lunedì 24 dicembre 2007

LO STORIONE A PAGAMENTO


SI PUO' PESCARE NEL LAGHETTO DI MONTELEONE











I pescatori che praticano la pesca sportiva in acque interne nelle acquee della Romagna hanno un variegato panorama di specie ittiche da poter insidiare.
Infatti sui fondali dei nostri fiumi, laghi o canali sono presenti in maniera massiccia carpe, amur, carassi, breme, cavedani e barbi.
Ci sono anche altre specie di pesci presenti nelle acque interne quali savette, persici, siluri e storioni.
Lo storione, ad esempio, trent’anni fa era una specie molto diffusa soprattutto lungo tutto il corso del fiume Po ma il forte inquinamento delle acquee, causato dallo sviluppo industriale del nord Italia, ha fatto sì che questa specie scomparisse del tutto.
Oggi le condizioni del grande fiume sembrano migliorate grazie alla realizzazione di grandi impianti di depurazione e così i pescatori hanno pensato di reintrodurre lo storione con semine controllate.
Oggi lo storione, in alcuni tratti del fiume Po, è presente trovando un habitat ideale risvegliando nei pescatori nuove opportunità di pesca che sanno regalare emozioni uniche.
Nel tratto di fiume Po che scorre ad Isola Serafini in Provincia di Cremona, la presenza di storioni è testimoniata dai loro strabilianti salti fuori dall'acqua.
Alcuni pescatori questa estate sono riusciti a catturarli pescando a fondo ed innescando sull’amo dei cefali tagliati a metà, considerato la facilità di reperimento di questa esca nei mesi estivi.
Infatti, il Po in estate è un tappeto di questi pesci di mare che risalgono la corrente per alimentarsi in acque dolci.
La presenza di storioni sul Po, insieme ai grossi siluri, sta a dimostrare la pacifica convivenza e la non competizione alimentare che esiste tra questi due enormi pesci ittiofagi.
La montatura ideale per pescare lo storione in Po è fatta con un piombo in linea da 300 gr. fissato a 25 cm con un amo del 8/0 legato su uno spezzone di cordino.
Gli storioni sono dei Acipenser naccarii, ossia storioni cobice, gli stessi che si trovano nei laghetti a pagamento, e che appunto qualche anno fa sono stati introdotti, con taglie interessanti; la loro taglia non raggiungerà mai quella dei loro stretti parenti "storione comune" e "storione ladano", che rispettivamente possono raggiungere alcuni metri di lunghezza.
Ma senza voler fare troppa strada e rimanendo in provincia di Forlì Cesena lo storione lo possiamo trovare in alcuni laghetti privati a pagamento.
Uno di questi è il lago di Monteleone a Roncofreddo paese che si trova sulle immediate colline di Cesena.
In questo bacino artificiale lo storione viene insidiato come pesca specifica e sono sempre tanti i pescatori che provano sia in estate che in inverno a cimentarsi nel tentativo di catturarne qualcuno.
La scorsa estate se ne sono presi alcuni esemplari di taglia super pescando questi bestioni dalla linea esotica con potenti canne in carbonio, fili non inferiori allo 0,35, galleggiante da 3 grammi e un amo del numero 2. La pesca si deve fare a quattro cinque metri dalla sponda in quanto lo storione è un pesce che si avvicina alla riva per cercare il cibo lanciato in acqua dai pescatori.
La cosa buffa è l’esca utilizzata sull’amo: i pescatori innescano cubetti di formaggio fontina che pare essere per lo storione un’esca molto attirante e gradita.
E proprio così tre amici di Cesena, Foschi Alex, Sanzani Mattia e Baiardi Andrea tutti e tre dipendenti della cooperativa COPRA uova Novissime, sono riusciti a catturarne, tra gli altri, uno dal peso vicino ai 70 chilogrammi (vedi nella foto).
Un’ora di dura battaglia per riuscire a portare al guadino questo esemplare che ha lasciato il segno sulle braccia e sulla schiena dei tre cesenati.
Infatti lo storione per avere la meglio sulla lenza nel tentativo di liberarsi combatte sportivamente fino alla fine.
A cattura avvenuta il pesce deve essere rilasciato libero nelle sue acque per assicurare anche ad altri pescatori oltre al divertimento anche la grande emozione della cattura della vita.

lunedì 17 dicembre 2007

BEVANO FOCE: VI RACCONTO LA MIA PESCATA


UNO SCORCIO DEL CANALE BEVANO













Il freddo purtroppo è arrivato e ce ne stiamo accorgendo non solo dalla temperatura esterna ma anche dalla scarsa attività del pesce sia in fiume che in canale.
Le gare di campionato sono terminate ad esclusione della coppa d’inverno che sta per iniziare.
I più patiti, quelli che non mollano mai, si ritrovano nei laghetti di provincia a sfidarsi a carpe considerato che questa specie ittica è l’unica a rispondere alle lenze anche in pieno inverno.
Ma anche i meno patiti qualche escursione sul fiume o sul canale, sfruttando le ore più calde della giornata, provano a farla.
D’altra parte la primavera è lontana e per un pescatore quattro mesi senza calare la lenza in acqua è una tortura davvero insopportabile.
Non conta prendere pesce l’importante è andare, uscire da soli o in compagnia, e respirare aria fresca.
In questo periodo invernale mi diverto tantissimo a programmare uscite di pesca in posti nuovi difficilmente avvicinabili in altro periodo dell’anno a causa del continuo impegno agonistico.
Per scovarli navigo in internet con il satellite di google heart per scrutare il territorio e così arrivo ovunque scoprendo fiumi laghi o canali sconosciuti.
Per esempio giorni fa mi sono recato in un posto stupendo scoperto proprio su internet la foce del Bevano a Fosso Ghiaia di Ravenna.
Questo fiume nella parte che anticipa l’ingresso in mare è stato canalizzato ed ha una strada bianca molto comoda che lo costeggia fino al mare.
Il fiume ha le seguenti caratteristiche: larghezza trentacinque metri, profondità 1,5 – 2 metri e acqua che scorre lenta direzione mare molto trasparente.
Ci sono stato pochi giorni fa e per l’occasione avevo aperto una canna bolognese da sette metri montata con una lenza molto fine.
Galleggiante da 0,50 e finale del 0,7 e amo del 25 innescandoci un solo bigattino.
La pesca è quella a passata da fiume molto comoda e il pesce è presente con diverse specie, dai rari cavedani, ai carassi alle carpe e non mancano anche le scardole di piccola taglia che sono di solito le prime ad attaccare l’esca.
Sul fondo del fiume poi non mancano grossi siluri e anguille prede preferite dei pescatori locali che li insidiano con la classica pesca a fondo con il piombo e il lombrico grosso da trota.
Il canale Bevano accoglie sulle sue sponde tantissimi capanni da pesca e nella parte verso il mare ne sono presenti di diverse misure e di notevole comfort.
E’ una zona tranquilla e immersa nel verde della pineta che costeggia i campi nelle vicinanze.
Chissà nel periodo estivo, con il pesce in piena attività, quante catture si possono fare in questo posto.
Io sono abituato a dare ad ogni posto di pesca che frequento un voto.
Il mio giudizio tiene sempre conto di due fattori: 1) bellezza e comodità 2) pescosità.
In quanto a bellezza e comodità il mio voto è al massimo del giudizio perciò 5 stelle mentre a pescosità per il momento non vado oltre ad una stella ma occorre rivedere il giudizio in altro periodo dell’anno.
D’altra parte anche il Mincio a Peschiera in questo periodo in fatto di pescosità prenderebbe un voto molto basso ma d’altra parte questa è la natura e la stagione della pesca in inverno è molto avara di soddisfazioni con tutti.
Per arrivare alla foce del Bevano è molto semplice: prendete la statale adriatica direzione Ravenna verso Rimini, prima di arrivare al famoso parco giochi di Mirabilandia a Fosso Ghiaia dovete girare a sinistra in una strada che indica appunto foce del Bevano.
Fate almeno quattro chilometri di strada costeggiando la pineta e arriverete diritti sull’argine del Bevano.
Buona avventura e alla prossima uscita di pesca.

martedì 11 dicembre 2007

SUL PO A CACCIA DI BARBI


UN BARBO DEL PO NIENTE MALE


IL PO' E' PIENO DI GROSSI BARBI E DI BREME













Trent’anni fa sul grande fiume Po c’erano savette, cavedani, lasche e arborelle in quantità industriale. Oggi queste specie sono scomparse e al loro posto sono arrivati pesci alloctoni come siluri, breme, lucio perca, aspio e barbi spagnoli.
Pesci “stranieri” che si sono ben ambientai sul grande fiume italiano dove le profondità sono notevoli e la qualità delle acque è decisamente migliorata negli ultimi anni grazie alla realizzazione di depuratori.
Una volta andare a pescare sul Po significava partire alle due di notte ma solo per assicurarsi un posto di pesca tanti erano gli appassionati di pesca alla passata.
Oggi di pescatori ce ne sono di meno ma presto aumenteranno di numero se le condizioni di questo fiume tenderanno migliorare.
Avevo sentito parlare molto bene di questo fiume da alcuni amici i quali mi raccontavano di pescate straordinarie di barbi spagnoli e così alcuni giorni fa ho deciso di andare a fare conoscenza di questi pesci.
Sono proprio loro, i giganti baffuti, i protagonisti del mio itinerario sul fiume Po che ho realizzato il 1° novembre scorso.
Mi sono attrezzato di una canna bolognese da sette metri da “lotta dura senza paura” montata con mulinello robusto da passata montato in bobina con del filo del 0,18. Bagaglio leggero per insediarmi sulla sassaia che contraddistingue la sponda del fiume e oltre alla canna ho portato un robusto guadino, una grande bacinella per impastare 5/6 chili di pastura al formaggio, una sacca di tela per un chilo di bigattini, alcuni cartoncini di ami già legati per utilizzare come finali (lunghezza trenta centimetri del filo 0,16 e amo del 14) la nassa porta pesce e alcuni galleggianti di scorta di grammatura variabile da 6 a 12 grammi. Non è necessario avere gli stivali molto meglio dei buoni scarponcini da trekking per evitare cadute sulla scogliera fatta di sassi instabili.
Trovandomi nei pressi di Parma ho deciso di andare a pescare in un posto epico per la pesca al colpo a passata. Il tratto in questione è chiamato “la zanzara” in località Ragazzola piccolo paese della bassa situato tra Parma e Cremona.
Arrivo sul posto a giorno fatto, il freddo è pungente, e quando raggiungo l’argine mi rendo conto della maestosità di questo fiume. Una massa d’acqua imponente che scorre verso il mare creando continui vortici e mulinelli.
Faccio un buon fondo con palle di pastura che inserisco all’interno di una retina con un sasso dentro per renderla ancora più pesante.
Parto con una lenza da dodici grammi a passare sotto la punta della canna da sette metri.
Dopo mezz’ora niente. La corrente è notevole e la passata infruttuosa.
Ogni tanto vedo qualche pesce saltare fuor d’acqua vicino alla riva e così decido di rifare il fondo in una lanca vicino a riva dove la profondità è di 2 metri circa.
Pochi secondi di pesca è la prima affondata del galleggiante è rapida, un aspio di tre etti mi fa provare la prima emozione della giornata.
Prendo coraggio e alimento il fondo con bocce di pastura dura. Ma la lenza mi si incaglia tra i sassi sott’acqua e così strappo tutto. Rimonto un galleggiante da 6 grammi zavorrato con una sfera di piombo e una decina di pallini del 6. Ricarico cinque bigattini sull’amo del 14 e ripasso la lenza sulla zona di pesca trattenendo leggermente il galleggiante. Dieci secondi e la seconda affondata è immediata. La forza del pesce questa volta è notevole. La canna si curva come non aveva mai fatto prima. La lotta e la forza del pesce mi costringono ad impugnare la canna con entrambe le mani. La forza del pesce sott’acqua, che ancora non avevo immaginato quale fosse, mi costringe ad allentare la frizione - errore grave che si paga fisicamente perché il pesce, se riesce a prendere la corrente e la profondità al centro del fiume, ti costringe ad una dura battaglia fisica e si porta a guadino solo dopo una lotta estenuante.
Il braccio comincia ad essere indolenzito ma dopo dieci minuti di tira e molla vinco la sfida.
Lui ce l’ha messa tutta per liberarsi della lenza, ma alla fine il super barbo da 2,5 chili arriva a guadino.
Arrivano altre mangiate e nella nassa finiscono anche grosse breme che non hanno la forza del barbo ma che ti fanno comunque divertire e riposare.
Anche gli aspio, definiti i nuovi cavedani, attaccano l’esca con voracità tanto da riuscire a catturarne a fine giornata oltre cinquanta pezzi di taglia variabile da 100 a 300 grammi.
Ma sono i barbi spagnoli la vera attrattiva di questi posti. In tre/quattro ore di pesca tra barbi, breme e aspio l’ago della bilancia si ferma sui quaranta chili di pescato.
Roba da matti, in fiume non avevo mai fatto tanto pesce in così poco tempo.
Una pesca, quella sul grande fiume, per la quale servono braccia forti e macchina fotografica per immortalare le prede più belle.
Io l’ho fatto e giuro che presto ci ritorno.
Saluti a tutti da Alessandro e dai barbi del Po.

