domenica 28 settembre 2008

CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE DI PESCA AL COLPO

CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE MASCHILE DI PESCA AL COLPO 2008
TREPIDA ATTESA PER CONOSCERE IL NUOVO CAMPIONE


JACOPO FALSINI E' UNO DEI CANDIDATI PER IL TITOLO TRICOLORE


















Nel mese di ottobre 2008, nelle acquee del Canale Circondariale di Ostellato, si svolgerà l’ultima prova del campionato italiano individuale maschile di pesca al colpo.
Osservando la classifica provvisoria si riscontra un deciso equilibrio al vertice con un gruppo di agonisti tutti racchiusi in poche penalità.
A guidare la classifica progressiva troviamo PREMOLI Stefano forte agonista della Polisportiva Oltrarno (Colmic) di Firenze con 2,50 penalità e kg. 13,780 di catture seguito con lo stesso numero di penalità dal lombardo GIUSSANI Marco della S.P.D. Lecchese (Sarfix) e kg. 10,140 di pesce pescato; terzo posto per BERNI Stefano S.P.S. Pasquino (Colmic) di Brescello di Reggio Emilia con kg. 6,860 di catture; quarto posto per SACCO Luigi della A.D.S. Lenza Parmense Rapid (Sarfix) e kg. 6,830 di pesce preso; seguono sempre nelle prime posizioni OTTOBRINI Luigi della Polisposrtiva 4 Ville Secchia (Colmic) di Modena e kg. 5,240; poi troviamo l’ex campione del mondo FALSINI Jacopo Polisportiva Oltrarno (Colmic) di Firenze con kg. 4,930; e per finire TOMMASINI Luca dell’Alto Panaro (Sensas) con kg. 4,840;
Il primo degli agonisti romagnoli presente nella classifica progressiva è GIOVANARDI Marco del Team Amo Santarcangiolese (Maver) di Rimini 28°mo con 5,50 penalità e kg. 9,840 di pescato; 32°mo è ZAVOLI Oscar della A.S.D. Città Del Rubicone (Trabucco) di Savignano sul Rubicone con 5,50 penalità e kg. 7,070; 34°mo BARILLI Pierpaolo anch’esso della A.S.D. Città Del Rubicone (Trabucco) con 5,50 penalità e kg. 6,300.
Questi agonisti per arrivare alla finalissima del campionato italiano hanno dovuto superare prove decisamente difficili come ad esempio la gara effettuata alcune domeniche fa sul canale Fiuma Mandria a Brescello di Reggio Emilia.
Gara completamente stravolta dalle condizioni dell’acqua: infatti tutti i giorni precedenti la gara la corrente era talmente forte da costringere i pescatori ad utilizzare galleggianti a vela di portata fino a 50 grammi mentre la mattina della gara la corrente era quasi assente costringendo gli agonisti ad inventarsi una nova impostazione di pesca con lenze leggere da 2 a 4 grammi di portata.
La finalissima si svolgerà come detto sul campo di gara ferrarese del circondariale di Ostellato dove a farla da padrona, nelle tranquille acquee di valle, saranno le argentate Breme.
I nostri garisti romagnoli conoscono bene questa specie ittica venuta dall’est e faranno di tutto per catturarle e chiudere nella maniera migliore questo campionato italiano individuale 2008.

domenica 21 settembre 2008

LE AQUILE ARTUSIANE VOLANO ALTE


(ALESSANDRO SCARPONI CON LA CARPA CHE HA PORTATO LA VITTORIA)


(LOSQUADRONE DELLE AQUILE: STERNINI, COLLETTO, ROCCHI, GUIDUCCI)


