giovedì 30 giugno 2005

SERIE A2: OSSIGENO PER IL GPS

OSSIGENO PADOVANO: REGATE E IDROVIA
REGALANO IL SORRISO AL G.P.S.


La trasferta in veneto ha scritto la prima parte del campionato di A2. Da adesso solo play off e play out per sancire le gioie e delusioni. Se nelle gare precedenti la fortuna aveva girato le spalle al GPS Santarcangelo Trabucco, con gare come quella del Cavo Lama dove tra carpe perse sul guadino e picchetti negativi già segnati in partenza perchè mai vincenti si sono presi tanti punti, questa volta la dea bendata si è ricordata del debito ed ha regalato a Massimo Sama in Regate e Alessandro Scarponi in Idrovia due esterni di gara con i quali vincono il loro settore.
Bene anche Ivan Biondi che porta a casa un bellissimo terzo di settore in Regate; meno bene Mauro Brolli in Idrovia che perde due pesci enormi in un settore esterno.
Anche per lui prima o dopo i risultati arriveranno come sono giunti in passato. In ogni modo, sfruttando questi jolly, a Padova si totalizzano 12,5 penalità, bissando gli 11 punti dell’anno scorso, e si risale la classifica fino alla 31°ma posizione.
Adesso rimangono le ultime due prove che si ritiene le più difficili e insidiose. Pozzolo richiede grande capacità tecnica per la pesca del cavedano mentre il Cavo Lama in settembre può fare brutti scherzi perché il pesce arriva da un’intera stagione di super sfruttamento agonistico. La trasferta veneta per i ragazzi del GPS Santarcangelo inizia il sabato e le prove fanno capire più o meno come impostare la gara.
In Regate fuori a cavedani per 15 minuti e poi pesca nel sottoriva a persici sole. In Idrovia più difficile l’interpretazione della gara anche perché quest’anno si è voluto obbligare i 160 garisti al solo uso del fouillis. Su questo voglio fare alcune considerazioni, che qualcuno già conosce.
Non faccio nessun accenno al ver de vase perché quello che ci è stato fornito per la gara era piccolo quasi quanto il fouillis e mezzo morto. Per principio sono contrario all’uso esclusivo di una sola esca.
La larva di zanzara, rimane sempre una bella esca per questo campo di gara, ma deve essere presentabile.
Non si può fare una gara con esche come quelle di ieri perché l’ho detto anche una sera a Bologna in una riunione, le piccole Società non hanno i mezzi per avere il meglio, devono prendere quello che c’è, mentre gli squadroni e la loro ristretta schiera di amici, possono avere esche di prima scelta.
E’ inutile piangere dopo o aggrapparsi sugli specchi per giustificare il senso di questa scelta.
E’ stato un errore e basta ed è meglio riflettere per il futuro.
Concedendo l’uso anche dei bigattini o altro per un garista si potevano allargare le opzioni di pesca e sicuramente sarebbero emersi altri risultati. Ma quando un pescatore non ha più la libertà di scegliere dove acquistarsi le sue esche, valutandone prima la qualità, è un modo come un altro per intaccare pericolosamente due valori: democrazia e sportività.
Democrazia perché viene a mancare la libertà di acquistare dove si vuole le esche che nella pesca sono la cosa più importante ancora di più quando si fanno gare ad alto livello;
Sportività perché chi ha i grandi mezzi per assicurarsi il meglio parte con un grosso vantaggio rispetto agli altri.
Volete mettere tre ver de vase lunghi un centimetro sull’amo contro quattro o cinque larvette spappolate che è già un miracolo riuscire ad innescare?
La polemica che si vuole fare, ma solo per scopi costruttivi, è che si ha l’impressione, e sono in tanti ad averla (la maggioranza!!), che si voglia vincere con ogni mezzo, legalizzando l’impossibile.
Si discute in tutte le sedi di alleggerire l’agonismo dagli eccessivismi degli ultimi anni per riportarlo a dimensioni più umane e poi si decidono scelte che vanno nella direzione opposta.
Se un garista voleva provare l’uso del fouillis e del ver de vase sul campo gara nei giorni precedenti dove andava a comprarlo?
Sarei curioso di sapere, su 320 garisti della A2, in quanti hanno avuto questa possibilità.
La stessa storia si ripeterà il prossimo anno con la liberalizzazione delle tecniche di pesca come qualcuno ha già fatto intendere così andremo a fare le gare armati come dei marines americani .
Anziché semplificare le cose per riportare sulla terra questo sport si aumentano le difficoltà senza accorgersi che a calare poi sono solo i pescatori.
Ma per questo ci sono le partite di pesca, cinque contro cinque, e nessuno si accorgerà di nulla.
Se viene a meno il giusto equilibrio, che sta alla base della sana competitività e sportività, questo sport avrà le ore contate.
Un caro saluto a tutti.