lunedì 10 dicembre 2007

QUALCHE ORA DI PIENO RELAX


PESCA FONDO: OTTIMI RISULTATI ANCHE DI NOTTE PER LA CATTURA DI CARPE E BARBI


SULLE RIVE DEI FIUMI A CONTATTO CON LA NATURA







Trent’anni fa sul grande fiume Po c’erano savette, cavedani, lasche e arborelle in quantità industriale. Oggi queste specie sono scomparse e al loro posto sono arrivati pesci alloctoni come siluri, breme, lucio perca, aspio e barbi spagnoli.
Pesci “stranieri” che si sono ben ambientai sul grande fiume italiano dove le profondità sono notevoli e la qualità delle acque è decisamente migliorata negli ultimi anni grazie alla realizzazione di depuratori.
Una volta andare a pescare sul Po significava partire alle due di notte ma solo per assicurarsi un posto di pesca tanti erano gli appassionati di pesca alla passata.
Oggi di pescatori ce ne sono di meno ma presto aumenteranno di numero se le condizioni di questo fiume tenderanno migliorare.
Avevo sentito parlare molto bene di questo fiume da alcuni amici i quali mi raccontavano di pescate straordinarie di barbi spagnoli e così alcuni giorni fa ho deciso di andare a fare conoscenza di questi pesci.
Sono proprio loro, i giganti baffuti, i protagonisti del mio itinerario sul fiume Po che ho realizzato il 1° novembre scorso.
Mi sono attrezzato di una canna bolognese da sette metri da “lotta dura senza paura” montata con mulinello robusto da passata montato in bobina con del filo del 0,18. Bagaglio leggero per insediarmi sulla sassaia che contraddistingue la sponda del fiume e oltre alla canna ho portato un robusto guadino, una grande bacinella per impastare 5/6 chili di pastura al formaggio, una sacca di tela per un chilo di bigattini, alcuni cartoncini di ami già legati per utilizzare come finali (lunghezza trenta centimetri del filo 0,16 e amo del 14) la nassa porta pesce e alcuni galleggianti di scorta di grammatura variabile da 6 a 12 grammi. Non è necessario avere gli stivali molto meglio dei buoni scarponcini da trekking per evitare cadute sulla scogliera fatta di sassi instabili.
Trovandomi nei pressi di Parma ho deciso di andare a pescare in un posto epico per la pesca al colpo a passata. Il tratto in questione è chiamato “la zanzara” in località Ragazzola piccolo paese della bassa situato tra Parma e Cremona.
Arrivo sul posto a giorno fatto, il freddo è pungente, e quando raggiungo l’argine mi rendo conto della maestosità di questo fiume. Una massa d’acqua imponente che scorre verso il mare creando continui vortici e mulinelli.
Faccio un buon fondo con palle di pastura che inserisco all’interno di una retina con un sasso dentro per renderla ancora più pesante.
Parto con una lenza da dodici grammi a passare sotto la punta della canna da sette metri.
Dopo mezz’ora niente. La corrente è notevole e la passata infruttuosa.
Ogni tanto vedo qualche pesce saltare fuor d’acqua vicino alla riva e così decido di rifare il fondo in una lanca vicino a riva dove la profondità è di 2 metri circa.
Pochi secondi di pesca è la prima affondata del galleggiante è rapida, un aspio di tre etti mi fa provare la prima emozione della giornata. Prendo coraggio e alimento il fondo con bocce di pastura dura. Ma la lenza mi si incaglia tra i sassi sott’acqua e così strappo tutto. Rimonto un galleggiante da 6 grammi zavorrato con una sfera di piombo e una decina di pallini del 6. Ricarico cinque bigattini sull’amo del 14 e ripasso la lenza sulla zona di pesca trattenendo leggermente il galleggiante. Dieci secondi e la seconda affondata è immediata. La forza del pesce questa volta è notevole. La canna si curva come non aveva mai fatto prima. La lotta e la forza del pesce mi costringono ad impugnare la canna con entrambe le mani. La forza del pesce sott’acqua, che ancora non avevo immaginato quale fosse, mi costringe ad allentare la frizione - errore grave che si paga fisicamente perché il pesce, se riesce a prendere la corrente e la profondità al centro del fiume, ti costringe ad una dura battaglia fisica e si porta a guadino solo dopo una lotta estenuante.
Il braccio comincia ad essere indolenzito ma dopo dieci minuti di tira e molla vinco la sfida.
Lui ce l’ha messa tutta per liberarsi della lenza, ma alla fine il super barbo da 2,5 chili arriva a guadino.
Arrivano altre mangiate e nella nassa finiscono anche grosse breme che non hanno la forza del barbo ma che ti fanno comunque divertire e riposare.
Anche gli aspio, definiti i nuovi cavedani, attaccano l’esca con voracità tanto da riuscire a catturarne a fine giornata oltre cinquanta pezzi di taglia variabile da 100 a 300 grammi.
Ma sono i barbi spagnoli la vera attrattiva di questi posti. In tre/quattro ore di pesca tra barbi, breme e aspio l’ago della bilancia si ferma sui quaranta chili di pescato.
Roba da matti, in fiume non avevo mai fatto tanto pesce in così poco tempo.
Una pesca, quella sul grande fiume, per la quale servono braccia forti e macchina fotografica per immortalare le prede più belle.
Io l’ho fatto e giuro che presto ci ritorno.
Saluti a tutti da Alessandro e dai barbi del Po.

domenica 9 dicembre 2007

MIRAMARE VINCE LA SFIDA



LA GARA INVERNALE DI PESCA AL COLPO E' STATA AVVINCENTE












Partita di pesca al colpo:
MIRAMARE stravince contro SAVIGNANO

La scorsa domenica, presso il lago Le Querce a Masrola di Borghi, si è svolta la partita di pesca del Campionato invernale di pesca al colpo.
La partita vedeva impegnate due società che sanno interpretare al meglio la pesca in laghetto a carpe e carassi ovvero la Pesca Sport Miramare e la Città del Rubicone di Savignano.
La partita di pesca è una sfida, con canna e lenza, tra cinque pescatori di una Società e cinque di un’altra e lo scontro sta nell’uno contro uno.
Vince chi riesce a portare alla bilancia, dopo tre ore di gara, il maggior peso.
La gara è stata avvincente e incerta sino alla fine tant’è che due delle cinque sfide sono state vinte per pochi grammi.
La pesca è stata effettuata a tecnica roubaisienne alla distanza di 13 metri e le catture hanno interessato carpette e carassi.
C’è da dire che la differenza di peso, utile per la vittoria, è stata condizionata non tanto dal numero di pesci catturati ma dalla taglia degli stessi.
Le esche utilizzate sono state le solite adatte per i pesci di questo lago: bigattini e mais giallo.
Pesaresi Paolo, titolare del Lago Le Querce, ha effettuato le operazioni di pesatura del pesce catturato con estrema precisione dichiarando i seguenti risultati utili per la classifica:
Brolli (Savignano) porta alla pesa kg. 8,700 perdendo la sua sfida contro Muccini (Miramare) il quale riesce a catturare kg. 10,840;
Piscaglia (Savignano) cattura kg. 10,940 di pesce e vince la sua sfida contro Bernardi (Miramare) che porta alla pesa kg. 6,400;
Barilli (Savignano) porta alla pesa 7,400 di pesce perdendo la sua sfida per pochi grammi contro Cevoli (Miramare) kg. 7,520;
Zavoli (Savignano) con kg. 8,720 perde contro Barosi (Miramare) che cattura kg. 8,840 tra carpe e carassi;
Trevisani (Savignano) con kg. 5,980 perde contro Aureli (Miramare) che cattura kg. 9,240 di pesce;
In virtù di questi risultati la Pesca Sport Miramare ottiene 3 punti preziosi per la classifica ottenuti contro la sq. A della Città del Rubicone vincitrice, tra l’altro, dell’edizione 2006 della Coppa d’inverno.

lunedì 3 dicembre 2007

QUANDO LA PESCA NON HA ETA'


