena” per le prossime uscite di pesca.

Grazie a voi.

Il team Ravanelli di Cremona medaglia di Bronzo in Francia

Agonismo internazionale di pesca al colpo:
NIORT Francia 7/8 giugno 2008


LO SQUADRONE DEI CAMPIONI DEL TEAM RAVANELLI












La società Team Ravanelli Trabucco rappresentava l’Italia al campionato del mondo per club che quest’anno si è svolto a Niort in Francia.
La squadra campione d’Italia in carica ha ottenuto un grande risultato giungendo 3° con 89,5 penalità dietro a Olanda la quale con 65 penalità vince il campionato del mondo. Secondo posto per uno strepitoso Portogallo, cresciuto tantissimo negli ultimi anni, il quale ottiene 66,5 penalità.
Nella gara del sabato 7 giugno la squadra italiana ha ottenuto i seguenti piazzamenti individuali:
Gianluigi Sorti 1°; Massimiliano Greco 2°; Roberto Trabucco 4°; Stefano Defendi 11°; Roberto Innocenti 21,5°
Mentre in gara due svoltasi domenica 8 giugno 2008 la squadra italiana ha ottenuto questi piazzamenti: Gianluigi Sorti 4 penalità; Stefano Defendi 6 penalità; Roberto Trabucco 13 penalità; Massimiliano Greco 13 penalità; Roberto Innocenti 14 penalità.

domenica 8 giugno 2008

TROFEO FIPSAS LAGHETTI: IL PUNTO DEL CAMPIONATO

Trofeo Fipsas di pesca in laghetto


PANORAMICA DEI LAGHETTI FIPSAS













Il campionato di pesca in laghetto è giunto a metà percorso dopo la terza prova svoltasi domenica 8 giugno nei campi di gara prescelti dalla Federazione: lo stagno Pino a Forlì e i laghetti FIPSAS di Poggio Berni a Rimini.
La scelta di due laghi diversi nasce per soddisfare i pescatori delle due provincie: Rimini e Forlì Cesena.
Il Trofeo FIPSAS sviluppa quindi una classifica sulla base dei partecipanti di ciascun lago e i contendenti alla vittoria risultano:
Laghetti Poggio Berni: squadra A Città del Rubicone formata da Ramilli Lamberto, Graffieti Romeo, De Lorenzi Riccardo e Guidi Germano con 24 penalità. Segue a ruota la squadra A del GPS Santarcangelo con 30 penalità mentre la terza posizione è dell’Amo Santarcangiolese con 32 penalità.
Sul versante riminese per il momento risulta essere il miglior pescatore con 4 penalità DE LORENZI Riccardo appartenente alla società di Savignano sul Rubicone.
De Lorenzi in tre gare ha portato alla pesatura kg. 12,3 di pesce.
La classifica delle squadre che partecipano al lago Pino dopo la terza prova vede sul podio le segienti formazioni:
1° Club Pescatori Forlì squadra A con 20 penalità;
2° A.P.S. Rimini Miramare squadra A con 25,5 penalità;
3° Club Pescatori Forlì squadra B con 26 penalità.
Il capo classifica del Lago Pino con 4 penalità è SARAGONI Marco porta colori del Club Pescatori Forlì il quale in tre prove è riuscito a catturare kg. 19,95 tra carpe e carassi.
La classifica combinata progressiva per squadre vede al comando le seguenti formazioni:
1° Club Pescatori sq. A con 20 penalità e kg. 78,950 di catture;
2° posto per l’ A.S.D. Città Del Rubicone sq. A con 24 penalità kg. 43,430 di pescato;
3° gradino del podio occupato dagli agonisti della società A.P.S. Rimini Miramare sq. A grazie a kg. 41,210 di pesce catturato.
A livello individuale risulta in testa alla classifica combinata con 4 penalità Saragoni Marco il quale ha catturato kg. 19,950 di pesce bianco di stagno. Seguono Zangari Luigi e Ragazzini Fabio rispettivamente on 2° e 3° posizione.

