venerdì 27 settembre 2002

FUOCHI D’ARTIFICIO IN DESTRA RENO

Con l’assoluto di giornata, realizzato nell’ultima prova del box canale, gli alfieri del GPS hanno voluto strabiliare tutti gli avversari vincendo la gara con 28 kg. di carassi pescati.
Tecnica inglese a senso unico nonostante una fitta nebbia che ha ostacolato per mezza gara l’azione di pesca.
Ma nulla poteva fermare gli “indiavolati” garisti.
Se c’è nebbia si accendono i fari, non quelli dell’auto, ma quelli del cervello così con un po’ di astuzia, mentre altri garisti smoccolavano perché non si vedeva un tubo i nostri catturavano carassi a tutta birra.
Neanche una carpa nella nassa, ma solo “bastardi”, che fino alla fine al centro canale hanno obbedito agli ordini dei garisti GPS.
Diciamo che avere il picchetto, ultimo del campo di gara, di solito agevola il pescatore esterno, ma i nostri ragazzi hanno catturato regolarmente tutti e quattro. Come hanno fatto? Chiedete a loro!!!!

sabato 21 settembre 2002

La Società di pesca:Istruzioni per l’uso.

Per fare una grande Società di pesca ci vogliono grandi pescatori e grandi dirigenti.
Ci sono Società di pesca che diventano grandi e forti perché hanno le persone giuste per dirigere e per pescare.
In altre, invece, alcuni soci pensano, più che a pescare, ad alimentare polemiche con pettegolezzi contro tizio o contro caio.
Queste persone sono quelle che di solito sparlano molto e lavorano poco, anzi, spesso sono la causa del fallimento delle Società.
Una Società di pesca dovrebbe essere come una bella cassa di mele;
Quando una mela fa la bolla, se non la si toglie, anche le altre pian piano iniziano a marcire e così tutta la cassa di li a poco deve essere gettata.
Una Società di pesca dovrebbe essere sempre e solo un ritrovo positivo di amici.
Se il venerdì sera è il giorno più magico della settimana, la domenica è quello più sacro, senza i quali sarebbe più difficile ricaricare le pile.