CELESTINO RICCI CLASSE 1928 E' APPASSIONATO PESCATORE


CELESTINO IN AZIONE AI LAGHETTI FIPSAS DI POGGIO BERNI












E' UNO SPORT CHE MANTIENE GIOVANI
Ricci Celestino nato nel 1928 a Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì Cesena ha avuto nella sua vita un solo grande hobby - la pesca al colpo.
Ho avuto modo di incontrarlo pochi giorni fa al Lago Le Querce di Masrola di Borghi mentre stava assistendo ad una gara di pesca per la quale discuteva animatamente con altri spettatori perché un garista, in azione di pesca, non stava interpretando la gara in modo vincente.
Gli anni che Ricci Celestino si porta addosso sono 80 ma la passione che ha dentro per la pesca è la stessa di tanti anni fa tant’è che ancora oggi gareggia dando filo da torcere a chiunque gli capiti nel settore.
Addirittura in estate, presso i laghetti della FIPSAS di Rimini, è in gara ogni pomeriggio catturando carpe e carassi specie che conosce molto bene.
“avevo 12 anni quando ho iniziato a pescare” racconta Celestino “ andando nelle buche del fiume Rubicone e ricordo che di pesce ce n’era veramente tanto tra tinche, scardole e anguille. La pesca in quegli anni la facevo con una canna di canneto e usavo lenze sulle quali fissavo un galleggiante ricavato da tappi di sughero che bucavo con un chiodo rovente al centro dove infilavo un fiammifero svedese per bloccare il filo. Per esca usavo solo il lombrico. Poi in un altro fosso, il Rio Salto, andavo a catturare i persici sole specie molto diffusa in quegli anni”. Nel 1969 insieme ad altri pescatori abbiamo dato vita alla società di pesca e così sono iniziate le prime sfide nelle gare sociali e spesso in compagnia allargavamo i nostri confini andando a pescare in luoghi più lontani”.
Celestino alle partite a carte nei bar, che preferisce lasciare ai vecchietti, sceglie da sempre la pesca e così armato di paniere e roubaisienne, si dirige sempre la dove “sbrezza” il vento e dove l’acqua nasconde i tanti pesci.
Ed è proprio la sfida continua con carpe e carassi, che riesce a catturare in gran quantità, il segreto di questa sua vitalità.
Con la società Città del Rubicone di Savignano sul Rubicone ha maturato una notevole esperienza gareggiando anche a discreti livelli su diversi campi di gara nazionali.
Anche se adesso ci vede meno di un tempo il problema non lo preoccupa affatto perché le esche sull’amo le calza ad occhi chiusi e per vedere il galleggiante in acqua ha accorciato l’azione di pesca che effettua alla distanza massima di 6/7 metri dalla riva.
Celestino 80 anni suonati deve essere un esempio per tutti, soprattutto per i tanti giovani che snobbano la pesca per via delle levatacce e dei sacrifici da fare.
Lo sport della pesca, che può essere esercitato solo all’aria aperta, costringe chi lo pratica ad usare il fisico e soprattutto il cervello e questo pare essere l’elisir che allunga la vita.
Per tanto Viva la pesca e complimenti a Celestino il pescatore.

lunedì 26 novembre 2007

ANCHE CON IL FREDDO IL "TROTAIOLO" DA LAGO VA A PESCA


SERAFINI, TEAM GPS SANTARCANGELO, CON UNA BELLA TROTA PRESA AL LAGO IGEA











I primi freddi si stanno facendo sentire con temperature scese anche vicino ai zero gradi.
Il vero pescatore sportivo, anche se cambia la stagione, è difficile che smetta di pescare.
Deve solo cambiare attrezzature e luoghi di pesca; non dovrà più lottare con carpe o cavedani ma la caccia sarà riservata alla regina dell’inverno: la trota.
Così ogni domenica il “trotaiolo” da lago sfidando il freddo pungente e accompagnato da camole, tebo, lombrichi e pastelle di vario colore, si dirige nei laghetti o nelle cave a pesca di trote fario o iridee.
Pesca alla trota di lago.
La trota è un pesce introdotto dall'uomo nei laghetti, per il suo veloce adattamento ad ogni tipo d’acqua dolce. Il periodo consigliato per la sua pesca è l’inverno, perché la bassa temperatura dell’acqua spinge il pesce a risalire verso la superficie, facilitandone così la cattura.
Analizziamo adesso gli strumenti, le tecniche e i luoghi più adatti per avere successo nella pesca a questo tipo di predatore.
Strumenti
Le canne più indicate sono quelle corte, di carbonio e molto flessibili, perché permettono di utilizzare tecniche diverse. Da non dimenticare, le girelle doppie o triple che servono a non fare attorcigliare il filo e permettono all’esca di girare su sé stessa con un movimento che stimola l’istinto predatorio del pesce. Particolare attenzione deve essere posta nella scelta dell’amo. Infine il galleggiante, il cui peso deve superare di pochi grammi il peso dei piombi, dell’amo e dell’esca insieme.
Trucchi
La tecnica principale è fare ruotare l’esca sul proprio asse durante il recupero (per questo passaggio è indispensabile la girella), perché le trote se non sono incuriosite dall’esca non abboccano dato che hanno in parte dimenticato cosa significhi la ricerca del cibo.
Un’altro importante trucco è la pesca in vicinanza di getti d’acqua, pompe d’ossigeno o ricambi d’acqua. In caso di vento è importante sapere che le trote si spostano nel lato del lago opposto alla direzione del vento perché i piccoli insetti, prede abituali delle nostre trote (situati sul pelo dell'acqua), vengono trascinati,sarà utile quindi spostarsi da quel lato. È anche bene sapere che le trote spesso stanno a riva quindi, se s’intende stanare la trota dagli anfratti del bordo lago, conviene appostarsi ed utilizzare il galleggiante come segnale in caso di attacco. Se si vuole invece pescare a recupero vi consiglio di far vibrare la punta della canna in modo da incuriosire e attirare le trote.
Anche la trota come ogni pesce ha delle preferenze in fatto di esca. Ottima è la camola che è facilmente innestabile e nasconde l’amo molto bene date le sue grosse dimensioni. Per attirare le trote va bene anche pasturare con i bigattini che si possono usare anche direttamente come esca.
Tecniche
Pesca con galleggiante
La tecnica di pesca con il galleggiante è sicuramente la più usata sia per la sua efficacia che per la sua semplicità. La montatura standard va eseguita come segue: si fissa il galleggiante sulla lenza (galleggiante da 1 a 4 grammi), a cui si fa seguire solitamente un piombo scorrevole (olivetta, vetrino) del peso pari a circa la metà della portata del galleggiante. (es: galleggiante da 3 grammi si monta un'olivetta da 1,5 grammi). Successivamente si lega alla lenza una girella tripla a cui va legato il terminale composto da uno spezzone di filo (può andare dai 30 cm al metro di lunghezza) di uno spessore inferiore a quello della lenza madre (in genere si oscilla tra lo 0,18 e lo 0,10). All'estremità del terminale si lega un amo, generalmente a gambo lungo, delle misure che possono variare tra il n°4 al n°12. Si andrà a tarare il galleggiante con dei pallini di piombo fino a ricoprire i due terzi della capacità del galleggiante stesso. L'azione di pesca consiste nel lanciare l'esca ed a questo punto si hanno due possibilità: lasciare l'esca ferma in acqua o ritirarla lentamente facendola muovere sotto il pelo.
Pesca a striscio
Le varie tecniche di pesca a striscio sono senza dubbio efficaci, ma talvolta leggermente più complicate rispetto alla consueta tecnica con galleggiante. La montatura si esegue in questo modo: si fa passare il filo (lenza madre) attraverso un qualsiasi piombo da striscio (bombarde, vetrini, olivette) del peso desiderato in base al periodo dell'anno ed alla distanza alla quale si intende lanciare l'esca. Al piombo, che è sempre scorrevole, va legata necessariamente una girella tripla che consentirà all'esca di compiere il classico movimento rotatorio molto adescante per le trote; all'altra estremità della girella va legato un terminale che può andare dai 30 cm al metro e mezzo di lunghezza. Al terminale andrà legato un amo delle stesse dimensioni di quelli utilizzati per la pesca con galleggiante. L'azione di pesca è semplice in quanto consiste nel lanciare e recuperare la lenza di continuo. Esistono tantissimi tipi di recupero diversi, tuttavia possiamo indicarne qualcuno:
tremarella - consiste nel lanciare la lenza e nel recuperarla eseguendo dei rapidissimi e piccoli scatti con il cimino della canna (che per questo motivo dovrà essere molto flessibile) in modo tale da imprimere all'esca dei piccoli strappi.
saltarello - a differenza della tremarella, che normalmente si esegue con il vetrino, la tecnica del saltarello si pratica più comunemente con la bombarda. Si lancia l'esca e si aspetta qualche secondo per permettere ad essa di scendere sott'acqua, a questo punto il recupero andrà eseguito alzando la canna e riabbassandola (la manovella del mulinello dovrà essere girata nella fase di discesa). Così facendo si imprimerà all'esca un movimento altalenante molto utile soprattutto nei mesi caldi dell'anno.
Pesca a fondo
E' la tecnica di pesca più semplice da eseguire. Si fa passare la lenza attraverso un piombo scorrevole (olivetta, bombarda, vetrino) e lo si blocca con un successivo pallino di piombo. Poi si lega il terminale alla lenza madre e successivamente l'amo. L'azione di pesca consiste nel lanciare la lenza in acqua, attendere che l'esca arrivi sul fondo e tendere leggermente il filo. L'avvenuta abboccata sarà visibile in quanto il cimino della canna si piegherà violentemente. Lasciate sempre la frizione un pò aperta cosi anche nella ferrata più violenta non si romperà mai il cimino della canna.
Luoghi dove pescare
Tutti i laghetti o le cave gestite offrono in questo periodo la possibilità di pescare le trote che vengono immesse costantemente.
Nei laghetti privati ci possono andare tutti, pescatori con esperienza o alle prime armi, purché venga pagato il ticket giornaliero.
Non è obbligatoria la licenza da pesca mentre invece è richiesta se si svolgono gare organizzate dalla federazione pesca FIPSAS.
Nella nostra provincia sono tantissimi i laghetti di pesca sportiva basta chiedere informazioni alla FIPSAS 0543-25696 oppure i negozianti da pesca possono consigliare chiunque sui laghi migliori e sulle esche più redditizie.
Arrivederci alla prossima settimana. Alessandro Scarponi

lunedì 19 novembre 2007

AL TROFEO CARPA PRESI DEI BEI BESTIONI



PREMIATI I PRIMI DUE DI OGNI SETTORE

TROFEO CARPA 1° PROVA FORLI’ CESENA

LAGO RIVIERA (RN) DOMENICA 4 NOVEMBRE 2007




Una domenica dedicata al trofeo carpa quella trascorsa da diversi pescatori al lago Riviera a Rimini.
La gara si è sviluppata a tecnica roubasienne e il “bottino” in termini di catture è stato di tutto riguardo.
Pescatori tutti in fila suddivisi in settori da cinque concorrenti con premio in medaglia d’oro ai primi due classificati di ogni settore.
Il settore viene vinto dal concorrente che riesce a raggiungere, dopo tre ore di gara, il peso maggiore.