mercoledì 29 giugno 2005

Serie a2: LA LEZIONE DEL CAVO LAMA

Serie a2: LA LEZIONE DEL CAVO LAMA

Un campo di gara molto tecnico la cui pesca non può essere improvvisata o peggio ancora standardizzata.
Ogni gara è diversa da un’altra perché diverse sono le sensibilità del pesce o differenti sono le condizioni del canale.
E con queste premesse ho spiegato il cattivo risultato della nostra squadra il 5 giugno.
Però attenzione le 21,5 penalità sono da addebitare alla cattiva prova di due suoi uomini: Brolli e Scarponi. Come è possibile che proprio questi due garisti vincano gare di livello inferiori su questo canale nei giorni precedenti e poi sbaglino proprio la gara che conta?
Presto detto. In prima zona pesca Scarponi il quale decide di uscire subito con 3 grammi.
Questa lenza rende subito bene ma dopo mezz’ora si impiglia sul fondo a 13 metri e nel tentativo di sganciarla rompe l’elastico perdendo la lenza che rimane sul posto di pesca a dare fastidio per tutta la gara.
Scarponi irritato, per questo grave inconveniente, si innervosisce inizia a girare le lenze ma non rientrerà mai più in gara facendo un PENULTIMO di settore pesantissimo per lui e per la squadra.
Analisi: purtroppo Scarponi è arrivato a questa gara senza di fatto aver mai provato prima la sua zona.
Il concorrente a spalla di Scarponi, uno dell’Imolese, ha pescato tutta la gara con lenze da 0,50 e 0,75 appoggiato un galleggiante sul fondo e a preso sempre bene lasciando andare la lenza senza trattenuta riuscendo a fare il terzo.
Conta poco fare gare e vincerle nel Lama a 8 km dal vero campo gara. Bisognava provare in quella zona ma ormai è troppo tardi.
In seconda zona pesca Biondi, forse il più costante su questo campo di gara negli ultimi anni.
Ivan senza se e senza ma vince alla grande il suo settore dimostrando che la classe non è acqua. La terza zona è del cinghiale Brolli.
Anno 2004 10 penalità; anno 2005 7,5 penalità.
Cosa è successo lo racconta Mauro direttamente al nostro cronista: <>.
In quarta zona pesca Sama. Anche lui perde due carpe slamate con le quali si poteva avere un risultato da vertice. Massimo porta 4 penalità importanti che dimostrano che la pesca se fatta bene su questo canale ti porta il risultato.
Adesso la prossima prova ci sarà il 12 luglio in Regate e Idrovia. Altro rebus. Vedremo.