mercoledì 18 settembre 2002

UNA STRANA PESCATA NEL CAPANNO

Avevano accettato l'invito di alcuni amici di Anita per una pescata nel capanno con le reti a bilancia nelle valli di Comacchio e conseguente frittura del pescato che si fosse riuscito a catturare.
Il programma per gli invitati, che nell'occasione dovevano essere Macrelli, Scarponi e Foschini, si presentava assai gradevole ma per qualcuno la "sfiga" aveva confezionato una vigilia da non dimenticare facilmente tanto che Macrelli doveva disertare la serata.
Il Presidente GPS, infatti, in un incidente proprio per andare ad Anita qualche giorno prima a pescare, aveva distrutto l'auto.
Anche Scarponi il giorno prima era stato tamponato in auto ed era costretto al rigido collare per i postumi.
All’appello della "sfiga" sembrava mancasse qualcuno.
Ma quando se ne accorse provvide quel giorno stesso a infierire anche su Foschini.
Arrivati sul luogo di pesca, dopo aver attraversato le valli passando per strade buie e sconosciute, gli amici del GPS trovano alcune persone tra le quali alcuni vecchi bracconieri di valle intenti a raccontare le scorribande giovanili della pesca di frodo.
Qualcuno ricordava quando andavano a pescare le anguille di notte nelle paludi e a cacciare anatre e nello stesso tempo ad essere loro stessi cacciati dalle guardie.
Nel frattempo in un camino esterno la legna bruciava richiamando con la luce ed il calore nuvole di zanzare e non solo.
Mentre la legna bruciava per diventare brace mentre il sottoscritto adocchiava la rete che ogni tanto veniva recuperata ma la tanto decantata frittura di valle non era sufficiente per sfamare lo stomaco di Scarponi e Foschini lasciato vuoto per l’occasione per tutto il giorno.
I due amici del GPS si guardavano preoccupati anche perchè la fame cominciava a farsi sentire fino a rasentare il dolore.
Nel frattempo arrivò al capanno un signore pieno di rughe in volto e dall’andamento un pò trasandato il quale da una busta estrasse della carne da cucinare sulla griglia.
La brace intanto si era formata e la graticola era già pronta per l’uso.
Lo stesso omaccione rugoso e trasandato con le sue mani ruvide ingranfò la carne e la mise adagiata su quelle graticole annerite e ingrassate di olio ristretto da chissà quante precedenti cotture.
Di li a poco la carne arrivò sulla tavola e dall’apparenza dava l'idea che non si sarebbe fatta masticare facilmente.
Il rosso della carne, ancora semi cruda, veniva interrotto dalle righe di nero dell'impronta del marchio della graticola.
I commensali provarono a servirsi.
Le poche salsicce scomparvero in un batter d'occhio.
Nel piatto centrale erano rimaste alcune fette di carne dallo strano colore rossonero "milanista" che i presenti non hanno saputo dire di quale tipo di bestia fosse stata: maiale?, vitello? agnello?, bohh, chissà.
Nemmeno dal sapore si riusciva ad intuire qualcosa perchè la graticola, mai pulita e mai lavata, aveva trasmesso alla carne diversi aromi che ne confondevano il sapore.
La carne infatti sapeva di un pò di tutto, se così si può dire, di carne mischiata a pesce e verdure.
Un mix di odori e sapori che poteva essere sfruttato per un programma a quiz televisivi.
Intanto la signora sfiga stava lavorando in silenzio per regolare i conti anche con Foschini.
Una fetta di carne, infilzata da Viller, non voleva assolutamente farsi tagliare, eppure i coltelli erano affilati.
Addirittura, ad un certo punto, ci sembrò di sentire un belato.
Fu quel tetro lamento a farci capire che Viller aveva nel piatto un pezzo di pecora.
D’altra parte se la carne fosse stata di maiale si sarebbe udito un grugnito.
Scarponi vide con i suoi occhi sbarrati di stupore.
La pecora non voleva saperne di farsi infilzare da Viller il quale ormai esausto e sempre più nervoso, dopo siffatto lavorare, abbandonò a se stesso l'animale che sembrava muoversi nel piatto.
I due affamati del GPS dovettero completare la cena per ammazzare la fame rosicchiando un pezzo di pane ferrarese tra l'altro di quello duro che scorticava le gengive.
Il ritorno in auto fu drammatico.
Per alcuni chilometri regnava il silenzio.
Scarponi che riuscì nell'impresa di ingoiare un pezzo di quella carne, ovviamente senza riuscire a masticarla, probabilmente era la stessa pecora che Viller cercava di infilzare, aveva la sensazione che nello stomaco si muovesse qualcosa come se un animale vivo si scuotesse disperato al suo interno.
Per calmare l'animale imbestialito i due amici si dovettero fermare in un bar di Anita per ingoiare una buona dose di "torci budella" ma per digerire forse occorreva del tritolo liquido.
Solo in quel modo l'animale che scorazzava all’interno dello stomaco di Scarponi riuscì a calmarsi.
Forse l’alcool lo aveva steso addormentato o forse addirittura morto avvelenato.
Riuscirono così a trascinarsi fino a casa ma molto scossi per quanto accaduto e in un orario da non immaginare.
Al mattino seguente Scarponi giurò di non ritornare mai più a pesca nel capanno. Meglio la canna.
Morale: attenzione, la carne si può anche mangiare al sangue ma assicurarsi che l'animale non sia ancora vivo.
Parola di Foschini e Scarponi.
Anita Settembre 2002

venerdì 13 settembre 2002

Trofeo Team MASTER TRABUCCO 2002 ad Anita

Il mini campionato svoltosi su sette prove di cui due di scarto, organizzato nel mese di agosto ad Anita dal Sig. Umberto Guidetti ha visto un nostro atleta classificarsi al 10° posto assoluto nella classifica finale.
Si tratta di Alessandro Scarponi, il quale in virtù di 5 gare effettuate e 13 punti totali di cui 1°- 2°—2°—3°—5°, si è collocato ai vertici di un torneo che ha visto la partecipazione delle migliori canne della regione.
La tecnica utilizzata è stata quella a roubaisienne.
Tanto pesce catturato di cui molte carpe le quali hanno obbligato i molti garisti ad irrobustire lenze ed elastici per salpare i sempre più grossi carassi e le tante carpe.
Addirittura in una prova di questo torneo si è vinto un settore con oltre 15 kg. di peso.
L’appuntamento è rinviato all’anno prossimo ad agosto.