mercoledì 4 giugno 2008

CAMP. PROMOZIONALE FORLI' CESENA 2008

Campionato PROMOZIONALE 2008 di pesca al colpo


TOMEDEI E ROSSI DELLE AQUILE













Sul canale bolognese Riolo si è svolta domenica 1° giugno la terza prova del Campionato promozionale 2008 valido per squadre di pesca della provincia di Forlì Cesena. Alla gara vi hanno preso parte circa 50 concorrenti suddivisi per squadre di Società. Se nella prova precedente, svoltasi nel canale ravennate del Destra Reno, si sono imposti gli specialisti della pesca all’alborella con in testa i forti agonisti delle Aquile capitanati dal Patron Rocchi Tino, nella terza prova emiliana hanno avuto la meglio gli agonisti di Savignano sul Rubicone guidati dal capitano Lamberto Ramilli i quali hanno sfruttato al meglio la pesca con la canna roubaisienne. Piccoli carassi e qualche carpa il bottino di giornata. La classifica progressiva a squadre, dopo la terza prova, è la seguente: 1 A.S.D. Città Del Rubicone FC (sq. B) con 36,5 penalità; 2 Team 3000 R.S.M. (sq. A) con 44 penalità; 3 A.P.S. Le Aquile FC (sq. C) con 50,5 penalità;
A livello individuale invece sono posizionati nelle prime cinque posizioni i seguenti agonisti:
1° DELLA VALLE Roberto con 6 penalità e kg. 10,63 di pescato appartenente alla Società Team 3000 della Repubblica di San Marino; 2° TOMEDEI Angelo con 7 penalità e kg. 7,43 di pescato appartenente alla Società A.P.S. Le Aquile Forlimpopoli; 3° PIVA Mario con 8 penalità e kg. 7,72 di pescato appartenente alla Società Team 3000; 4° SPORTELLI Stefano con 8 penalità e kg. 8,9 di pescato appartenente alla Società Lenza Club Borellese di Borello di Cesena; 5° LEMBO Michele con 8 penalità e kg. 11,44 di pescato appartenente alla Società A.P.S. Le Aquile Forlimpopoli. Seguono altri concorrenti con maggiori penalità.

lunedì 2 giugno 2008

SERIE A 2: Grande performances della Società Città del Rubicone Trabucco

Pesca al colpo: Cavo lama 3° prova Serie A2


IL TEAM RUBICONE














Intervista al capitano della squadra Luca Piscaglia sulla due giorni del Cavo lama sul quale la Società romagnola ha ottenuto un ottimo risultato grazie al quale è riuscita a risalire molte posizioni nella classifica progressiva.