sabato 25 giugno 2005

TROFEO CITTA' DI CESENA: VINCE CESARE BARILLARI DELL'AMO SANTARCANGIOLESE

FIUME SAVIO 25 GIUGNO 2005 * 1° TROFEO CITTA’ DI CESENA


IL VINCITORE 1° ASSOLUTO CESARE BARILLARI













In occasione della festa del Patrono di Cesena (San Giovanni) tra le varie manifestazioni sportive programmate in città c’è stata anche una gara di pesca denominata 1° trofeo Città di Cesena, gara organizzata dalla Società GPS Santarcangelo Trabucco, sostenuta dagli sponsor i negozi di pesca sport di Cesena quali Maraldi Fabio e Buda Ivo e dalla Cantina Sociale di Cesena.
Il tutto con il patrocinio del Comune di Cesena.
La gara si è svolta a tecnica roubasienne sulla durata di tre ore.
Le condizioni del campo di gara sono state ottime e la pescosità, nonostante il periodo di caldo estremo, ha soddisfatto un pò tutti.
Per fruttare la frescura del mattino, dove il pesce di solito mangia di più, il giudice Foschini Viller ha comandato il giù le canne alle 7,45.
I cavedani infatti hanno subito aggredito le lenze dei garisti finendo nelle nasse insieme a barbi, carassi, carpe e qualche breme.
Le alborelle, molto presenti in questo tratto di fiume, non hanno dato fastidio più di tanto.
La pesca che ha reso di più, ascoltando le parole del vincitore 1° assoluto, Cesare Barillari della Società Amo Santarcangiolese, è stata quella con il bigattino pescando la prima metà della gara sul fondo per poi terminare con l’ultima ora e mezza a galla.
Da segnalare che la pesca in questo campo di gara è molto tecnica e solamente chi sa pescare molto bene con filo del 0,7, ami del 24 e galleggianti da 0,20 grammi è riuscito a catturare bene.
Diversi pesci di taglia però, nella lotta per liberarsi dall’amo, sono riusciti a strappare le lenze dei garisti.
In particolare si segnala la disavventura di Sternini Silvano del Team Le Aquile, che pescava al numero 9 del settore A, il quale riesce nell’impresa di perdere alcune carpe e barbi di taglia con i quali probabilmente avrebbe vinto il suo settore.
Ma la pesca è anche questa, bravura e fortuna.
Da segnalare l’impegno profuso dalla Federazione FIPSAS di Forli Cesena la quale ha fatto il possibile per consegnare ai garisti il miglior campo di gara accessibile a tutti grazie allo sfalcio dell’erba sulla sponda eseguito nei giorni precedenti.
Insomma una bella giornata di sole, di festa e di pesca coronata anche da un grande pubblico che si è assiepato sulla sponda per osservare i garisti in azione di pesca.
Il limite di questo campo gara è la capienza.
Attualmente possono essere sfruttati al massimo una cinquantina di picchetti pesca comodi.
Occorre valorizzare questo campo di gara, portando altre competizioni a carattere locale e provinciale, recuperando da subito altri venti posti pesca in zona a monte per poi arrivare in futuro alla realizzazione del bacino idrico tra i due ponti (vecchio e nuovo) che consegnerebbe ai pescatori altri cinquanta posti pesca comodi e a disposizione sia per i bambini che per i disabili.
Per la cronaca si aggiudica il primo trofeo Città di Cesena Barillari Cesare della Società Amo Santarcangiolese, secondo assoluto Donati Franco del Team Le Aquile di Forlimpopoli, terzo assoluto Mazzotti Roberto della Società GPS Santarcangelo di Gambettola.
A tutti un arrivederci al prossimo anno.

domenica 12 giugno 2005

RAVANELLI CAMPIONE DEL MONDO AD UMBERTIDE

Mondiali per club ad UMBERTIDE 11/12/GIUGNO 2005
LA RAVANELLI E' CAMPIONE DEL MONDO SECONDA L'INGHILTERRA E TERZA LA GERMANIA