ALBORELLE IN CANNA NEL CANALE DESTRA RENO








Il 21 settembre 2008, sulle acque del canale destra Reno di Ravenna, si è svolta la quinta prova del campionato regionale (zona est) di pesca al colpo.
I 280 partecipanti, suddivisi in quattro zone di pesca, hanno pescato quasi tutti con le corte canne fisse per insidiare, nel sottoriva, le fameliche alborelle che in questo canale sono presenti a milioni.
Per la verità qualcuno ha pescato anche con la lunga roubaisienne e altri, ma parliamo di poche unità, hanno rispolverato le vecchie e care canne inglesi regine di questo canale solo fino a pochi anni fa.
E così la ribalta è stata tutta per la tecnica che ha distinto l’agonismo italico negli anni 60 e 70 grazie alla quale primeggiavamo a livello internazionale.
Una pesca, quella dell’alborella, che ha avuto negli agonisti forlivesi del passato i migliori interpreti. Gente come Balella, Botti, Ragonesi, Tazzari, in tre ore di pesca riuscivano a catturarne fino a 1200. Quelli non erano garisti ma vere macchine da guerra capaci di contabilizzare l’andamento delle catture e di sapere, alla fine delle tre ore di pesca, quanti pesci avevano catturato.
La pesca dell’alborella se fatta a livello agonistico è una tecnica tra le più difficili.
Occorre pescarla con ami piccolissimi sul quale va innescato un raparino rosso, la lenza deve essere costruita con galleggiante molto affusolato idoneo per penetrare facilmente in acqua al minimo tocco.
L’alborella si richiama sul luogo di pesca con una continua pasturazione effettuata con sfarinati molto bagnati a mò di “pappetta”.
Gli agonisti delle ultime generazioni, cresciuti a carpe e roubaisienne, non potranno mai essere competitivi con quelli del passato perché la pratica della pesca all’alborella richiede tante ore di allenamento necessarie per raggiungere la giusta impostazione sia mentale che di condotta.
Questa è una pesca di velocità e vince chi in tre ore di gara accumula il minor tempo morto.
Infatti cambiare l’esca, slamare il pesce, ferrata andata a vuoto sono tempi morti che riducono l’effettivo tempo di pesca.
Alla fine di tre anche solo 10 pesci in più possono fare la differenza nella classifica di settore.
Mi sono cimentato in questa pesca alla vigilia della gara del campionato regionale per capire se potevo essere competitivo. Ho pescato un’ora cronometrata e alla fine ho contato i pesci: 226.
Con quel numero mi sono reso conto che mai avrei potuto battere gente che in tre ore riesce a catturarne tranquillamente oltre 300.
Così ho deciso di impostare la mia gara con la tecnica che più mi si addice ovvero a roubaisienne.
La leggera corrente dell’acqua mi ha obbligato ad utilizzare una lenza con galleggiante da un grammo e mezzo. All’inizio gara ho alimentato il fondo per attirare i pesci con bocce di pastura e qualche pallina di bigattino incollato. Parto bene e dopo un’ora di gara sono intesta grazie ad alcune carpette, un bel carassio da 3 etti e alcune breme. Decido di stare concentrato anche perché le abboccate erano diminuite di molto e gli alborellisti aumentavano il ritmo recuperando il terreno perduto. Nella seconda ora di gara prendo altre tre carpette da un etto circa e poi il buio per 45 minuti. A mezz’ora dal fine gara mi rendo conto che gli alborellisti hanno recuperato e addirittura un altro concorrente del mio settore, che riesco a controllare visivamente, riesce a salpare alcuni pesci di buona taglia grazie ai quali potrebbe vincere il settore.
Decido allora di giocarmi il jolly. Alimento nuovamente il fondo con due bocce di bigattini incollati e pastura Trabucco specifica per carpe. Dopo alcuni minuti il galleggiante parte e la mia ferrata è fulminea. Aggancio il pesce e la canna inizia ad incunearsi con l’elastico ammortizzante che inizia ad uscire senza fermarsi. Quello che si muove sott’acqua è qualcosa di veramente esagerato. Non riesco a staccarlo dal fondo, si muove lentamente e così penso che di questo passo difficilmente riuscirò a salparlo prima del fine gara. Allora provo a tirare con più forza con la canna e capisco che il pesce avverte la mia pressione tant’è che prova una fuga impressionante verso monte. La rottura del filo in questi casi, nove volte su dieci, è assicurata. Ma il finale del numero 11 Super Elite Trabucco con un amo del 16 serie P132 ha resistito e così il maxi pesce inizia a salire a mezz’acqua. Guardo l’orologio, mancano ancora 15 muniti alla fine della gara. Ce la posso fare. Forzo ancora e sento che le sue forze cominciano a cedere. Il bestione mi riparte un’altra volta verso valle sciupando forse le sue ultime energie. Lo riesco a controllare anche questa volta. Sono anch’io molto provato perché per venti minuti sono costretto ad una dura lotta che mi vede azionare la canna nella sua massima lunghezza di 13 metri. Finalmente riesce ad affiorare in superficie al centro del canale e noto la coda rossa … è una carpa regina enorme!
Riesco a fargli prendere una bella boccata d’aria che gli dà il colpo di grazia. Sento che le sue forze cedono ancora. Capisco che arrivato il momento di forzare. Riduco la canna a 11,5 metri e riesco a portare a galla questo pesce. Adesso lo vedo per intero …è enorme! Un attimo dopo è dentro il guadino. Ho le mani che tremano sia per la fatica che per l’emozione. Che carpa! Una regina davvero bella. La bilancia fa fermare l’ago a 4,880 kg.. Vinco il mio settore. Non posso ripetere i commenti che i miei avversari hanno rivolto al mio fondo schiena. Ma poi arrivano anche i complimenti per come sono riuscito a domare un bestione di quel peso.
Dopo le foto scattate dall’amico Angelo Borgatti di Noi Pescatori, per immortalare la super carpa regina, rilascio tutto il pescato in acqua nella speranza di ritrovarlo disponibile ad abboccare in una prossima gara.
Come previsto la prova di oggi viene vinta dal Team Le Aquile di Forlimpopoli con 8 penalità a dimostrazione che nella pesca all’alborella sono sempre i numeri uno.
Con questa vittoria gli “aquilotti” conquistano la vetta della classifica progressiva e la quasi matematica promozione nel campionato superiore della serie A2.

