domenica 21 settembre 2008

LE AQUILE ARTUSIANE VOLANO ALTE


(ALESSANDRO SCARPONI CON LA CARPA CHE HA PORTATO LA VITTORIA)


(LOSQUADRONE DELLE AQUILE: STERNINI, COLLETTO, ROCCHI, GUIDUCCI)


ALBORELLE IN CANNA NEL CANALE DESTRA RENO








Il 21 settembre 2008, sulle acque del canale destra Reno di Ravenna, si è svolta la quinta prova del campionato regionale (zona est) di pesca al colpo.
I 280 partecipanti, suddivisi in quattro zone di pesca, hanno pescato quasi tutti con le corte canne fisse per insidiare, nel sottoriva, le fameliche alborelle che in questo canale sono presenti a milioni.
Per la verità qualcuno ha pescato anche con la lunga roubaisienne e altri, ma parliamo di poche unità, hanno rispolverato le vecchie e care canne inglesi regine di questo canale solo fino a pochi anni fa.
E così la ribalta è stata tutta per la tecnica che ha distinto l’agonismo italico negli anni 60 e 70 grazie alla quale primeggiavamo a livello internazionale.
Una pesca, quella dell’alborella, che ha avuto negli agonisti forlivesi del passato i migliori interpreti. Gente come Balella, Botti, Ragonesi, Tazzari, in tre ore di pesca riuscivano a catturarne fino a 1200. Quelli non erano garisti ma vere macchine da guerra capaci di contabilizzare l’andamento delle catture e di sapere, alla fine delle tre ore di pesca, quanti pesci avevano catturato.
La pesca dell’alborella se fatta a livello agonistico è una tecnica tra le più difficili.
Occorre pescarla con ami piccolissimi sul quale va innescato un raparino rosso, la lenza deve essere costruita con galleggiante molto affusolato idoneo per penetrare facilmente in acqua al minimo tocco.
L’alborella si richiama sul luogo di pesca con una continua pasturazione effettuata con sfarinati molto bagnati a mò di “pappetta”.
Gli agonisti delle ultime generazioni, cresciuti a carpe e roubaisienne, non potranno mai essere competitivi con quelli del passato perché la pratica della pesca all’alborella richiede tante ore di allenamento necessarie per raggiungere la giusta impostazione sia mentale che di condotta.
Questa è una pesca di velocità e vince chi in tre ore di gara accumula il minor tempo morto.
Infatti cambiare l’esca, slamare il pesce, ferrata andata a vuoto sono tempi morti che riducono l’effettivo tempo di pesca.
Alla fine di tre anche solo 10 pesci in più possono fare la differenza nella classifica di settore.
Mi sono cimentato in questa pesca alla vigilia della gara del campionato regionale per capire se potevo essere competitivo. Ho pescato un’ora cronometrata e alla fine ho contato i pesci: 226.
Con quel numero mi sono reso conto che mai avrei potuto battere gente che in tre ore riesce a catturarne tranquillamente oltre 300.
Così ho deciso di impostare la mia gara con la tecnica che più mi si addice ovvero a roubaisienne.
La leggera corrente dell’acqua mi ha obbligato ad utilizzare una lenza con galleggiante da un grammo e mezzo. All’inizio gara ho alimentato il fondo per attirare i pesci con bocce di pastura e qualche pallina di bigattino incollato. Parto bene e dopo un’ora di gara sono intesta grazie ad alcune carpette, un bel carassio da 3 etti e alcune breme. Decido di stare concentrato anche perché le abboccate erano diminuite di molto e gli alborellisti aumentavano il ritmo recuperando il terreno perduto. Nella seconda ora di gara prendo altre tre carpette da un etto circa e poi il buio per 45 minuti. A mezz’ora dal fine gara mi rendo conto che gli alborellisti hanno recuperato e addirittura un altro concorrente del mio settore, che riesco a controllare visivamente, riesce a salpare alcuni pesci di buona taglia grazie ai quali potrebbe vincere il settore.
Decido allora di giocarmi il jolly. Alimento nuovamente il fondo con due bocce di bigattini incollati e pastura Trabucco specifica per carpe. Dopo alcuni minuti il galleggiante parte e la mia ferrata è fulminea. Aggancio il pesce e la canna inizia ad incunearsi con l’elastico ammortizzante che inizia ad uscire senza fermarsi. Quello che si muove sott’acqua è qualcosa di veramente esagerato. Non riesco a staccarlo dal fondo, si muove lentamente e così penso che di questo passo difficilmente riuscirò a salparlo prima del fine gara. Allora provo a tirare con più forza con la canna e capisco che il pesce avverte la mia pressione tant’è che prova una fuga impressionante verso monte. La rottura del filo in questi casi, nove volte su dieci, è assicurata. Ma il finale del numero 11 Super Elite Trabucco con un amo del 16 serie P132 ha resistito e così il maxi pesce inizia a salire a mezz’acqua. Guardo l’orologio, mancano ancora 15 muniti alla fine della gara. Ce la posso fare. Forzo ancora e sento che le sue forze cominciano a cedere. Il bestione mi riparte un’altra volta verso valle sciupando forse le sue ultime energie. Lo riesco a controllare anche questa volta. Sono anch’io molto provato perché per venti minuti sono costretto ad una dura lotta che mi vede azionare la canna nella sua massima lunghezza di 13 metri. Finalmente riesce ad affiorare in superficie al centro del canale e noto la coda rossa … è una carpa regina enorme!
Riesco a fargli prendere una bella boccata d’aria che gli dà il colpo di grazia. Sento che le sue forze cedono ancora. Capisco che arrivato il momento di forzare. Riduco la canna a 11,5 metri e riesco a portare a galla questo pesce. Adesso lo vedo per intero …è enorme! Un attimo dopo è dentro il guadino. Ho le mani che tremano sia per la fatica che per l’emozione. Che carpa! Una regina davvero bella. La bilancia fa fermare l’ago a 4,880 kg.. Vinco il mio settore. Non posso ripetere i commenti che i miei avversari hanno rivolto al mio fondo schiena. Ma poi arrivano anche i complimenti per come sono riuscito a domare un bestione di quel peso.
Dopo le foto scattate dall’amico Angelo Borgatti di Noi Pescatori, per immortalare la super carpa regina, rilascio tutto il pescato in acqua nella speranza di ritrovarlo disponibile ad abboccare in una prossima gara.
Come previsto la prova di oggi viene vinta dal Team Le Aquile di Forlimpopoli con 8 penalità a dimostrazione che nella pesca all’alborella sono sempre i numeri uno.
Con questa vittoria gli “aquilotti” conquistano la vetta della classifica progressiva e la quasi matematica promozione nel campionato superiore della serie A2.

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