IL GRANDE ROBERTO TRABUCCO IN AZIONE NEL MONDIALE PER CLUB













Alle 10,00 arrivo ad Umbertide insieme a Mauro Brolli.
Stand da paura di quasi tutti i produttori, passo in rassegna quello di Trabucco per senso di appartenenza, ma non riesco a soffermarmi più di tanto: vado subito al campo gara.
Vedo che quello che è stato fatto per i mondiali, sulle sponde di questo tratto di Tevere è davvero imponente.
Dopo qualche su e giù, in compagnia di Mauro noto Ser Tom Pikering, il già due volte campione del mondo, decido di fermarmi a vedere la partenza.
La corrente, a differenza delle zone a monte, è pressochè ferma.
La partenza è difficile per Tom che sbaglia ripetutamente 8 affondate nette.
Avrei voluto vedermi Trabucco in zona B, ma era già sommerso di spettatori così come avrei voluto godermi il canna a canna tra Sorti e Scotthorn, ma era troppo lontano in carpina ed era sovraffollato di tifosi provenienti da tutta Italia.
Un amico, Luca Piscaglia della Rubicone, che ho sentito dopo alcuni giorni, era ancora gasato come una coca cola sbattuta per lo spettacolo che aveva visto e mi ha fatto questo racconto.
“Non posso dilungarmi a spiegarti lo spettacolo andato in scena. Il campione con la C maiuscola, che non a caso ha vinto 4 mondiali, ha fatto vedere cose dell’altro mondo. Sorti ha pescato benissimo cercando continuamente di stare al suo passo ma nulla ha potuto contro questo marziano della pesca. Alan invece si è creato una situazione tale da "esaltare" al massimo la sua pesca.
Tutti e due a cercare il pesce a valle del bigatto a fionda. Solamente che Scotthorn, riusciva a tenere in sospensione una lenza da 4x10 in completa trattenuta, facendo in maniera di "incuriosire" un tipo di cavedano che, come è noto, è ben difficile da prendere, per tutti i motivi che ben conosciamo.
Beh, ti dico che Scotthorn non ha ferrato una sola volta: i cavedani gli si attaccavano da soli, l'elastico usciva prima che lui alzasse la canna!!!!! Questo perchè lui ha capito che quelli sono cavedani da incuriosire, non da pescare in mezzo alla nuvola di bigatto!!!! Tant'è che dopo guadinati (tutti cavedani vicini al chilo), si vedeva che per slamarli gli metteva completamente lo slamatore fino in fondo alla gola.
Dopodichè cambiava il finale per ogni pesce preso, questo sicuramente perchè il cavedano aveva mangiato talmente bene che con le placche ossee (non poche volte è capitato anche a me!), il cavedano piega l'amo o rovina il filo. Al contrario di Sorti che ha sicuramente visto più mangiate di tutti, ma che ha anche fatto un sacco di ferrate a vuoto. Questo personaggio è uno che sà veramente come vincere le gare. Aveva davvero una marcia in più rispetto agli altri. E' ovvio che tifavo Sorti, però ho visto che non c'era paragone. La sua fionda era un tutt'uno con la sua mano: una precisione di tiro ed una cadenza che potevi sincronizzare con l'orologio. Davvero una cosa che non avrei mai pensato. Sono stato felicissimo di aver visto uno che non è un pescatore, ma un alieno”.
Dopo questo racconto mi sono ripromesso di andare una volta a fare una pescata ad Umbertine con Brolli per fargli vedere che i cavedani sono catturabili anche senza essere degli alieni.
La prova della verità, noi di Forlì l’avremo per l’ultima prova del provinciale individuale e allora sarà un'altro spettacolo sicuro.