domenica 14 settembre 2008

SUPER MIRAMARE SOTTO LA PIOGGIA




CANALE CAVO LAMA: Novi di Modena 14-09-08 PESCA AL COLPO

LA SQUADRA DEL SUPER RIMINI MIRAMARE
GUIDA LA CLASSIFICA DEL REGIONALE EST





Per la quarta prova del campionato regionale di pesca al colpo le 70 squadre partecipanti si sono sfidate sulle acquee del canale Lama in quel di Novi di Modena.
Le condizioni climatiche avverse hanno condizionato la prova rendendo difficile l’esercizio della pesca. La pioggia e il vento, insieme al brusco calo della temperatura, hanno condizionato l’impostazione di pesca dei 280 partecipanti.
Il campo di gara è stato suddiviso in 4 zone che sono risultate non omogenee in termini di pescosità.
Ancora una volta le carpe hanno fatto la differenza e chi è riuscito a catturarle e a portarle a guadino ha ipotecato un buon piazzamento.
Quasi tutti hanno optato per la tecnica roubaisienne mentre dove la pescosità era scarsa si è tentato di provare a catturare qualcosa in prossimità dell’argine opposto con la canna inglese.
Molti agonisti, al termine della gara, hanno ammesso che il pesce andava pescato con lenze leggere da 1 grammo e ami piccoli del n° 20. Questi accorgimenti si sono resi necessari per cercare di sconfiggere la diffidenza del pesce, che come sempre avviene a fine stagione, tende ad essere maggiore rispetto ai mesi estivi.
Quindi pasturazione di precisione scaricata con la provvidenziale scodella alimentando il posto pesca con una pasturazione a cadenza regolare.
La prova viene vinta dai componenti della squadra A della Società di pesca U. P. Centesi i quali chiudono con 8 penalità.
Ancora una volta la Società riminese del Miramare sq. A, totalizzando 10 penalità, difende il primo posto in classifica generale a pari merito con la forte squadra delle Canne Estensi.
Al terzo posto si classifica la squadra A della Società Castel Maggiore in ragione delle 11 penalità racimolate.
La Società riminese del Miramare è anche 1^ a pari merito con la società Canne Estensi A nella classifica generale.
Il campionato si concluderà dopo le ultime due prove che si preannunciano piene di incognite.
La prima si farà nel canale Destra Reno a Ravenna dove pare ci sia da pescare molta alborella.
Tra gli agonisti serpeggia una profonda apatia verso questo canale per effetto della pericolosità degli argini che risultano essere molto ripidi e poco sicuri. La Federazione dovrebbe tenere conto di questi problemi e scegliere campi gara alternativi possibilmente comodi ma soprattutto sicuri.
L’ultima prova si terrà invece a ottobre nel canale Circondariale di Ostellato dove le breme la faranno da padrone.