RAGAZZINI FABIO














E così dopo le operazioni di peso sono risultati vincitori dei propri settori i seguenti carpisti:
1 Ragazzini Fabio peso kg. 22600 Lenza Forlivese
2 Grossi Daniel peso kg. 15050 G.P.S. Santarcangelo
3 Iuorio Renato peso kg. 14950 Lenza Forlivese
4 Casadei Gastone peso kg. 12000 G.P.S. Santarcangelo
Mentre la seconda posizione viene raggiunta dai seguenti pescatori:
5 Caselli Mirco peso kg. 13050 G.P.S. Santarcangelo
6 Ugolini Pier Giorgio peso kg. 11600 G.P.S. Santarcangelo
7 Coveri Mauro peso kg. 8450 G.S. Valloni
8 Giannini Alessandro peso kg. 8350 S.P.S. Team Folgore
9 Graffieti Naver peso kg. 6800 Lenza Club Borellese
Terzi di settore:
10 Turci Pierluigi peso kg. 9800 A.P.S. Valle Del Savio
11 Conti Giancarlo peso kg. 6200 A.P.S. Valle Del Savio
12 Macrelli Alfredo peso kg. 4100 G.P.S. Santarcangelo
13 Foschini Viller peso kg. 2950 G.P.S. Santarcangelo
Quarti di settore:
14 Sportelli Stefano peso kg. 9150 Lenza Club Borellese
15 Donati Marico peso kg. 4800 Lenza Club Borellese
16 Vestolani Luca peso kg. 3850 G.S. Valloni
17 Alessandrini Antonio peso kg. 1150 G.S. Valloni
Quinti di settore:
18 Vestolani Flavio peso kg. 3450 G.S. Valloni
19 Spighi Alessandro peso kg. 2650 Lenza Club Borellese
20 Bacchi Stefano peso kg. 2200 G.S. Valloni
21 Buratti Gianfranco peso kg. 1100 Lenza Club Borellese

lunedì 5 novembre 2007

LE AQUILE DI FORLI' VOLANO ALTO


ROCCHI TINO IN AZIONE NEL DESTRA RENO

VINCONO IL CAMPIONATO PROVINCIALE DI SOCIETA'

A FAVORIRLE ANCHE LO SPOGLIATOIO ALLARGATO.

LA GARA E' SU QUATTRO CAMPI DIVERSI.




Giovedì 1° novembre, si e' svolto in contemporanea su 4 campi di gara diversi (canale, fiume, lago e carpa) il campionato provinciale di società.
Una classica gara di pesca di fine stagione che vede a raccolta i migliori agonisti della provincia schierati dalle rispettive società di pesca al colpo in funzione della specificità del campo di gara.
Questo campionato non ammette errori tattici perché la gara è a prova unica e quindi non vi sono altre opportunità di recupero.
Logicamente, come in tutti gli sport, sono favorite quelle società che possono contare sullo spogliatoio allargato.
La società le Aquile di Forlimpopoli a questo riguardo può contare su un parco agonisti di tutto rispetto e non a caso l’edizione 2007 viene vinta proprio da questo glorioso Team.
In canale si sono distinti con 7 penalità i seguenti “aquilotti”:
3° di settore: Alessandrini Marino con 1,200 kg. di pescato;
3° di settore: Rocchi Tino con 2,100 kg. di pescato;
1° di settore: Amadori Carlo con 1,730 kg. di pescato;
La prova specialità lago si è svolta presso il lago Pino di Forlì e qua le penalità sono state 16 in ragione dei seguenti piazzamenti di settore:
6° Rossi Angelo con kg. 4,150
7° Solfrini Veris con kg. 3,930
3° Vallicelli Claudio kg. 5,230
Il formato del campionato provinciale prevedeva anche una gara in fiume ma le cattive condizioni del tempo hanno obbligato gli organizzatori ad inviare gli agonisti nel campo di riserva del destra Reno a Ravenna.
A Ravenna Le Aquile hanno volato davvero in alto vincendo, con i suoi garisti schierati, i rispettivi settori. Questi i risultati:
1° Burnazzi Claudio con kg. 2,410 di pesce catturato;
1° Galletti Andrea con kg. 1,810 di pesce catturato;
1° Bazzocchi Lorenzo con kg. 1,990 di pesce catturato;
Il quarto campo di gara è stato scelto in funzione della specialità di pesca alla carpa e questa tecnica si è sviluppata presso il lago del sole di Forlì.
Le Aquile riescono a racimolare 15 penalità grazie ai seguenti risultati:
7° Sacchetti Gianluca con kg. 4,560
1° Camporesi Massimo con kg. 10,340
7° Camporesi Fabio con kg. 2,180
Una vittoria, quella delle Aquile, ottenuta grazie a 25 penalità, scartando il peggior risultato, staccando di un solo punto la formidabile formazione della Lenza Forlivese che si piazza sul secondo gradino del podio con 26 penalità.
Per la medaglia di bronzo si piazza al terzo posto della classifica finale la società Club Pescatori Forlì con 28,5 penalità.
Per la cronaca si piazza al quarto posto l’A.S.D. Città Del Rubicone, al quinto la Polisportiva Asioli P.S. 4 Porte, al sesto posto il Lenza Club Borellese, al settimo posto ASD Lenza Sammartinese, all’ottavo S.P.S. Amo Forlivese e al nono posto l’ A.P.S. Valle Del Savio di Cesena.

domenica 4 novembre 2007

CLAUDIO BURNAZZI E' SOLO AL COMANDO


CLAUDIO BURNAZZI CAMPIONE DI PESCA IN FIUME







TROFEO FIPSAS FIUME: SI E' DISPUTATA LA SESTA PROVA




La sesta prova del trofeo FIPSAS fiume si è svolta domenica 4 novembre sul fiume Bidente a Forlì.
La prova viene vinta dalla Polisportiva Asioli P.S. 4 Porte con la squadra A in ragione di 9 penalità grazie ai risultati ottenuti nei settori dei suoi quattro pescatori schierati ovvero 1 – 1 - 2 – 5 – ed un peso totale pari a kg. 6,540 di pesce portato al commissario.
Seconda di giornata si piazza la società G.P.S. della Lenza Meldola con la squadra A grazie a 11 penalità e kg. 7,700.
Terza di giornata la squadra A della società A.P.S. Le Aquile con 14 penalità la quale guida anche la classifica progressiva con 51,5 penalità ed un peso raggiunto dopo sei prove pari a kg. 80,940.
E proprio un valido componente di questa squadra, Burnazzi Claudio, rimane saldamente al comando della classifica individuale progressiva con 7,5 penalità e kg. 24,16 di pesce catturato.

giovedì 1 novembre 2007

ADDIO A GABRIELE, APPASSIONATO PESCATORE


Magnani Gabriele, un grande pescatore, ci ha lasciato


AVEVA SOLO 50 ANNI E DA SEMPRE ERA NELLA SOCIETA' CLUB PESCATORI FORLI'






La sezione provinciale della FIPSAS, in occasione delle gare che si sono svolte giovedì 1° novembre, ha voluto ricordare con un minuto di raccoglimento, Gabriele Magnani un pescatore e agonista, da pochi giorni prematuramente scomparso.
Gabriele aveva 50 anni e da sempre apparteneva alla società Club Pescatori di Forlì.
Insieme al padre Decimo ha partecipato a diversi campionati di pesca a livello provinciale, regionale e nazionale ottenendo importanti successi.
La famiglia di Magnani è molto conosciuta nell’ambiente della pesca sportiva in quanto ogni domenica era presente sui vari campi di gara, laghi fiumi e canali, con la Sig.ra Marisa, mamma di Gabriele e il padre Decimo anch’esso garista di pesca.
Una famiglia unita che viveva lo sport della pesca con grande impegno e passione gli stessi valori che Gabriele ha saputo trasmettere ai due figli Marco di 14 anni, Daniele di 10 e alla moglie Maria.
Ciani Marzio, Presidente della FIPSAS di Forlì Cesena, ha sottolineato, in occasione del raduno di pesca, come Gabriele sia stato una persona di una semplicità e bontà unica, sempre disponibile per tutti, e questo altruismo lo avrebbe portato a realizzare un suo sogno: la scuola di pesca per i giovani presso il lago Pino.
Tutti i pescatori presenti al Campionato provinciale di società hanno reso l’ultimo saluto a Gabriele con un caloroso applauso spontaneo.

lunedì 29 ottobre 2007

L'EMOZIONE DEL MINCIO


DANIELE CAMPI (TEAM SARFIX CREVALCORE)

ALESSANDRO BIANCHI (AMO SANTARCANGIOLESE)

ALESSANDRO BIANCHI E DANIEL CAMPI VESTONO LA MAGLIA AZZURRA









Nel week end appena trascorso, sul fiume Mincio a Peschiera del Garda, si sono effettuate le due gare di pesca riservate ai componenti del Club Azzurro di pesca al colpo.
In prima e seconda zona hanno gareggiato la categoria Senior ,mentre in terza zona i giovani under 18 e under 20.
Nella categoria senior hanno gareggiato tutti i big dell’agonismo nazionale i quali si sono presentati sul fiume per le prove di circostanza fin dal giovedì precedente.
I grandi avevano la possibilità di utilizzare qualsiasi tecnica, dall’inglese, alla bolognese alla roubaisienne, mentre per i più piccoli la tecnica obbligatoria è stata la bolognese.
Il club azzurro è un mini campionato di selezione considerato il trampolino di lancio per arrivare alla nazionale di pesca Team Italia.
Chi riesce ad entrare nel club azzurro ha già superato esami importanti nei vari campionati nazionali e quindi, a questo livello, si ritrovano solamente i cannisti migliori d’Italia.
I primi cinque concorrenti della classifica finale del Club azzurro, unitamente alla nazionale uscente, formeranno un gruppo di dieci persone dal quale dovrà uscire, per scelta tecnica del Commissario, la squadra nazionale di pesca al colpo che dovrà disputare il campionato del mondo nel prossimo anno.
Per la cronaca la selezione del Club Azzurro “grandi” viene vinta dal Bolognese Stefano Bosi grazie alla vittoria di settore conquistata in gara 2 recuperando la brutta prova ottenuta al sabato in gara 1.
Nella categoria ragazzi la strada che porta alla nazionale non è ancora terminata in quanto si dovrà disputare un’altra prova di selezione il prossimo anno presso i laghi di Faldo ad Umbertide.
Gli unici agonisti romagnoli che ha provato l’emozione di competere per raggiungere il sogno della maglia azzurra sono stati Bianchi Alessandro di Santarcangelo di Romagna e Campi Daniele di Ravenna, entrambi under 20, i quali hanno disputato due prove pescando esclusivamente con la canna a mulinello.
La gara di pesca è stata accompagnata da un clima gradevole e soleggiato che ha permesso ad un folto pubblico di partecipare come spettatori a questa manifestazione di alto livello agonistico.
Alessandro Bianchi e Campi Daniele hanno pescato le scardole e i cavedani del Mincio alla distanza di 20 - 25 metri dalla riva alimentando il posto di pesca con una pastura salata a base di formaggio adeguatamente preparata dagli accompagnatori.
A pescare nel Mincio, in questo periodo, si provano grandi emozioni non solo per le stupende condizioni dell’acqua, sempre trasparente e pulita, ma soprattutto per le tante abboccate che le scardole e i diffidenti cavedani assicurano.
Lanciare la lenza in acqua con una canna da otto metri e pescare ad una profondità di sei – sette metri non è cosa facile per nessuno tanto meno per questi giovani agonisti non tanto avvezzi ad utilizzare la canna da passata in un fiume dove la spinta della corrente dell’acqua e la profondità è notevole.
Per riuscire a prendere un pesce occorre far girare bene la lenza in acqua e riuscire a lanciare sempre nello steso posto; inoltre la pasturazione, fatta con bocce di sfarinati per attirare il pesce nella zona della passata, è una regola che non può passare in secondo ordine.
Il Mincio ha costretto la maggior parte dei garisti ad utilizzare lenze medio pesanti dai 3 ai 6 grammi e per innesco si sono utilizzati i soliti bigattini, i caster, il mais, le camole e la crisalide.
Scardole e cavedani di grossa taglia dunque sono state le prede portate alla bilancia dai pescatori e le operazioni di peso per qualcuno hanno fatto registrare anche 10 chili di pescato.
E non si creda che catturare pesce su questo fiume sia facile.
Servono tante ore di pesca per raggiungere un minimo di esperienza che assicuri qualche successo.
Ci sono delle regole che se disattese costringeranno il pescatore a giornate con cestini vuoti.
Per esempio la scelta della lenza deve essere sempre fatta tenuto conto delle condizioni dell’acqua e qui serve il cosi detto “senso dell’acqua” che permette a chi ce l’ha di entrare subito in sintonia con il fiume e quindi con il pesce che lo abita.
Gli ami su cui innescare le esche devono essere microscopici dal 20 al 23 e la distribuzione della piombatura diventa un fattore di primaria importanza per far si che l’esca venga presentata al pesce sott’acqua nel modo più naturale possibile.
E poi vista la limpidezza delle acquee del Mincio occorre sempre utilizzare un filo finale che spesso non deve superare lo 0,8 cioè un filo con carico di rottura molto basso.
Queste condizioni estreme richiedono attrezzi affidabili e mulinelli con una buona frizione per evitare che la cattura di un bel pesce si trasformi in una rottura della lenza.
Chi frequenta il Mincio deve conoscere queste regole che sono la base per una pescata di successo.
Il Mincio, considerato da tutti l’Università della pesca, ti costringe a pescare bene.
Bianchi Alessandro e Campi Daniele, i due campioncini del club azzurro, pur essendo ancora molto giovani hanno dimostrato, sabato e domenica scorsi, di conoscere le regole fondamentali per riuscire a cogliere gli aspetti migliori e più emozionanti di questo fiume.