sabato 7 settembre 2002

L’Arno porta bene al nostro Filippo

San Lorenzo alle Corti (PI) sabato 7/9/02
Un fortissimo temporale, non diverso da quelli che ci hanno bagnato durante tutta l’estate scorsa, non ha scoraggiato Scarponi e Foschini alla trasferta sull’Arno pisano per assistere il più giovane garista del Team G.P.S., Filippo SANTARELLI, impegnato nella sua prima avventura fuori casa, nell’importante manifestazione dei Campionati italiani di pesca categoria giovani.
Cronaca: arriviamo sul posto con un po’ di ritardo a causa di un tragitto sbagliato e lì troviamo Filippo e suo padre Franco già impegnati ad armeggiare le attrezzature.
Il sorteggio assegna a Filippo il posto di gara n° 8 dell’ultimo settore.
Guardando gli altri ragazzi del settore notiamo subito un divario notevole, fisicamente parlando, per la differenza di età dei ragazzi, 12 anni Filippo contro i 15 anni di altri; credete, 3 anni a quella età incidono veramente e si notano.
In aggiunta, a rendere ulteriormente difficile la gara di Filippo, si doveva fare i conti anche con l’ultimo esterno del campo di gara che di solito è favorito per la vittoria di settore.
Ma ormai a Pisa c’eravamo tanto valeva vendere cara la pelle.
Dopo avere sistemato lo sgabello nella posizione migliore, abbiamo preparato la roubaisienne a 9 metri la quale dopo due rotture, con una “rimboccata e una incerottata”, è diventata meno di 8,5 metri.
Filippo emozionatissimo, lasciava trasparire una certa tensione, la stessa che la notte prima non l’aveva fatto dormire molto pensando alla gara.
In ogni modo alle 9,30 eravamo pronti con tutto, pastura vallata e bigattini incollati con molta ghiaia grossa.
Le lenze realizzate con filo del 0,20 finale del 0,16 dovevano assicurare una pescata tranquilla per le intere tre ore di gara anche a fronte di grossi pesci.
Suona la sirena, è via. Scarponi suggerisce a Filippo di effettuare una abbondante pasturazione fatta di palle di pastura e bigatti in colla.
Dopo 10 minuti, mentre gli altri già pescavano e cominciavano con le prime catture, Filippo era ancora impegnato a lanciare palle su palle sotto la punta della canna, proprio tutte nello stesso punto non sono andate ma comunque ….
Poi ha avuto inizio la gara di Filippo; su un amo del 10 faccio innescare 10 bigattini bianchi, grossi, i quali si dimostrano subito molto efficaci.
Scarponi dalla sponda, oltre a dirigere l’azione di pesca, dava anche i tempi della pasturazione sempre molto importante in questo posto di pesca, infatti più si butta e più si prende.
Intanto, da sopra la sponda le differenze fra garisti si notavano parecchio, alcuni ragazzi più grandi, viaggiavano con un ritmo di catture elevatissimo.
Infatti, in particolare uno di Modena alla fine si piazzerà al primo posto di settore con oltre 19 kg. di peso.
Nel frattempo, Franco, il padre di Filippo, per combattere la tensione che lo stava provando oltremodo, decideva di scartare una crostata di fichi da urlo offrendola al sottoscritto e all’insaziabile Viller.
Nel frattempo Filippo continuava a macinare pesce, vedevo che catturava bene ma non volevo illudermi perché anche gli altri “arpionavano di brutto”.Ad un certo punto la corrente dell’acqua diminuisce, quasi a fermarsi, ed è stata qui lasvolta della gara di Filippo.
Mentre gli altri garisti rallentavano notevolmente il ritmo delle catture Filippo grazie ad un ottimo lavoro di canna con inviti alla lenza a “mungere” verso l’alto continuava con catture regolari e fra queste anche qualche pezzo importante, come un muggine sulla “chilata” e carassi di peso.
Alla fine delle tre ore di gara iniziano le operazioni di peso che seguiamo con molta attenzione sia io che Viller.
Pesi notevoli per dei ragazzini 8—9—10 chili, addirittura il n° 5 porta alla bilancia quasi venti chili di pesce come il numero 6 con 11,400.
Arriviamo al n° 8 di Filippo che fremeva dalla curiosità di capire quanto pesce aveva catturato in tre ore; l’ago della bilancia si fermava sui Kg. 11,200 di peso garantendo la terza posizione di settore ed è medaglia d’oro.
Rimane un po’ di rammarico per alcuni pesci persi con i quali si poteva fare senza nessuna fatica la seconda posizione. Ma come prima volta va bene così, anzi benissimo.
La felicità di Filippo nel momento in cui riceveva dal responsabile FIPSAS la medaglia d’oro, era anche la mia, di Viller e di suo padre che intanto in silenzio pensava a chiudere le attrezzature.
Dopo aver pranzato con un ottimo piatto di spaghetti al pescatore e un piatto di caciucco Toscano (il nostro brodetto) abbiamo preparato alcune cose in previsione della gara del giorno dopo.
Purtroppo, a causa di uno stato influenzale che mi stava sempre più debilitando siamo stati costretti a rientrare per sera a Cesena e questo ci è dispiaciuto molto perché forse Filippo con la nostra presenza anziché il 9° di settore nella gara del giorno dopo avrebbe fatto un piazzamento migliore che forse lo avrebbe piazzato anziché in 51° ma posizione assoluta nelle prime 30 e allora sarebbe stato anche club azzurro.
Ma accontentiamoci come prima volta è andata bene il prossimo anno faremo ancora meglio.