sabato 13 settembre 2008

I PIRANHA NEL RIO SAVIO


UN ESEMPLARE DI ASTRONOTUS OCELLATUS


UN'INASPETTATA BATTUTA DI PESCA CARAIBICA PER SAURO SERSALE

IL PICCOLO OSCAR E' STATO ABBANDONATO









Sabato pomeriggio 13 settembre in un’ansa del fiume Savio in località Sorbano di Mercato saraceno un pescatore di Cesena, Sauro Sersale, ha realizzato con la canna e lenza una cattura davvero insolita.
In questo tratto di fiume convivono da secoli cavedani, barbi e carpe e così quando il galleggiante è affondato e la preda è stata portata a guadino Sauro non avrebbe mai pensato che all’amo avesse abboccato un pesce tipico del sud America.
Uno strano pesce, tozzo nella corporatura, dalla livrea scura tendente al nero con macchie colorate di arancio; la dentatura ben sviluppata è la conferma che trattasi di specie carnivora simile ai Phyrana del Rio delle Amazzoni.
Dopo essersi ripreso dallo stupore Sauro Sersale ha immortalato il pesce con alcune foto rilasciandolo in acqua .
Appena ricevute le foto tramite mail mi sono interessato per cercare di capire l’identità di questo pesce.
Ho così scoperto che l’alloctono in questione è un Astronotus Ocellatus, ciclide sud americano diffuso soprattutto in Brasile e conosciuto dal punto di vista della tassonomia anche con il nome di Acara ocellatus, Acara crassipinnis, Cychla rubroocellata, Hygrogonus ocellatus, Lobotes ocellatus, o come viene volgarmente chiamato (soprattutto in USA) Marble Cichlid (Ciclide di marmo) o Velvet Cichlid (Ciclide di velluto).

La sua forte personalità gli ha anche fruttato un simpatico nomignolo riconosciuto ufficialmente a carattere internazionale: “Oscar”.
L’Oscar è un gigante degli acquari. Supera facilmente i 30cm di lunghezza e il chilo di peso (con esemplari record che arrivano anche a 2kg).
Come la stazza porta a pensare è un vero “toro”, ma reputarlo “indistruttibile” è l’unico errore che l’oscarofilo esperto sa di non poter/dover commettere.
L’astronotus è infatti soggetto a numerose patologie, tra cui alcune tipiche dei ciclidi come la famigerata “malattia del buco”.
L’astronotus è un pesce onnivoro, ma prevalentemente carnivoro. In natura è un predatore e come tale ama cibo vivo. Inghiotte la preda senza masticarla quando le dimensioni lo consentono, ma in caso di necessità attacca anche prede di misure generose grazie ai possenti muscoli della masticazione che gli consentono (da adulto) con un morso di spezzare in due pesci di 8/10 cm di lunghezza.
Gli Oscar in cattività, tranne alcune eccezioni perdono però parecchie delle loro velleità “predatorie” e si limitano a cacciare cibo vivo di piccole dimensioni; come pesci rossi, guppy ed altri pesci.
Cosa ci fa dunque un pesce tropicale in un fiume romagnolo?
Probabilmente è stato importato a scopo ornamentale per popolare acquari di medie e grandi dimensioni, e quando la crescita ha raggiunto dimensioni eccessive il suo proprietario ha pensato di liberare il pesce “extracomunitario” nel fiume.
Purtroppo anche le tartarughe d’acqua dolce, dal nome scientifico (Trachemys scripta elegans), spesso fanno la stessa fine.
Quando diventano grandi e la vaschetta di casa troppo piccola vengono illecitamente liberate/abbandonate.
In un lago sperduto situato nella valle del Marecchia due anni fa mi è capitato di catturarne una
di quasi mezzo chilo di peso.
Il numero di tartarughe d’acqua abbandonate ogni anno negli stagni, nelle fontane e nei laghetti dei parchi pubblici è di tre volte superiore a quello dei cani, e il doppio dei gatti abbandonati.
A denunciarlo è l’Aidaa che sottolinea come oltre 16.500 tartarughe d’acqua vengano abbandonate nei mesi estivi.

Purtroppo si tratta di un fenomeno di cui si parla poco, in quanto le tartarughe vengono abbandonate nei corsi d’acqua o nei laghetti da coloro che in vista del periodo delle vacanze non vedono meglio che disfarsi di questi animali creando enormi problemi all’eco sistema dei corsi d’acqua ma anche dei laghetti dei parchi pubblici essendo le tartarughe animali estremamente aggressivi nei confronti delle altre specie ittiche spesso arrivano a provocarne la scomparsa.
Le tartarughe quando vengono acquistate sono estremamente piccole e di colore verde, ma pochi sanno che con il passare dei mesi le stesse crescono notevolmente e spesso la loro gestione diventa difficile per questo motivo sono tantissimi coloro che se ne disfano liberandole nei posti più impensati comprese le fontane pubbliche o i corsi d’acqua. E la stessa fine la fanno i pesci che finiscono ogni estate nei torrenti e nei canali.
Lo scorso anno da una stima in difetto (fonte Aidaa) si presume che siano stati almeno 60.000 i pesci tropicali e di acquario finiti nei corsi d’acqua e nei torrenti con il rischio anche in questo caso di creare notevoli difficoltà all’ ecosistema.
Aidaa anche quest’anno ha lanciato una campagna contro gli abbandoni di pesci e tartarughe, mettendo a disposizione un proprio telefono amico e un’indirizzo internet a cui rivolgersi per ottenere informazioni.
Servirebbe una maggiore sensibilizzazione per evitare che il grave fenomeno degli abbandoni, che non interessa solo i cani ed i gatti e i roditori, riguardi anche decine di migliaia di pesci di varie dimensioni e di tartarughe d’acqua.
I primi ad agire dovrebbero essere i venditori di questi animali informando gli acquirenti prima di vendere tartarughe o pesci.
E probabilmente il pesce catturato sul Savio da Sauro Sersale, l’Astronotus Ocellatus, è senza dubbio un’altra vittima di questo mal costume.