venerdì 10 giugno 2005

MORTI QUINTALI DI PESCE NEL SAVIO

Fiume Savio: morti diversi quintali di carpe

Ha assunto proporzioni davvero notevoli la moria di pesci che si è registrata sulle sponde del fiume Savio la settimana scorsa nel tratto di fiume compreso tra Mercato Saraceno e la diga Molino Cento di Cesena.
Secondo quanto riferito da alcuni pescatori, imbattutesi nell’evento, si sarebbe trattato di qualcosa come diverse decine di quintali di animali morti.
La causa di questa moria, che pare abbia riguardato solamente la specie ittica della carpa, parrebbe essere di natura dolosa.
Alcuni pescatori hanno notato sulla superficie dell’acqua chiazze oleose simili a residui di prodotti petroliferi.
Le carpe, dopo il periodo della frega, stazionano spesso a fior d’acqua e quindi è possibile che molte di queste abbiano ingerito tali prodotti inquinanti portandole alla morte.
I pescatori condannano duramente questi episodi di violenza contro la natura che puntualmente si ripetono, sopratutto sul fiume, dove è più facile disperdere l’origine delle responsabilità.
Si invitano le autorità competenti ad effettuare una continua vigilanza sopratutto nei giorni successivi a forti temporali in quanto l’improvviso innalzamento del livello dell’acqua, unitamente all’aumento della corrente, induce persone senza scrupoli a riversare liquami inquinanti di ogni genere nel fiume.