lunedì 22 ottobre 2007

ZAVOLI FA IL BIS: CAMPIONE PROVINCIALE


ZAVOLI OSCAR:
IL NEO CAMPIONE

MILENA CAMPORESI
METTE IN RIGA 50 MASCHIETTI
















L’alba di domenica 14 ottobre 2007 ha visto oltre cinquanta pescatori percorrere l’E 45 in auto con le inconfondibili sacche porta bigattini appese all’esterno con destinazione Umbertide in provincia di Perugia.
Erano gli agonisti della pesca al colpo di Forli Cesena che si recavano in Umbria per effettuare l’ultima prova del Campionato provinciale individuale.
Il Tevere Umbro, nel tratto riservato a campo di gara denominato “campo sportivo” si presentava con le inconfondibili acque leggermente velate.
Il fiume scorre nel centro della città ed è circondato da una rigogliosa vegetazione che rende ancora più suggestiva tutta l’ambientazione naturale.
Lo scorrere lento dell’acqua viene disturbato ogni tanto dai salti dei pesci in superficie e dallo scorazzare di alcune gallinelle d’acqua che cercano cibo nel sottoriva sulla sponda opposta alle postazioni di pesca.
L’alzarsi del sole altera con i riflessi di luce finanche il colore dell’acqua che appare, agli occhi dei mattinieri pescatori, inizialmente grigio per ritrovarlo sempre più verde man mano che passano le ore.
Ogni domenica mattina centinaia di pescatori si sfidano con la roubaisienne, canna regina di questo posto, per catturare i grossi cavedani che abitano le profondità del fiume.
Non è difficile portare a guadino esemplari anche di due chili insieme alle tante carpe che sono state immesse per aumentare la pescosità e quindi il divertimento che rimane pur sempre il vero motore che fa girare questo sport.
La gara di domenica era molto sentita da tutti i pescatori romagnoli per via dell’assegnazione del titolo di campione provinciale.
Così tutti i garisti, fin dai giorni precedenti, avevano cercato di prepararsi al meglio per non farsi trovare in difficoltà di fronte a tale appuntamento.
La mattina della gara al raduno ognuno aveva in tasca la sua verità e questo è il bello della pesca.
Non esiste nella pesca una teoria vincente assoluta e così infatti è stato anche domenica.
Chi ha vinto pescando con il mais, chi con il lombrico e chi con il bigattino; chi ha pescato a sfiorare il fondale con l’esca e chi invece ha preferito una lenza molto appoggiata sul fondo per mantenere l’esca ferma sul fondo.
Nella classifica provvisoria, prima della finale di Umbertide, il vertice era composto dai Santarcangiolesi Giovanardi Marco e Zavoli Oscar seguiti in terza posizione da Brolli Mauro di Riccione.
Purtroppo Giovanardi non riesce ad andare oltre il quarto posto di settore, Brolli a causa di un picchetto non facile chiude in settima posizione mentre Zavoli, classificandosi secondo del suo settore, supera tutti ottenendo così il gradino più alto del podio e laurearsi, per la seconda volta negli ultimi tre anni, campione provinciale di pesca al colpo.
Ma la vera sorpresa di questa gara è stata la performances dell’unica donna presente, Milena Camporesi di Forlì, la quale mette in riga gli oltre cinquanta maschietti ottenendo il primo posto assoluto nella classifica di giornata con oltre 14 chili di pescato.
Una gran gara ottenuta con una tecnica difficile da gestire, la roubaisienne, che testimonia la bravura di questa appassionata che in passato è riuscita a vestire anche la maglia della nazionale femminile di pesca.
Nelle prossime edizioni pubblicheremo le interviste di Oscar Zavoli e di Milena Camporesi sulla gara di Umbertide.

lunedì 15 ottobre 2007

STREPITOSA PROMOZIONE PER IL BELLARIA NEL SUPER ELITE 2008


SERIE A2 DI PESCA AL COLPO

Vince il campionato 2007 il Team Crevalcore mentre l’APS Bellaria Igea Marina agguanta una strepitosa promozione nel campionato di Super Elite 2008.








Domenica 7 ottobre è terminato anche il campionato nazionale di serie A2 di pesca al colpo. La sesta ed ultima prova ha emesso i verdetti finali riferiti a promozioni e retrocessioni.
Le squadre romagnole impegnate in questo torneo hanno vissuto una stagione in chiaro scuro lasciando solamente alla squadra APS Bellaria Igea Marina la gloria di una meritata promozione nel campionato nazionale di eccellenza nord che disputerà nel 2008.
Il fiume Mincio di Peschiera del Garda ha fatto la sua parte per rendere competitiva la gara e regalare ai 200 garisti impegnati tante catture di pesci, tra scardole e cavedani, difficili da prendere solo fino a qualche tempo fa.
Un bel fiume rigenerato dal punto di vista ambientale che si colloca sicuramente tra i migliori campi di gara italiani di pesca al colpo.
Questa la classifica finale del campionato zonale di serie A2 dopo le sei prove del campionato: le prime cinque squadre classificate vengono promosse nel campionato di eccellenza nord 2008:
1° Team Crevalcore (Bo) (sq. A) penalità 67,50 97.330 kg. di pescato in 6 prove;
2° Lenza Club Padova (Pd) penalità 74,00 91.295 kg. di pescato in 6 prove;
3° S.P.S. La Torre (Vr) penalità 75,50 81.500 kg. di pescato in 6 prove;
4° Team Crevalcore (Bo) (sq. D) penalità 81,50 82.280 kg. di pescato in 6 prove;
5° A.P.S. Bellaria Igea Marina (Rn) penalità 82,00 92.380 kg. di pescato in 6 prove;

Mantengono il diritto a competere nel campionato zonale di serie A2 anche il prossimo anno le squadre che si sono classificate dalla sesta alla trentesima posizione. Tra queste le squadre romagnole sono:
21° S.P.S. Bagnacavallese (Ra) (A) penalità 92,00 81.065 kg. di pescato in 6 prove
28° La Fenice Amo D'Oro Perla Verde (Rn) penalità 104,00 71.225 kg. di pescato in 6 prove
29° A.P.S. Le Aquile (Fc) (A) 104,00 penalità 65.810 kg. di pescato in 6 prove
30° Team G.P.S. Santarcangelo (Fc) (A) penalità 104,50 75.310 kg. di pescato in 6 prove;

Invece retrocedono nei sottostanti campionati regionali le squadre che si sono classificate dal 31° al 50° posto ovvero:
31° A.S.S. Amo Santarcangiolese (Rn) (A) penalità 105,50 71.835 kg. di pescato in 6 prove
32° A.P.S. Le Aquile (Fc) (B) penalità 107,00 67.340 kg. di pescato in 6 prove
33° Cannisti Dogana (RSM) penalità 111,00 67.915 kg. di pescato in 6 prove
39° A.P.S. Rimini Miramare (Rn) (A) penalità 115,00 74.540 kg. di pescato in 6 prove
42° A.S.D. Città del Rubicone (Fc) penalità 117,50 71.810 kg. di pescato in 6 prove.

domenica 14 ottobre 2007

TROFEO FIPS FIUME: VINCONO LE AQUILE


UNA BELLA CATTURA: CHE SIA VITTORIOSA?








Il 14 ottobre scorso si è svolta nel fiume Savio la quinta prova del trofeo FIPSAS di pesca in fiume per la provincia di Forlì Cesena.
Un fiume, quello cesenate, che non offre le super pescate del vicino Bidente ma certamente ha saputo rendere competitiva la gara.
Chi ha saputo interpretare meglio di tutti la tecnica giusta ha raccolto ottimi risultati come nel caso di Mazzini Ermanno della Società Lenza Club Borellese che vince l’assoluto individuale di giornata con 7,260 chili di pesce tra cavedani, barbi e carpe.
Tra i 225 garisti partecipanti alla gara del Savio ce n’erano quattro appartenenti alla squadra A del Team Le Aquile di Forlimpopoli che sono riusciti a vincere il rispettivo settore vincendo anche la classìfica di giornata con sole quattro penalità.
Un bel risultato che non sempre si riesce a raggiungere in una gara di pesca a squadre.
Davvero bravi questi garisti nelle persone di Galletti Angelo, Galletti Andrea, Bazzocchi Lorenzo e Burnazzi Claudio che riescono ad interpretare la pesca in fiume meglio di chiunque altro alla luce del fatto che stanno guidando anche la classifica progressiva generale dopo cinque prove.
Le prime cinque posizioni nella classifica progressiva sono occupate dalle seguenti squadre:

1 A.P.S. Le Aquile (squadra A) penalità 37,50 kg. 75,80
2 Lenza Club Borellese (squadra A) penalità 56,50 kg. 69,76
3 A.P.S. Le Aquile (squadra B) penalità 73,50 kg. 48,50
4 A.P.S. Le Aquile (squadra C) penalità 81,50 kg. 51,36
5 P.S. Civitella (squadra A) penalità 84,50 kg. 50,86

sabato 13 ottobre 2007

ARGENTO PER L'AMO SANTARCANGIOLESE


LA SQUADRA CHE E' SALITA SUL PODIO CONQUISTANDO L'ARGENTO

OTTIMO RISULTATO NEL CAMPIONATO REGIONALE DI PESCA AL COLPO
Il titolo di campione regionale di pesca al colpo alla Società Sasso Marconi di Bologna
Per le squadre romagnole la migliore è la squadra C dell’Amo Santarcangiolese che si piazza al secondo posto assoluto.