giovedì 11 settembre 2008

L'INGHILTERRA REGINA COMMENTA


(Will Raison vittorioso a Spinadesco)


(Massimo Selva il migliore dei Sanmarinesi)













LE DICHIARAZIONI DEI VINCITORI
AI MONDIALI DI PESCA AL COLPO A CREMONA

“battiamo i francesi in Francia, i Portoghesi nel Portogallo,
gli ungheresi in Ungheria, ma battere gli italiani in Italia
è la cosa più grande che potessimo fare”


La squadra nazionale inglese di pesca al colpo ha continuato a mietere successi sportivi in questa estate grazie alle due medaglie d’oro vinte ai campionati del mondo che si sono svolti il 6 e 7 settembre proprio in casa della nazione ospitante e favorita: l’Italia.
Con oltre 1,2 milioni di pescatori, lo sport della pesca è uno di più grandi sport di partecipazione in Inghilterra e ciò significa che la pressione sulla spedizione del nostro Team era molto alta e tutti erano convinti di portare a casa l’oro.
Con due giorni di pesca di valore l'Inghilterra è riuscita a confermare le aspettative della vigilia battendo proprio sulle acque di casa i temibili italiani.
La squadra di pesca dell'Inghilterra ha creato tra i fans pescatori alti livelli di aspettativa ed ha trattato la pressione come i professionisti dello sport sanno fare.
La medaglia d’oro vinta dal Team inglese, in aggiunta a quelle individuali, ha sancito l’apoteosi di una vittoria senza storia che ha visto tutti gli avversari uscire completamente distrutti.
Dopo il primo giorno l'Inghilterra ha terminato la gara con 22 penalità distanziando il San Marino di 16 punti incredibili, che è risultato a sorpresa il rivale più vicino, e di 46 punti, senza precedenti, davanti ai favoriti dell’Italia.
Il secondo giorno la squadra italiana ha messo in campo tutta l’esperienza e la rabbia da veri combattenti che gli consentito di vincere la prova di gara 2 con 41 penalità, mentre la nazionale inglese ha contenuto i danni con il quarto posto con 53 penalità.
Tuttavia i big dell’Italia si sono caricati troppo in ritardo e l'Inghilterra ha così terminato la competizione distanziando di 29 punti il San Marino giunto sul podio per l’argento per la prima volta nella sua storia e di 34 punti davanti all'Italia giunta terza ma molto turbata.
Individualmente l'Inghilterra ha conquistato il gradino più alto del podio per il secondo anno di fila con Willy Raison grazie a tre punti e un peso complessivo di 23,530 kg.
La vittoria di Willy è stata schiacciante. Basti pensare che l’irlandese Wheeler, giunto secondo assoluto, ha catturato complessivamente 15,760 kg indietro di oltre 7 kg dal campione inglese.
Il successo non si è arrestato con Raion perché un'altra prestazione fantastica della squadra ha consentito a Steve Gardner di regalare all’Inghilterra anche la medaglia di bronzo merito di quattro punti e di 15,530 kg appena dietro la medaglia d'argento irlandese e davanti al tedesco Bredereck che ha terminato in quarta posizione.
Il responsabile della squadra inglese Downes della scuderia Drennan ha commentato, “sono coinvolto nelle attività internazionali da oltre 30 anni e oggi posso dire che questa squadra entra nella storia come una delle migliori di sempre”. Il collega Addy secondo responsabile di squadra ha aggiunto, “battiamo i francesi in Francia, i Portoghesi nel Portogallo, gli ungheresi in Ungheria, ma battere gli italiani in Italia è la cosa più grande che potessimo fare ….il meglio!”. Il direttore internazionale di pesca, la leggenda Dick Clegg, ha aggiunto, “non potrei elogiare abbastanza la professionalità che contrassegna i Commissari tecnici Downes e Addy perché il successo in Italia è anche merito loro. Questo successo internazionale accredita lo sport inglese indicandolo ancora una volta come l’Inghilterra, con il Team Englad Drennan, sia la squadra da battere nella pesca con l'amo a livello internazionale. La Drennan, sponsor ufficiale del Team inglese, con la doppia vittoria al campionato del mondo due medaglie d’oro e una di bronzo raccolte complessivamente, dovrebbe essere estremamente fiera di questi successi che la mettono in vetrina a livello nazionale ed internazionale”.
“dal sito della Federazione inglese di pesca al colpo”