D: Allora Piscaglia sul Cavo Lama due prove da incorniciare che fanno bene alla classifica; come avete trovato il Lama dopo le delusioni dei giorni scorsi?
E’ con sollievo che posso affermare, dopo le due prove del nostro campionato, che il Cavo Lama sta tornando lo splendido campo di gara che tutti abbiamo conosciuto.
E’ bastato che il Consorzio di bonifica, che regola le acque del canale, provvedesse ad aumentare il livello dell’acqua che giorno dopo giorno si vedevano i miglioramenti.
Gia nella gara del giovedì si era potuto notare che il pescato stava lentamente crescendo rispetto alle ultime gare e questo faceva ben sperare per il nostro week end.
Al sabato mattina, in gara 2, tutti i garisti si aspettavano dal pesce una maggiore disponibilità a mangiare e invece così non è stato.
C’erano zone dove il pesce ha cominciato ad abboccare subito alle lenze mentre in altre è stato diffidente.
D. come avete impostato la gara voi della Città del Rubicone?
Nella gara del sabato come squadra decidiamo di preparare sia la pesca alla massima lunghezza di roubaisienne per pescare al centro del canale sia la pesca con canna corta a 6/7 pezzi per insidiare i pesci dove il fondale crea uno scalino.
D: come è stata la tua gara?
Il sorteggio mi colloca in un posto di pesca dove vedo pochissime abboccate mentre altri concorrenti catturano pesce con più regolarità. Riesco però a catturare una carpa da mezzo chilo circa che mi rimette in corsa ma i carassi stentano ad entrare in zona pesca.
Decido quindi di provare a 6 pezzi di canna e finalmente riesco a catturare una ventina di carassi che mi faranno fare il terzo di settore. Non male per come si erano messe le cose.
D: e gli altri della tua squadra come sono andati?
Al termine della gara apprendo dal cellulare che anche gli altri hanno ottenuto un buon risultato. Infatti Paolo Barili conquista un bellissimo primo di settore, Claudio Masinari un ottimo secondo di settore e Zavoli Oscar purtroppo non va oltre il settimo di settore dopo avere perso alcune carpe.
Chiudiamo con 13 penalità e facciamo i terzi di giornata.
D: dopo la prova del sabato avete trovato la strada in discesa per la gara del giorno dopo?
Nel viaggio di ritorno da Carpi a Savignano facciamo il punto della situazione e decidiamo di cambiare poche cose. Stessa impostazione di gara, stesse lenze varianti da 1 a 2 grammi e stessa pasturazione.
Per la verità eravamo un pò tesi di fronte alla necessità di mediare il cattivo risultato ottenuto in gara 1 sul canale Brian a Venezia.
La domenica in gara 3 prendo benissimo le prime due ore e stento un pò nella terza ora di gara ma ho la sensazione di essere andato bene perché non ho mai avuto vuoti nelle catture.
Purtroppo altri concorrenti avevano preso meno carassi ma alcune carpe di taglia super che alla pesa fanno la differenza e così anche in gara 3 non vado oltre il terzo di settore.
Purtroppo il jolly delle carpe grosse mi è toccato anche a me ma senza successo.
Il dopo gara è un continuo trillare del telefonino. Arrivano le prime conferme dai pescatori della mia squadra, Barilli vince ancora, Zavoli non ripete gli errori del giorno prima e vince anche lui e purtroppo Masinari nel recuperare una carpa a pochi minuti dalla fine rompe la canna perdendo il pesce che gli avrebbe dato la vittoria ma riesce comunque a chiudere bene con un 4° posto.
D: tutto sommato un ottimo week end in Emilia?
Queste due gare hanno ridato morale alla nostra squadra e adesso guardiamo avanti alle prossime sfide molto impegnative. Dopo tre gare abbiamo risalito molte posizioni in classifica e adesso siamo quinti. Il prossimo appuntamento è sul canale derivatore del fiume Mincio il Fissero Tartaro. Gara difficile perché si pescherà con l’uso obbligatorio ed esclusivo di esche come fouille e ver de vase. Il Fissero è un canale molto bello pieno di pesce ma difficile da pescare. Noi della Rubicone lo ricordiamo amaramente perché l’anno scorso proprio su questo campo di gara si è consumata la nostra retrocessione in A2. Quindi una rivincita per tentare una pronta risalita ai piani alti dell’agonismo nazionale.

domenica 1 giugno 2008

ANITA: 2° PROVA TROFEO REGIONALE EMILIA EST

Anita 1 giugno 2008


LA SQUADRA A DEL CITTA' DEL RUBICONE
(BROLLI, BERSANI, SEMPROLI, SCARPONI)