Il canale Destra Reno, situato nelle campagne di S.Alberto nel Ravennate, ha ospitato domenica 7 ottobre l’ultima prova del campionato regionale emilia est di pesca al colpo riservato alle 70 squadre delle province di Bologna, Ferrara, Ravenna Forlì e Rimini
La pesca si è sviluppata con due tecniche obbligatorie la prima e la seconda zona a Roubaisienne e canne fisse mentre la terza e quarta zona a tecnica libera.
La bella giornata di sole ha alleviato i disagi che spesso si incontrano per scendere l’argine di questo canale.
Infatti una ripida sponda costringe la maggior parte dei garisti a servirsi di una corda agganciata all’auto per scendere fino alla golena.
Golena non sempre comoda per chi si ritrova a pescare in terza e quarta zona per via dell’assenza della piazzola - infatti la sponda ripida arriva a diretto contatto con l’acqua.
Ma nella pesca occorre mettere in conto anche le difficoltà di ordine ambientale e il destra Reno le assicura certamente.
La pesca in questo canale non è facile a causa della notevole presenza dell’alborella, piccolo famelico pesce bianco dal peso variabile da 3 a 10 grammi.
Molti agonisti la insidiano per tre ore con canne fisse molto corte fino a tre metri e non di rado permette di ottenere anche buoni risultati di classifica.
Un buon alborellista riesce a catturarne in tre ore diverse centinaia ma solo se riesce a dare continuità all’azione di pesca che non è fatta solo di lenza in acqua ma anche di precisa pasturazione per attirare il pesce nel sottoriva.
La pastura da alborella è un composto farinaceo molto fine che va bagnata fino a ridurla ad una poltiglia la quale va gettata a piccoli pizzichi in acqua per attirare il pesce grazie all’effetto nuvola che produce.
Un campo di gara quello del destra Reno che in passato ha ospitato gare anche di livello nazionale come l’eccellenza ed aveva nella pesca leggera all’inglese al carassio la sue tecnica principale.
Poi sono arrivati i siluri, le grosse carpe e lo “smottamento” degli argini e per questo canale è arrivato il declassamento da parte della Federazione.
La squadra C dell’Amo Santarcangiolese, che guidava la classifica dopo cinque prove, non ha saputo sfruttare bene il fattore “canale amico” ed ha chiuso la prova con 20 penalità classificandosi al secondo posto assoluto nella classifica finale.
La squadra C dell’Amo Santarcangiolese era formata da: Montanari Giuseppe 6° di settore con 1.020 grammi di pescato; Della Bartola Mirko 9° di settore con 1.280 grammi di pescato; Stambazzi Andrea 2° di settore con 2.880 grammi di pescato; Biondi Mauro 3° di settore con 3.820 grammi di pescato.
In ogni caso la squadra di Santarcangelo di Romagna, pur avendo perso la vittoria del campionato regionale per sole due penalità, può gioire per avere ottenuto la promozione nel campionato nazionale di pesca al colpo di serie A2.
Questa la classifica delle squadre romagnole impegnate in questo torneo regionale:
1° A.S.D. Sasso Marconi Bologna penalità 63,00 kg di pescato 54.510
2° A.S.S. Amo Santarcangiolese (C) pen. 65,00 kg. 61.640
9° A.P.S. Bellaria Igea Marina (A) pen. 82,00 kg. 50.895
11° La Fenice Amo D'Oro Perla Verde Rimini (B) pen. 84,00 kg. 42.520
12° Club Pescatori Forlì (A) pen. 84,50 kg. 44.090
14° Lenza Romagnola Ravenna (B) pen. 85,00 kg 46.755
15° S.P.S. Il Tucano Ravenna (A) pen. 85,00 kg. 45.206
16° Lenza Romagnola Ravenna (A) 86,00 45.550
19° A.S.D. Città del Rubicone Savignano SR (A) 90,50 42.660
20° A.P.S. Falchi Azzurri Ravenna (B) 91,00 48.130
21° A.S.S. Amo Santarcangiolese Rimini (A) 93,50 42.930
23° A.P.S. Falchi Azzurri Ravenna (A) 94,00 48.085
Le seguenti società retrocedono nel campionato promozionale a livello provinciale.
39° A.S.S. Amo Santarcangiolese Rimini (B) 101,50 35.680
40° La Fenice Amo D'Oro Perla Verde Rimini (A) 104,50 36.230
41° A.P.S. Le Aquile Forlimpopoli (A) 106,00 41.160
42° G.P.S. Santarcangelo Gambettola (A) 106,50 32.690
43° S.P.S. Amo Forlivese (A) 107,00 34.840
44° S.P.S. Bagnacavallese (A) 107,50 38.650
45° ASD Lenza Sammartinese Forlì (A) 109,00 28.330
48° Lenza Club Borellese Cesena (A) 111,00 37.340
50° La Fenice Amo D'Oro Perla Verde Rimini (C) 113,50 38.500
52° S.P.S. Amo Forlivese (B) 114,50 39.670
55° A.S.D. Città del Rubicone Savignano SR (B) 115,00 31.950
57° A.P.S. Rimini Miramare (A) 118,00 35.470
61° Cannisti Forlimpopoli (A) 125,50 11,0 30.270
63° Cannisti Dogana RSM (A) 127,00 30.110

lunedì 8 ottobre 2007

GRANDE GPS SANTARCANGELO AD ANITA


LA SQUADRA CHE HA VINTO: MACRELLI, NERI, SCARPONI E FACCIANI












Domenica 30 settembre 2007 nel canale di Anita si sono dati appuntamento 64 agonisti della pesca al colpo della provincia di Forlì Cesena per effettuare la terza prova del campionato provinciale a box in canale.
Il format di questa gara permette di far pescare i quattro agonisti della stessa squadra tutti insieme all’interno di un settore da cinque squadre.
Il canale di Anita d’altra parte si presta molto bene per questo tipo di competizione a squadre in quanto la linearità della sponda del canale garantisce le stesse opportunità a tutti i pescatori.
La gara ha avuto inizio alle 8,30 e le condizioni del canale si sono rivelate subito favorevoli.
Poco vento, una brezza molto fresca nella prima parte della gara ed un sole che ha riscaldato tutti nella seconda parte della gara.
La tecnica obbligatoria utilizzata dai garisti è stata quella della roubaisienne fino alla distanza di 14,50 metri.
Una leggera corrente dell’acqua ha aumentato, nella prima mezz’ora di gara, le difficoltà tecniche costringendo i pescatori ad utilizzare lenze più pesanti fino a 1,5 grammi di peso o lenze montate con galleggianti a vela da 0,50 a 0,75 grammi di portata per pescare praticamente con l’esca ferma sul fondale.
Questa impostazione tecnica ha permesso di catturare subito i primi pesci.
Le Breme di taglia hanno subito risposto alle esche presentandosi all’appuntamento con la pasturazione pesante effettuata ad inizio gara.
Pasturazione effettuata con bocce di sfarinati molto dolci, integrati con olio di brasem, lanciate alla distanza di tredici metri per pescarci sopra durante le tre ore di gara.
Il Team GPS Santarcangelo che per l’occasione ha iscritto una sola squadra a fine gara ha portato alla pesa 24,370 di pesce tra carassi e breme assicurandosi così il primo posto assoluto nella classifica di giornata.
La squadra formata da Scarponi Alessandro, Facciani Franco, Neri Romeo e Caselli Mirco ha utilizzato pastura Trabucco Supreme lanciata a mano per la pasturazione pesante iniziale e durante la gara ha alimentato il posto pesca con una pasturazione leggera fatta di bigattini, mais e canapa, trasportata a 13 metri con il solo utilizzo della scodella applicata sulla punta della canna.
Una pasturazione di precisione quindi per non disperdere il pesce sul fondale del canale.
Anche le carpe agganciate all’amo sia da Scarponi che da Facciani, hanno dimostrato di gradire le esche offerte dei garisti del Team GPS, ma la forza sprigionata da questi ciprinidi, subito dopo l’allamatura, è stata tale da disintegrare le lenze da ricerca poco adatte per pesci di taglia super.
Questa la classifica della gara di domenica riferita alle prime dieci posizioni:
settore A:
1° Team G.P.S. Santarcangelo sq. A formata da Neri Romeo, Facciani Franco, Caselli Mirco, Scarponi Alessandro peso totale kg. 24,370;

settore B:
1° ASD Lenza Sammartinese sq. A formata da Betti Stefano, Betti Vanni, Valbonesi Rolando, Montanari Marco peso totale kg. 10,420;

settore C:
1° A.P.S. Le Aquile sq. C formata da Cantarelli Macario, Lembo Michele, Palazzi Lucio, Selleri Ennio peso totale kg. 3,980;

settore D:
1° ASD Lenza Sammartinese sq. B formata da Gardini Roberto, Iarossi Nicola, Magrini Andrea, Savioli Massimiliano peso totale kg. 11,260;

domenica 23 settembre 2007

PODIO PER LE AQUILE DI FORLI'



"BUONA PESCA" PER ROSSI E DONATI NEL CANALE DI ANITA













In ricordo di un grande personaggio del nostro appennino che amava il fiume, la pesca e la sua Santa Sofia, si è effettuata domenica 26 agosto sul fiume Bidente una gara di pesca per ricordare BERTACCINI LIBERO detto Liberino deceduto all’età di 83 anni.
Questo personaggio, molto conosciuto nell’ambiente sportivo della valle del Bidente, è stato uno tra i fondatori della gloriosa Società di pesca Alto Bidente di Santa Sofia.
Il suo amore per il fiume e per i pesci lo portava a trasmettere anche ai più giovani i segreti dell’arte piscatoria attraverso la scuola di pesca che aveva gestito per diversi anni.
Ha spesso collaborato con la Provincia di Forlì Cesena partecipando alle operazioni di semina del pesce lungo il fiume ed è stato un valido referente anche per la FIPSAS (Federazione pesca).
Per anni ha partecipato a tutte le gare di pesca che si svolgevano sui fiumi romagnoli ed in particolare nel suo fiume, il Bidente, del quale conosceva alla perfezione ogni buca.
Tutti i pescatori, garisti e non, lo ricordano come persona dai grandi valori sportivi e per questo i rappresentanti della nuova Società di pesca di Santa Sofia, la 3 ponti Sport Fishing, gli hanno voluto dedicare il primo memorial.
Alla gara a coppie vi hanno partecipato 126 agonisti (63 coppie) ed alla fine ha prevalso, come vincitori assoluti, il duo Marzocchi e Rinaldini appartenenti alla Società Le Aquile di Forlimpopoli pescando, nelle classiche tre ore di tempo, oltre 14 chili tra cavedani, barbi e lasche.
Le premiazioni, effettuate in un cordiale clima di festa e amicizia, si sono effettuate nella piazza del paese di Santa Sofia alla presenza del Presidente della locale Società di pesca Luca Graziani, del Presidente FIPSAS Marzio Ciani e della vedova Sig.ra Bertaccini.