mercoledì 10 settembre 2008

UNA BANDIERA BIANCA AZZURRA


(Ercole Bologna con un grosso cavedano)







CANNE MONDIALI: LA REPUBBLICA DEL TITANO SVETTA SUL PODIO



Il campionato del mondo per nazioni di pesca al colpo si è concluso come già riferito sulle pagine di questo giornale con la vittoria dell’Inghilterra, al secondo posto la Repubblica di San Marino e al terzo posto l’Italia.
Il canale navigabile di Spinadesco è stato il campo di gara prescelto dalla Federazione Italiana che organizzava l’evento.
I commenti sul campo gara sono stati positivi: buona la pescosità con una media vicina ai 4500 punti a concorrente.
Cosa ci fa il piccolo Davide (San Marino) in mezzo ai due Golia (Inghilterra e Italia)?
La risposta a Ercole Bologna Commissario Tecnico della nazionale della Repubblica di San Marino:
“questo è un podio stupendo, abbiamo battuto la nazionale padrona di casa e abbiamo fatto sentire il fiato sul collo ai mostri sacri dell’Inghilterra. Per noi questa prestazione ci ha fatto provare un’emozione indescrivibile perché è la prima volta che saliamo sul podio di un mondiale di pesca per nazioni. Ci eravamo arrivati solo un paio di volte a livello individuale. Questo è un risultato storico per una piccola Nazione come la nostra, un emozione incredibile che non potrò mai più dimenticare. Posso dire che abbiamo partecipato al miglior mondiale degli ultimi anni sia per l’organizzazione che per la pescosità. Arrivare sul podio per la medaglia d’argento e vedere tanti fans che applaudivano la nostra prestazione ha fatto venire i brividi alla schiena. Forse gli inglesi sono maggiormente abituati a gestire questo tipo di emozioni perché vincono spesso ma per noi è stato un’evento unico e storico. Il campo di gara l’avevamo studiato molto bene durante le sessioni di prova. I pesci hanno risposto positivamente alla nostra impostazione di pesca e così siamo riusciti a fare un gran bel risultato. I ragazzi hanno pescato tranquilli nonostante l’emozione iniziale e le direttive che avevo impartito sono state applicate alla lettera. Abbiamo pescato le carpe con l’esca ben appoggiata sul fondo e abbiamo usato fili e ami non troppo sottili per evitare brutte sorprese con il pesce di taglia.
Adesso godiamoci questo successo e poi penseremo al prossimo Campionato del mondo che si svolgerà nel 2009 in Olanda. Non ci saranno più carpe e carassi da prendere ma breme e gardons. Andremo in Olanda per fare bene. Ma adesso pensiamo a questo risultato unico, storico, memorabile e a far sventolare alta la bandiera bianca azzurra della Repubblica del Titano”.

lunedì 8 settembre 2008

CAMPIONATO DEL MONDO PER NAZIONIINGHILTERRA, SAN MARINO E ITALIA

CAMPIONATO DEL MONDO DI PESCA AL COLPO 2008
SPINADESCO CREMONA 6/7 SETTEMBRE 2008
CANALE NAVIGABILE


LA NAZIONALE INGLESE MEDAGLIA D'ORO


LA NAZIONALE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO MEDAGLIA D'ARGENTO