Da Pisa è tutto, arrivederci al 2003.

giovedì 5 settembre 2002

PROVE D’AUTORE SUL CANALE BRIAN

Gara ad altissimo livello in serie A: la Lenza Borellese firma un grande successo.

Meglio dei mostri sacri dell’agonismo italiano di pesca al colpo hanno fatto i << quattro cavalieri dell’apocalisse>> della Lenza Borellese Milo i quali, per la prima volta in assoluto nella loro storia, hanno vinto una gara del campionato di serie A2 svoltasi domenica 1° settembre c.a..

Hanno fornito una prestazione da manuale sia GianCarlo Mazzoni capitano indiscusso del Team Cesenate che Buscherini Arcadio così come i risultati di Sportelli Stefano e Bagni Marco grazie alla quale hanno totalizzato 8,5 penalità sufficienti per la vittoria di giornata.

Risultato di alto spessore che mai una formazione <> della nostra provincia aveva ottenuto nel più prestigioso dei tornei di pesca.

Grazie a questa vittoria i garisti della Lenza Borellese conquistano anticipatamente, ad una giornata dal termine, la sospirata salvezza fra l’altro meritata ampiamente dopo la sfortunata stagione di due anni fa, quando per un solo punto furono retrocessi dalla serie A alla serie regionale.

La tecnica di pesca applicata dalla squadra cesenate è stata quella della canna inglese lanciando sul secondo scalino della sponda opposta a sfiorare le canne palustri alla ricerca di quei carassi e di quelle grosse scardole che sono un po’ il vanto del canale Brian.

In classifica generale, oltre alla Lenza Borellese, troviamo una nutrita presenza di altre formazioni della nostra provincia quali: il Team Le Aquile di Forlimpopoli, del capitano Franco Donati anch’esso di Borello, già qualificato per le finali del campionato italiano per clubs; l’APS Città del Rubicone di Savignano s/r dell’ex campione italiano di pesca alla carpa Luca Piscaglia; il Gruppo Pescatori Sportivi Trabucco di Gambettola guidato da Alessandro Scarponi.

L’ultima prova del campionato di serie A è prevista per il giorno 29 settembre p.v. nel canale Destra Reno di Ravenna.
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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