sabato 22 settembre 2007

MARCO GIOVANARDI AL TOP

CAMPIONATO PROVINCIALE INDIVIDUALE
DOPO IL LAMA FINALI SUL TEVERE AD UMBERTIDE


MARCO GIOVANARDI IN ASSETTO DA GARA













Prosegue il cammino del campionato provinciale individuale di pesca al colpo valido per la provincia di Forlì e Cesena.
La terza prova si è svolta domenica 23 settembre sul Cavo Lama a Moglia in Provincia di Mantova nel tratto di canale denominato Cà Rossa.
Gara di pesca impostata da tutti a tecnica roubaisienne pescando sul fondo con lenze varianti da 1 a 2 grammi.
Buona la resa del pescato con pesi procapite anche di 10 kg realizzati grazie ai tanti carassi e alle carpe.
Al vertice della classifica progressiva, ad una sola prova dal termine, sono insediati Giovanardi Marco dell’Amo Santarcangiolese con 4,5 penalità. Seguono in seconda e terza posizione due “mastini” del Team GPS Santarcangelo Brolli Mauro con 6 penalità e Zavoli Oscar con 6,5 penalità.
La sfida decisiva ad Umbertide in ottobre sul fiume Tevere per l’assegnazione del titolo.

mercoledì 19 settembre 2007

A LUIGI SORTI IL TRICOLORE 2007

DOPO LA VITTORIA NEL MONDIALE PER CLUB ARRIVA ANCHE IL TITOLO ITALIANO PER QUESTO GRANDISSIMO ATLETA DELLA RAVANELLI TRABUCCO.
LE FINALI SI SONO SVOLTE AD UMBERTIDE IN UN CAMPO RICCO DI CARPE.

martedì 18 settembre 2007

TINO ROCCHI IL RE DELL'ALBORELLA


TINO ROCCHI CAPITANO DELLE AQUILE


Domenica 9 settembre sulle acque del canale destra Reno di Ravenna, si è svolta la quarta prova del campionato promozionale di pesca al colpo valido per i garisti della provincia di Forlì Cesena e Repubblica di San Marino.
Alla gara vi hanno preso parte 60 pescatori disposti in settori da 10 concorrenti.
La tecnica vincente è risultata quella della pesca all’alborella utilizzando le classiche corte canne fisse.
In questa specialità, nella nostra provincia, ci sono veri campioni che riescono ancora a fare la differenza in ogni gara.
Uno su tutti, Rocchi Tino, rappresentante del sodalizio di Forlimpopoli Le Aquile, il quale riesce ancora a macinare nelle classiche tre ore di pesca diverse centinaia di pesciolini.
Nell’album dei ricordi scopriamo che Rocchi Tino è riuscito a catturare addirittura 1800 alborelle in tre ore di gara … una macchina da spettacolo! E anche domenica scorsa Rocchi Tino ha lasciato l’impronta vincendo il proprio settore.
Questo il podio della gara di domenica:
1 A.P.S. Le Aquile (Colmic) FO (B) con 9 penalità;
2 A.P.S. Le Aquile (Colmic) FO (A) con 12 penalità;
3 Team 3000 FO (A) con 14 penalità.
Mentre la classifica progressiva, dopo 4 prove, vede momentaneamente nelle prime tre posizioni le seguenti squadre:
1 A.P.S. Le Aquile (Colmic) (sq. A) con 72 penalità;
2 A.P.S. Le Aquile (Colmic) (sq. B) con 83 penalità
3 A.S.S. Amo Santarcangiolese (Maver) (sq. A) con 85,50 penalità.

A livello individuale invece guidano la classifica i seguenti garisti:
1 LEMBO Michele 14 penalità con kg. 11,19 di pescato della Società Le Aquile
2 TOMEDEI Angelo 15 penalità con kg. 10,43 di pescato della società Le Aquile
3 SELLERI Ennio 15,50 penalità con kg. 8,98 di pescato della Società Le Aquile

lunedì 17 settembre 2007

L'ITALIA E' CAMPIONE DEL MONDO



ALAN SCOTTHORNE 5 VOLTE "WORDL CHAMPIONS"

MOSTRO SACRO DELLA NAZIONALE INGLESE














Il "bel Danubio blu" divide in due, oltre che la capitale Budapest, anche tutta l'Ungheria: a est l'Ungheria Settentrionale, caratterizzata dalla presenza delle catene montuose più alte del Paese e la Grande Pianura; a ovest la regione del Transdanubio, e il grande Lago Balaton.
A sud del Balaton si estende la regione turistica del Transdanubio meridionale, limitata dai fiumi Danubio e Drava, caratterizzata da un paesaggio suggestivo e vario, ricco com'è di foreste estese, ampie pianure, colline con dolci declivi e vallette nascoste. In questa zona pare che il tempo si sia fermato: le cittadine e i villaggi, che custodiscono gelosamente la loro storia e i loro tesori artistici ed architettonici, offrono l'immagine più vera e autentica dell'Ungheria.
Ma non lontano da questo grande lago magiaro, proprio a metà strada tra il lago Balaton e Budapest, c’è la città di Sukorò che ha ospitato il campionato del mondo di pesca al colpo per nazioni.
Luogo prescelto per lo svolgimento del Campionato del mondo 2007 è stato il lago di Velence, un grande bacino di canottaggio utilizzato anche per l’attività della pesca sportiva.
La nazionale Italiana arriva a questo mondiale forte dei successi ottenuti nei mesi precedenti in altre competizioni internazionali.
Da ricordare il mondiale per Club vinto dal Team Ravanelli ed il Campionato Europeo vinto dall’Italia proprio di recente sulle acque del Cavo Lama a Carpi di Modena.
La squadra scelta dal C.T. Paolo Melotti di Bologna è formata da agonisti di comprovata esperienza tra i quali spicca il campione d’Italia di pesca al colpo 2007 Luigino Sorti.
La carovana italiana arriva in Ungheria la domenica prima della competizione proprio per avere a disposizione i fatidici cinque giorni per provare la pesca ed individuare la tecnica migliore.
La conformazione del bacino di Velence si presta a diverse tecniche di pesca, dalla roubaisienne all’inglese, infatti alla distanza di pesca della roubaisienne si riscontrano 150 cm di profondità mentre alla distanza della pesca all’inglese (25/30 metri dalla riva) la profondità è di 3 metri circa.
La pesca da fare, fin dalle prime prove, appare a senso unico verso tre pesci: la Breme, che risulta essere la specie ittica maggioritaria nel bacino, la carpa che risulta abbastanza diffusa e il carassio che si presenta alla lenza in modo sporadico.
Gli agonisti dei paesi del nord Europa si mostrano subito più preparati ad entrare in pesca favoriti dalla pesca alla breme che conoscono molto bene cosi come gli italiani per la pesca al carassio.
Ma la squadra italiana quest’anno è forte e intende dimostrare tutto il suo valore anche fuori dai propri confini tant’è che il pesce straniero alla fine preferirà le lenze degli azzurri.
Infatti in gara 1, al sabato, i padroni di casa e gli agonisti del Belgio partono subito alla grande insediandosi in prima e in seconda posizione di classifica mentre i nostri agonisti, che poi chiuderanno la prima prova in terza posizione con 34 penalità, hanno cercato, più che studiare gli avversari, di capire la reazione del pesce.
Così è stata la strategia adottata da tutto il gruppo ed infatti alla domenica, in gara 2, la nostra nazionale riesce ad ottenere un primo posto con 23 penalità staccando gli avversari che nulla hanno potuto contro la corazzata azzurra.
La tecnica utilizzata dall’Italia per vincere questo mondiale è stata la pesca all’inglese lanciando lenze con galleggianti dal peso variabile dai 12 ai 16 grammi.
Alla fine della gara un urlo liberatorio confermava il successo azzurro.
SIAMO CAMPIONI DEL MONDO e parafrasando le parole del telecronista italiano al fischio finale dei mondiali di calcio in Germania anche noi oggi possiamo gridare che L’ACQUA DEL LAGO DI VELENCE È MOLTO PIÙ AZZURRA.
In ogni settore si sono sfidati 40 agonisti provenienti da nazioni diverse e all’Italia il sorteggio dei giudici di gara ha assegnato i seguenti picchetti:
gara 1: sabato 8 settembre 2007
settore A: SORTI LUIGI 11° classificato;

settore B: BALLABENI UMBERTO 5° classificato;

settore C: GABBA FERRUCCIO 10° classificato;

settore D: FALSINI JACOPO 1° classificato;

settore E: DEFENDI STEFANO 7° classificato;

gara 2: domenica 9 settembre 2007
settore A: GABBA FERRUCCIO 2° classificato;

settore B: DEFENDI STEFANO 8° classificato;

settore C: CARRARO SIMONE 1° classificato;

settore D: FALSINI JACOPO 10° classificato;

settore E: BALLABENI UMBERTO 3° classificato;

“La nazionale italiana ha vinto con merito”, dichiara entusiasta Maurizio Natucci, capo delegazione della spedizione azzurra in Ungheria, “perché ha saputo coniugare le forti individualità con un perfetto gioco di squadra. Uniti si vince e noi in Ungheria abbiamo dimostrato ancora una volta di essere tra i primi al mondo”.
Sottolinea ancora Natucci, “la vittoria posso dire che è stata ottenuta grazie all’impegno di tutto lo staff, dal C.T. Paolo Melotti al Vice C.T. Adriano Fumagalli, agli accompagnatori Angelo Cofferati, Luigi Urbani, Fabrizio Mioni e dallo staff tecnico formato da Gino Govi, Rodolfo Frigeri, Alessandro Bruni, Andrea Boni. Tantissimi complimenti agli atleti che hanno pescato perché con questa vittoria regalano un altro grande successo ai tanti già ottenuti dall’Italia in campo internazionale”.
La media del pescato è stata buona ed in molti casi il peso ha superato i 4 chili pro capite in ogni prova.
Per la cronaca si è qualificata al secondo posto la squadra del Belgio ed al terzo posto i padroni di casa dell’Ungheria.
A livello individuale sale sul gradino più alto del podio un MOSTRO SACRO DELL’AGONISMO internazionale l’inglese ALAN SCOTTHORNE che grazie a questa vittoria porta a cinque i titoli individuali di CAMPIONE DEL MONDO ottenuti nella sua prestigiosa ed ineguagliabile carriera di agonista.

lunedì 27 agosto 2007

1° MEMORIAL LIBERO BERTACCINI

DEDICATO AL PESCATORE FONDATORE DELLA SOCIETA' "ALTO BIDENTE"