giovedì 9 giugno 2005

CAVO LAMA: PICCHETTO H7

CAVO LAMA: PICCHETTO H7

Vi è mai capitato di fare una gara in canale e a distanza di 15 giorni, in un'altra gara, ricapitare nello stesso picchetto “sputato”??
Porco cane a me si!!
PICCHETTO H7!
Il fatto è che in quel picchetto maledetto del Cavo Lama, canale tanto acclamato da tutti, ho fatto le ultime due gare: A2 e Italiani individuali.
Ma il bello è che in entrambe le gare, A RIPROVA CHE LA COERENZA ESISTE, ho fatto lo stesso piazzamento: NOVE DI SETTORE.
Che scarso, direte voi! Macchè, in quel picchetto che ricorderò per un bel pezzo, meglio di così proprio non si poteva fare per un semplice motivo che adesso vi spiego;
Il picchetto H7 si trova all’interno dell’ottavo settore a monte del ponte SCUOLA.
Il settore H è caratterizzato da abbondante vegetazione di canna palustre sia sotto riva che sulla sponda opposta con esclusione di alcuni picchetti centrali tra i quali proprio il famigerato H7.
E pensare che non avevo lasciato nulla di intentato per l’occasione della gara del campionato italiano. In fondo ci tenevo a riscattarmi e fare bella figura poi a Pisa.
Intanto, per caricarmi, il venerdì prima avevo fatto una full immersion di pesci all’acquario di Genova, uno spettacolo che non vi dico da non perdere per un pescatore.
Ho pensato, dopo una giornata tra i pesci provenienti da ogni angolo del pianeta vuoi che non vada a spasso con i carassi del Cavo Lama?
Però non mi fidavo troppo, al punto che il sabato decido di partire e di andare a provare le lenze ed il campo di gara, non si sa mai meglio essere a posto al 100%.
Rimango a provare sul canale fino alle 21,30 di sabato sera; purtroppo non mi ero accorto che si era fatto tardi e solo nuvoli di zanzare cannibali mi hanno costretto ad una rapida levata di scudi.
Vado in albergo a Poggio Rusco, un posto nel quale non arrivavo mai, infatti si trova a 25 kilometri da Moglia. Un cartello mi dice “Città natale di Arnoldo Mondadori”. Ma pensa a te!?
Arrivo in Hotel e mi accorgo di essere l’unico cliente; alla reception una vecchia mi si strofina attorno mielosa per convincermi a cenare presso il ristorante dell’Hotel. Cedo alle sue lusinghe da vecchia volpe. In fondo alle 22,30 di sera da solo dove c…. vai??.
La vecchia sempre molto gentile e strofinosa mi assegna la stanza migliore che da sul retro dove c’è il parcheggio dei clienti VUOTO. Ma in paese c’è la festa del Patrono con le giostre e molti giovani avevano messo i motorini smarmittati proprio nel parcheggio dell’Hotel Savoia sotto la mia finestra. Tutta la notte un via vai e un casino che mi ha spinto a imprecare contro tutti ma in modo particolare contro la vecchia.
…..La bacucca la mattina era ancora viva, porcaccia!!
L’unica soddisfazione della serata è stata la disfatta del Bologna che perdendo il derby con il Parma ritorna in B dopo nove anni.
………...chi non salta bolognese è! è!
Tra una madonna e l’altra e vari giramenti di letto durati tutta la notte si fa mattina.
Nonostante tutto sono carico a balestra!!
Vado al raduno, i BIG ci sono tutti, manca solo Piscaglia della Rubicone, ...SIGH, SIGH.
Al sorteggio prendo l’ H7. Qualcosa di familiare mi ronzava nella testa. H7, H7, Boh? Dov’è che avevo l’H7? Uei arrivo lungo il canale e la memoria comincia a schiarirsi. La macchina si ferma nella stessa piazzola di merda di 15 giorni prima. Salgo la sponda e ….. Porca troia, vacca boia, maiala sozza!! Noooo!! STESSO PICCHETTO. NOOOO!!!!
Vaffanculo! Scarico l’arsenale che avevo a bordo, con grande sollievo per la mia auto, e mi preparo.
Oggi ti faccio vedere io se il NOVE dell’Eccellenza era meritato. Ore 9,30 parte la gara alla sirena dell’ambulanza.
Parto bene con una lenza da quattro grammi perché l’acqua andava a manetta.
Poi i pesci rallentano fino a fermarsi.
Intanto l’acqua era salita di una spanna.
Mi metto a posto la lenza ma i pesci non ritornano più con ritmo regolare mentre quei BUSONI che avevano le canne sotto fanno un pesce al giro.
Pensando a quei garisti, con tanto spirito sportivo, mi venivano in mente solo canne spezzate, nutrie che rosicchiavano le nasse, sponde che si sgretolavano, ma nulla, tutto era maledettamente normale.
Loro prendevano e noi, sfigati senza canna, niente!!
Decido l’ultima ora di provare il tutto per tutto.
Vado a carpe. O la va o la spacca.
Come è andata? Lasciamo stare. Le carpe le hanno prese i BUSONI con la canna sotto.
Non vedevo l’ora che la gara finisse per cessare i patimenti.
Alla fine i pesci li conto per curiosità. Per fare 2,090 Kg. prendo 47 pesci.
Per la strada del ritorno ISORADIO FM 103,3 mi segnala AUTOSTRADA INTERROTTA, traffico deviato sulla via Emilia da Modena Nord fino a Borgo Panigale, con code e rallentamenti.
Ci mancava solo questa ….governo ladro.
Per sfuggire alla sfiga provo a disperdere le mie tracce dandomi alla fuga per le campagne della bassa e decido il ritorno per un percorso alternativo.
Ritorno a Poggio Rusco, dove rivedo il cartello di Mondadori, che mando a fanculo, prendo la provinciale che porta a Ferrara, e arrivo a Bondeno, dove oltrepasso un Cavo Napoleonico strapieno che è una meraviglia, e arrivo a Ferrara, poi Argenta, Ravenna, e li altre due o tre imprecazioni per la promozione del Ravenna in C1. Insomma dopo due ore di macchina sotto il sole a trenta gradi arrivo a casa. Erano le quattro e mezzo.
Arriva mia moglie che chiede: come è andata?
Bene, Bene. Cambiati che andiamo a fare un giro a Sarsina.
Come gira il culo scarico l’ultimo treno di padre nostro e ave maria e così sia.
Amen.

venerdì 3 giugno 2005

GARETTE SUL SAVIO A CESENA

In gara sul Savio a Cesena

Le gare al Savio proseguono ogni sabato.
Le iscrizioni come sempre si fanno presso il negozio di Maraldi pesca sport di Cesena alle 13,30 circa.
L’ultima gara è stata fatta sabato scorso alla presenza di una decina di garisti.
Il fiume non ha reso molto e la pesca è stata ostacolata dai piumini dei pioppi che galleggiavano.
Vince Sportelli con 9 pesci, secondo Villani con 5 pesci terzo Scarponi con due pesci.

giovedì 2 giugno 2005

REGIONALE EST: GPS ALLA GRANDE

Regionale EST ad ANITA: GPS ALLA GRANDE!