LA NAZIONALE ITALIANA MEDAGLIA DI BRONZO

domenica 7 settembre 2008

GLI ALFIERI STUPISCONO TUTTI


INGHILTERRA REGINA
DAVANTI AD UNA GRANDE REPUBBLICA DI SAN MARINO E ALL’ITALIA











A otto anni dai Campionati Mondiali di Pesca al Colpo che si sono svolti in Toscana nel 2000 (sull'Arno di Firenze), e che videro una doppia vittoria della nostra squadra azzurra e di Jacopo Falsini (Oro Individuale), la disciplina più amata e diffusa tra i pescasportivi è tornata in Italia, e precisamente in Lombardia.
Cremona ha ospitato, il 6 e 7 settembre 2008, il 55° Campionato del Mondo per Nazioni. Un grande avvenimento, che ha offerto alla città e all’intera Provincia lombarda, una ribalta internazionale.
Le Nazioni che hanno partecipato a questo mondiale, per gareggiare sul Canale Navigabile di Spinadesco, sono state 37 con la presenza anche del Sud Africa e degli Stati Uniti.
Due i titoli mondiali in palio: individuale e a squadre. L’Italia doveva confermare quanto di buono era stato ottenuto nel 2007: due titoli a squadre, Mondiale in Ungheria ed Europeo in Italia, e un titolo individuale con la medaglia d’oro di Umberto Ballabeni all’europeo (2° posto e argento di Jacopo Falsini) nella gara individuale.
Il campo di gara, dopo i lavori di sistemazione eseguiti da parte dell’Amministrazione Provinciale, si è presentato nelle migliori condizioni sia per comodità, che per pescosità ed oggi, a ragion veduta, può essere considerato uno dei migliori campi di gara per la pesca al colpo a livello internazionale.
L’evento sportivo ha portato a Spinadesco il pubblico delle grandi occasioni.
Migliaia di persone hanno assistito alle due gare applaudendo sportivamente i vari concorrenti che riuscivano a concretizzare una bella cattura.
I protagonisti sono stati come sempre i pesci: tante carpe ma anche carassi, breme e alcuni aspio e siluri.
I verdetti alla fine della prima giornata davano gli inglesi nettamente favoriti su tutti grazie alle 22 penalità totalizzate.
Seguivano a ruota con 38 penalità i cugini della Repubblica di San Marino, grazie ad un attento gioco di squadra condotto dal Commissario tecnico Ercole Bologna.
In terza posizione la Repubblica Ceca con 51 penalità.
Il risultato dell’Italia in gara 1 veniva condizionato da due picchetti infelici (Gabba 30 penalità e Ballabeni 20 penalità) relegando la squadra azzurra in ottava posizione con 68 penalità a pari merito, incredibilmente, con il Sud Africa.
In gara 2 doveva avvenire un miracolo per ipotizzare un pronto riscatto degli azzurri.
La notte ha portato i giusti consigli e le modifiche apportate facevano concretizzare il miracolo grazie ai due primi posti di settore di un Ballabeni scatenato e di un super Defendi che riusciva nell’impresa di vincere il testa a testa con colui che poi si è laureato campione del mondo individuale ovvero Will Raison.
L’Italia chiude gara 2 con 41 penalità vincendo la prova e riuscendo così a risalire molte posizioni in classifica fino a raggiungere un insperato terzo posto ai danni di una Repubblica Ceca che verrà staccata al quarto posto di 10 penalità.
L’Inghilterra in gara 2 riesce a limitare i danni con 53 penalità e San Marino sull’onda dell’entusiasmo e della convinzione di fare bene, in una pesca che gli si addice particolarmente, riesce a stupire tutti totalizzando con i suoi cinque alfieri 66 penalità.
San Marino è trascinata da un super Massimo Selva, capace di battere tutti nel suo settore catturando la bellezza di kg. 12,230 di pesce che risulterà poi essere anche il miglior peso assoluto di giornata.
Selva riesce a piazzarsi al quinto posto assoluto nella classifica individuale.
Il podio vede salire sul gradino più alto per la medaglia d’oro l’Inghilterra, per quella d’argento la Repubblica di San Marino e per quella di bronzo l’Italia.
Il podio individuale è per buona parte inglese con due mostri sacri del calibro di Will Raison (oro) e Steve Gardner (bronzo) mentre l’argento è dell’irlandese Wheeler Willy.
Un campionato del mondo spettacolare in tutti i sensi considerato dagli addetti ai lavori come il più bello di tutti i tempi anche sotto l’aspetto dell’organizzazione.
La pesca sportiva ancora una volta ha dimostrato che questo sport se ben supportato può collocarsi tra le discipline più popolari nel nostro paese.
L’evento di Cremona ha messo in chiaro tanti punti; la pesca sportiva, per i valori che riesce ad esprimere soprattutto verso i giovani, dovrebbe essere inserita anche come disciplina olimpionica.
Ma questa è un’altra storia. E adesso godiamoci questo podio un pò inglese, un pò romagnolo e un pò italiano. Per le emozioni regalate in questi due giorni a Cremona si ringraziano:
la squadra inglese composta da: Des SHIPP, Sean ASHBY, Will RAISON, Steve GARDNER, Alan SCOTTHORNE;
la squadra di San Marino composta da: Massimo BIORDI, Massimo SELVA, Andrea RICCARDI, Oscar GRANDONI, Jacopo ANGELINI;
la squadra azzurra composta da: Umberto BALLABENI, Stefano DEFENDI, Gian Luigi SORTI, Stefano BOSI, Jacopo FALSINI, Ferruccio GABBA.