MARZOCCHI E RINALDINI VINCITORI ASSOLUTI













In ricordo di un grande personaggio del nostro appennino che amava il fiume, la pesca e la sua Santa Sofia, si è effettuata domenica 26 agosto sul fiume Bidente una gara di pesca per ricordare BERTACCINI LIBERO detto Liberino deceduto all’età di 83 anni.
Questo personaggio, molto conosciuto nell’ambiente sportivo della valle del Bidente, è stato uno tra i fondatori della gloriosa Società di pesca Alto Bidente di Santa Sofia.
Il suo amore per il fiume e per i pesci lo portava a trasmettere anche ai più giovani i segreti dell’arte piscatoria attraverso la scuola di pesca che aveva gestito per diversi anni.
Ha spesso collaborato con la Provincia di Forlì Cesena partecipando alle operazioni di semina del pesce lungo il fiume ed è stato un valido referente anche per la FIPSAS (Federazione pesca).
Per anni ha partecipato a tutte le gare di pesca che si svolgevano sui fiumi romagnoli ed in particolare nel suo fiume, il Bidente, del quale conosceva alla perfezione ogni buca.
Tutti i pescatori, garisti e non, lo ricordano come persona dai grandi valori sportivi e per questo i rappresentanti della nuova Società di pesca di Santa Sofia, la 3 ponti Sport Fishing, gli hanno voluto dedicare il primo memorial.
Alla gara a coppie vi hanno partecipato 126 agonisti (63 coppie) ed alla fine ha prevalso, come vincitori assoluti, il duo Marzocchi e Rinaldini appartenenti alla Società Le Aquile di Forlimpopoli pescando, nelle classiche tre ore di tempo, oltre 14 chili tra cavedani, barbi e lasche.
Le premiazioni, effettuate in un cordiale clima di festa e amicizia, si sono effettuate nella piazza del paese di Santa Sofia alla presenza del Presidente della locale Società di pesca Luca Graziani, del Presidente FIPSAS Marzio Ciani e della vedova Sig.ra Bertaccini.

domenica 26 agosto 2007

TRABUCCO DAY MEETENG AGONISTICO COME UNA FESTA



ALESSANDRO SCARPONI PREMIATO DA ROBERTO TRABUCCO















Domenica 26 agosto 2007 sulle rive del bellissimo fiume Mincio 170 agonisti in rappresentanza di diverse Società affiliate al marchio Trabucco provenienti da tutta Italia si sono incontrati per un meeting agonistico di pesca al colpo denominato “TRABUCCO DAY” organizzato dalla Società SPS S. Egidio Trabucco.
La gara si è svolta nella parte finale del campo gara e più precisamente in terza e quarta zona.
Il livello dell’acqua, a causa della siccità, si è presentato più basso del solito e la corrente è stata minima tanto da costringere gli agonisti ad adottare lenze leggere da 1 grammo sulla roubaisienne e due grammi sulla bolognese.
L’azione di pesca però, come sempre avviene nel periodo estivo, è stata disturbata dallo scorrere in superficie delle erbe provenienti dal vicino lago ma in ogni caso questo non ha impedito ai partecipanti di cimentarsi con diverse catture di scardole, cavedani, qualche carassio e alcune carpe che come sempre sono risultate determinanti per la vittoria del settore.
Bolognesi e roubaisienne sono state le due tecniche utilizzate in alternanza ed entrambe sono risultate catturanti.
Le esche che hanno assicurato le migliori catture sono state il solito caster grosso, la crisalide ed il mais mentre verso la parte finale della gara sono risultati validi anche i classici bigattini.
Il montepremi complessivo degno di nota, del valore di 16.000 euro, è stato apprezzato da tutti i partecipanti perché rappresentato da materiale dell’omonima azienda parmense.
Al posto delle solite medaglie d’oro la premiazione di settore è stata la seguente:
1°: N° 2 PANCHETTI “SEATBOX DT GENIUS F1” MODELLO BASE;
2°: N° 2 BOLOGNESI “SYGNUM STRONG 2 METRI 7”;
3°: N° 2 MULINELLI “ XENOS DWS 3000”;
4°: N° 2 MULINELLI “ HIDRUS GFO 6BB FD 4000”;
5°: N° 2 NASSE “ TR SOFT MESH ROT 50 METRI 3,5”
Il premio per la prima coppia assoluta è stato:
N° 2 ROUBAISIENNE “DREAM TEAM XPS K1 MATCH CARP”
A tutti i garisti iscritti al TRABUCCO DAY infine è stato offerto un gadget di partecipazione consistente in:
N° 1 BOBINA DI MONOFILO “ T-FORCE MATCH REEL MT 150 CALIBRO 0,14;
N° 1 BOBINA DI MONOFILO “ T-FORCE FLUORO CARBON MT 50 CALIBRO 0,104;
La premiazione è stata effettuata dal Campione del Mondo Roberto Trabucco in persona il quale ha voluto ringraziare tutti i pescatori non solo per la partecipazione ma per l’attaccamento e la fedeltà all’azienda.
Per la cronaca la gara viene vinta dalla coppia Mostrini - Guarnieri della Società IL CAMPIONE TRABUCCO la quale riesce a portare al Commissario di sponda un peso ragguardevole pari a 8,700 kg..
Dalla Romagna hanno partecipato agonisti di due Società diverse: Scarponi e Masinari del Team GPS Santarcangelo TRABUCCO i quali si sono classificati 2° di settore con kg. 5,620 di pescato e Lugaresi - Trevisani della Società Città del Rubicone TRABUCCO classificati 7° del loro settore con circa kg. 1,00 di pescato.

lunedì 20 agosto 2007

L'UNIVERSITA' DELLA PESCA


(Alessandro Scarponi in pesca nel Mincio)


(Alessandro Scarponi con una scardola del Mincio)


SECONDO ALESSANDRO SCARPONI E' IL CAMPO DI GARA PIU' BELLO D'ITALIA.

E' IL MINCIO: QUI S'IMPARANO COSE MERAVIGLIOSE





La vigilia di questo ferragosto mi ha visto protagonista in una uscita di pesca sul fiume Mincio a Peschiera del Garda.
Questo bellissimo fiume è campo di gara permanente e sulla sponda sinistra, quella in provincia di Verona, si svolgono durante l’anno molte gare di pesca al colpo.
Centinaia di pescatori, in questi giorni di ferie, si sono dati appuntamento sul Mincio per lanciare le proprie lenze, utilizzando la canna roubaisienne o la bolognese, nella speranza di vedere affondare il galleggiante per merito di una scardola, di un cavedano o di una bella carpa.
Ma per catturare qualche pesce su questo fiume, dalle acquee azzurre e limpidissime, occorre veramente saperci fare con la canna e la lenza.
Nel canale o nel lago, dove l’acqua è ferma e stagnante, è più facile pescare perché la lenza lanciata in acqua non si muove mai.
Nel fiume Mincio invece la corrente, sostenuta dal flusso di acqua rilasciata dal vicinissimo lago di Garda, rende l’azione di pesca difficile e molto tecnica.
In altre parole chi non pesca bene qui non prende pesce.
Lo dice uno che su questo fiume all’inizio ha pagato dazio con intere giornate di pesca in bianco.
Ricordo 10 anni fa, quando per preparare una importante gara di serie A, andai a pescare per tre domeniche consecutive, dalla mattina alla sera, senza riuscire a prendere mai un pesce.
Cesena - Peschiera, 500 chilometri per tre domeniche di fila senza pesce; Roba da matti!
Trascorrevo le mie giornate a lanciare la lenza in acqua verso monte facendo la passata e poi recuperavo la lenza a fine corsa senza vedere l’ombra di una pinna di pesce.
Poi osservando altri pescatori sono riuscito a “rubare” qua e la qualche segreto.
Così ho compreso alcune regole fondamentali da applicare su questo fiume come far correre la lenza in acqua accompagnando il galleggiante con la canna trattenendolo leggermente per far si che l’esca sott’acqua cammini più piano rispetto alla velocità della corrente; poi occorre individuare la giusta profondità per regolare la posizione giusta del galleggiante sulla lenza per fare in modo che l’esca cammini sul fondale sfiorando il letto dell’erba; si consiglia però, prima della pescata ufficiale, di effettuare diverse passate con la lenza apportando quelle piccole correzioni utili a raggiungere la perfezione assoluta.
Solo così si potranno avere le possibilità di vedere qualche abboccata alla nostra lenza.
Far camminare una lenza in acqua corrente occorre avere tante ore di esperienza di pesca pratica.
Ci sono degli equilibri e delle compatibilità da raggiungere nella scienza dell’idrodinamica.
Per esempio più forte sarà la spinta della corrente tanto più pesante dovrà essere la nostra lenza.
Anche la piombatura di conseguenza sarà più o meno aperta in base alla velocità della corrente.
Una cosa è certa: il filo da legare come finale, lungo almeno 35 cm, vista la limpidezza delle acquee, non dovrà mai essere superiore al n° 9.
Anche l’amo è determinante e cambia in funzione del tipo di esca che si intende utilizzare.
Si consiglia di utilizzare un amo del 16 (serie P132) per innescare il chicco di granoturco o il casterone, oppure un amo del 25 (serie K) per innescare un bigattino; un amo del n° 20 per il caster piccolo; se poi si volesse utilizzare la crisalide andrebbe bene anche un bel amo del n° 14 (serie P132).
Ma la nostra pescata non potrà mai avere successo se non attueremo alla perfezione la pasturazione necessaria per attirare il pesce sulla zona di pesca.
Su questo campo di gara è preferibile utilizzare una pastura salata al formaggio molto legante la quale deve essere lanciata a bocce della dimensione di una arancia sul luogo di pesca.
E anche qui occorre fare dei calcoli: se la forza della corrente sarà molto sostenuta occorre lanciare le bocce anche tre metri a monte dal luogo di pesca, che di solito è frontale alla posizione del pescatore, avendo cura di mantenere la stessa linearità di pasturazione per tutta la durata della pescata pena la dispersione del pesce sott’acqua.
Insomma un insieme di principi, regole, norme, avvertenze, segreti e malizie la cui violazione metterà fuori pesca chiunque.
Le regole basilari che ho acquisito, necessarie per riuscire per lo meno a catturare qualche pesce, le ho carpite osservando per ore grandi pescatori e famosi garisti in azione su questo fiume.
Una volta stavo osservando da vicino un campione del mondo di pesca, Roberto Trabucco, il quale riusciva a catturare il pesce, pescando a bolognese, senza che il galleggiante affondasse; incuriosito ho chiesto spiegazioni e alla mia domanda mi rispondeva che riusciva a leggere l’abboccata del pesce attraverso un anomalo rallentamento del galleggiante durante la passata e così ad ogni ferrata riusciva a catturare grosse scardole.
Ritornando alla mia pescata della vigilia di ferragosto posso dire di avere portato a guadino una decina di pesci tra scardole e cavedani pescati con innesco del chicco di mais e orsetti e altrettanti ne ho persi o perché troppo grossi o perché durante il recupero si infilavano nelle tane presenti nel sottoriva in mezzo all’erba sommersa.
Ho pescato a roubaisienne alla distanza di 11 metri ed ho montato un galleggiante a vela (serie cralusso) con zavorra da 5 grammi.
Il Mincio, ovvero l’Università della pesca per eccellenza, per le emozioni che riesce a trasmettere a chi lo frequenta merita di essere inserito ai primi posti della classifica dei più bei campi di gara di pesca al colpo d’Italia.
Saluti a tutti e arrivederci alla prossima pescata.
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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