Visto le assenze di Neri e Facciani la squadra A del GPS è formata da Zavoli, Ugolini, Casadei e Grossi.
I quattro, grazie anche ad una attenta preparazione, trovano la pesca giusta ed è bingo.
Il GPS si piazza quarto in classifica di giornata, con 11 penalità grazie al bellissimo 1° di Grossi del 2° di Zavoli che perde una grossa carpa sul guadino, Casadei e Ugolini che assicurano 4 punti a testa in settori poco pescosi.
Infatti Casadei prende due pesci e Ugolini uno ma con i loro piazzamenti la squadra vola ai vertici.
I quattro garisti, per insidiare i grossi carassi di Anita, hanno impostato la gara fiondando della pastura morbida sul galleggiante.
I grossi ciprinidi non si sono fatti attendere e dopo circa un’ora si sono viste le prime abboccate.
Facciamo i complimenti ai quattro in particolare a Grossi per la bella vittoria ottenuta.
Dopo questa prestazione la squadra A si piazza al 12° posto in classifica generale.
La seconda squadra del regionale est capitanata da Foschini ottiene 23,5 penalità.

mercoledì 1 giugno 2005

Serie a2: ANITA POCO PESCE E TANTA FORTUNA

Serie a2: ANITA POCO PESCE E TANTA FORTUNA

Un campo di gara difficile da decifrare per la seconda prova del più importante campionato nazionale di pesca, la serie A 2.
Anita piano piano si avvia inesorabilmente verso il tramonto così come è stato per Ostellato negli ultimi anni.
Poco pesce per tutti e per alcuni ancora in lista d’attesa di “scapottare”.
La differenza per vincere il settore in alcuni casi, a parità di numero di pesci, è stata fatta dalla taglia del carassio catturato.
Quei dirigenti che ci volevano convincere che la tecnica inglese, aggiuntiva alla roubasienne, aiutava a fare gara mettendo tutti sullo stesso piano ora dovranno ricredersi.
Anita è un canale anomalo sia che si peschi a mulinello sia che si peschi a roubasienne.
In un caso la differenza la fa la canna davanti o la pelata nell’altro la differenza la fa il picchetto se è più avanti o indietro rispetto agli altri garisti.
Così I 320 pescatori sono stati costretti a pescare tutti all’inglese nonostante il regolamento prevedesse anche l’uso della roubasienne.
La pesca è stata effettuata senza una logica ben precisa. Chi metteva l’esca davanti al muso del pesce vedeva l’affondata del galleggiante altrimenti cappotto. Qualche mangiata si è vista nella prima mezz’ora poi il nulla.
L’esca che ha reso di più è stato il fiocco di bigattini all’inizio e poi il lombrico che ha regalato qualche carassio nella seconda metà della gara.
Mauro Brolli porta in cascina 4,5 penalità, in un picchetto con tanta canna ma riesce a perdere alcuni carassi che gli sono costati il podio;
Alessandro Scarponi pesca in un settore da nevrosi, la pelata del tubo nero, prende due carassi, ne perde uno nel recupero che gli costa il podio e porta anche lui 4 penalità;
Oscar Zavoli al pronti via sbaglia una mangiata clamorosa poi cattura un pesce, ne sbaglia un altro, ma pesca in un picchetto sporco davanti che non lo fa pescare bene e porta a casa 8 penalità;
Ivan Biondi si difende catturando tre carassi di buona taglia che gli consentono di fare 5 penalità ;
Dopo la seconda prova il GPS aggiunge altre 21,5 penalità alla classfica progressiva che gli valgono il 41° posto. Adesso il campionato prevede la terza prova in Cavo Lama e qui non ci saranno scuse che tengono. O si pesca bene e si fa risultato o altrimenti non rimane che accettare la nostra mediocrità. A Carpi, sul Cavo Lama, il GPS deve pensare solo alla prima ipotesi.
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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