Il canale di Anita, ha ospitato il 1 giugno 2008, la seconda prova del campionato regionale Emilia est di pesca al colpo.
La gara è iniziata alle ore 9 anticipata dalla parentesi pasturazione di 5 minuti.
La giornata, dal punto di vista climatico, è stata ottima; un po’ meno invece la regolarità della pescosità la quale ha fatto registrare purtroppo anche alcuni cappotti.
I tre classici pesci di Anita, carassi, breme e carpe, in questa domenica, dove per tradizione si sono sempre verificate buone pescate, non si sono meritati la sufficienza.
Al raduno, presso la Casa del popolo di Anita gestita dai coniugi Imerio e Patrizia Campi, i commenti si sono sprecati.
Gruppetti di persone ragionavano animatamente per mettere a confronto l’impostazione della propria gara per esaminare errori e successi.
Ma la parentesi più amara di questa gara si è avuta tra pescatori e Direzione di gara per la decisione adottata dal giudice di gara riguardante la squalifica di alcuni concorrenti, rei di avere avuto la lunghezza della canna non conforme a quanto previsto dal regolamento ovvero 13 metri.
Per la verità il Sig. Guidetti, la mattina prima degli abbinamenti, aveva preavvertito i pescatori che alcuni settori sarebbero stati oggetto di controlli specifici ma aveva omesso di dire che avrebbe tollerato i casi di canne di pochissimo superiori ai 13 metri.
Infatti la polemica, che si è alimentata a fine gara, si è sviluppata proprio su questo aspetto.
Squalificati coloro che avevano la canna più lunga di 13,05, graziati invece coloro che l’avevano lunga 13,01 - 13,02.
Addirittura un agonista oggetto di verifica è stato trovato con la canna lunga 13,40.
Malumori e tensioni a fine gara che non fanno bene all’ambiente e che non devono più verificarsi.
La Federazione deve assolutamente diramare una nota interpretativa per chiarire questo aspetto.
Se devono essere 13 metri fiscali anche chi aveva la canna lunga 13,01 o 13,02 doveva essere squalificato e ancora con quale criterio è stata misurata la canna? innestando la punta scelta dal concorrente o quella scelta a caso dal giudice?
Dico questo perché la lunghezza della canna può variare in ragione del tipo di punta che si va ad innestare in quanto l’imboccatura non sempre è uguale.
Inoltre la norma dei quattro metri di filo consentiti tra la punta ed il galleggiante annulla di fatto la misura fiscale della canna per la quale potrebbe anche essere adottato un minimo di tolleranza (5%) stesso criterio che si usa con la velocità delle auto ai fini della rilevazione con l’autovelox.
Infine da tenere in considerazione che molti usano un cono tappo di protezione che viene inserito nel prolunghino del quale il regolamento pare non ne faccia menzione.
Per cui i tre centimetri del cono tappo sono da considerarsi parte integrante della canna o va escluso dalla misurazione?
Tanti dubbi da chiarire in fretta per evitare che in futuro si possano verificare situazioni antipatiche e tristi come quelle viste nella 2° prova del regionale est ad Anita.
Ritornando alla gara si impone con forza la squadra A delle Canne Estensi Milo di Ferrara la quale vince la prova di giornata con 7 penalità piazzandosi tra l’altro anche al primo posto della classifica progressiva squadre.
Sul podio di giornata da segnalare il secondo posto della Società Camaldoli di Bologna con 10 penalità e al terzo posto la squadra A della Società Amo Santarcangiolese di Rimini con 10 penalità.
Nella classifica progressiva squadre, oltre alla capolista Canne Estensi squadra A, segue al secondo posto la squadra A del Team Città del Rubicone Trabucco di Savignano sul Rubicone e al terzo la squadra B della Società Rimini Miramare Colmic di Rimini.
La classifica progressiva individuale vede in testa Cevoli Franco della Società Rimini Miramare con 2 penalità ed un peso complessivo di kg. 8,680; al secondo posto Colletto Roberto del Team Le Aquile Forlimpopoli con 3 penalità e kg. 17,200 di pescato mentre in terza posizione c’è Semproli Fabrizio della Società Città del Rubicone con 3 penalità e kg. 14,390 di pesci catturati.
La terza prova del campionato è prevista sul canale Acque alte di Bologna tra un mese circa.
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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