venerdì 5 settembre 2008

ATTACCARE IL NEMICO AL TRAMONTO



LEZIONE DI PESCA: COME AFFRONTARE LA LORO PROVERBIALE FURBIZIA

ECCO QUAL'E' IL TALLONE D'ACHILLE DEI CAVEDANI













Le ore del tramonto, alla fine di una lunga giornata estiva, sono le migliori per insidiare i grossi cavedani del fiume. Le ore che precedono il fresco della sera mettono in moto l’appetito di questi ciprinidi i quali attaccano qualsiasi cosa che somigli ad un insetto o una larva. Il cavedano è un pesce molto furbo e diffidente tanto da metterlo sulla difensiva di fronte al minimo rischio e pericolo. Dell’ambiente in cui vive conosce ogni particolare, sa bene da dove può arrivare il cibo che la natura gli offre. Un rovo di more sul bordo del fiume sarà sempre tenuto d’occhio dal grosso cavedano in attesa che un frutto cada in acqua, così come un albero di sambuco o una buca in prossimità di una briglia dove la corrente trasporta lungo la scia ogni tipo di cibaglia. Il cavedano, a differenza delle grosse e paciose carpe che preferiscono i fondali oscuri e tranquilli dei fiumi, è sempre in movimento per cercare il cibo che dovrà soddisfare il suo insaziabile appetito. Questo pesce così furbo, troppo furbo per essere ingannato in altri momenti della giornata, riusciremo ad ingannarlo proprio nelle ore del tramonto. Basta avere l’accortezza di scegliere i posti giusti e seguire alcune regole fondamentali. Un conto sono gli ambienti con presenza continua di acqua corrente ed un altro quelli con acque ferme o molto lente. Nell’acqua corrente i cavedani hanno un comportamento meno sospettoso mentre nell’acqua lenta i loro comportamenti saranno portati alla massima prudenza in quanto hanno tutto il tempo di analizzare ogni forma di cibo che gli si presenta. Ed ora vediamo come impostare la nostra azione di pesca per “fregare” il furbissimo ciprinide: La canna ideale è una regolabile da 5 a 7 metri ad azione molto rapida. Il mulinello, in una pesca dove a volte è basilare utilizzare un filo molto sottile, deve assicurarci un buon recupero e deve avere una buona frizione necessaria per regolare le sfuriate del pesce. In bobina è preferibile montare un buon 0,11 mentre per terminale utilizzare un filo al fluor carbon del diametro 0,7 - 0,8. L’amo dovrà essere piccolissimo n° 23 – 25 senza ardiglione per evitare che il bigattino appena puntato sotto pelle faccia uscire il suo liquido interno. La presenza dell’ardiglione sull’amo lacererebbe la pelle del bigattino e questo particolare non passerebbe inosservato al cavedano. La lenza giusta per pescare nei nostri fiumi romagnoli, dal Marecchia, Savio, Bidente, Lamone al Santerno, è quella costruita con galleggianti di portata minima (es. gr. 0,10 – 0,20 in acque quasi ferme gr. 0,30 – 0,50 in acque più mosse). La piombatura dovrà essere del tipo “francesina” montata rigorosamente con pallini del n° 13 aperta in basso e chiusa verso l’alto se ci troviamo a pescare in acque pressoché ferme mentre in acque correnti dovremo tenere la piombatura più chiusa per evitare che la nostra esca si alzi troppo dal fondo. La ferrata dovrà essere rapida e decisa per infilare meglio il piccolo amo sul labbro duro e carnoso del cavedano. In questo caso occorre tenere la frizione del mulinello leggermente aperta per evitare di rompere il filo terminale nella ferrata. Per pescare nelle ore del tramonto, dove le ombre tendono a spegnere i colori, dovremo avere un abbigliamento mimetico per evitare che il pesce ci noti e soprattutto dovremo evitare di fare ogni tipo di rumore. Adesso non rimane che comprare una sacca di bigattini e andare domani sera a prendere due grossi cavedani. Un consiglio: procuratevi dal vostro negoziante di fiducia un pò di caster (bozzolo di bigattino): in estate i grossi cavedani li adorano. Provare per credere!!
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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