lunedì 27 agosto 2007

1° MEMORIAL LIBERO BERTACCINI

DEDICATO AL PESCATORE FONDATORE DELLA SOCIETA' "ALTO BIDENTE"

MARZOCCHI E RINALDINI VINCITORI ASSOLUTI













In ricordo di un grande personaggio del nostro appennino che amava il fiume, la pesca e la sua Santa Sofia, si è effettuata domenica 26 agosto sul fiume Bidente una gara di pesca per ricordare BERTACCINI LIBERO detto Liberino deceduto all’età di 83 anni.
Questo personaggio, molto conosciuto nell’ambiente sportivo della valle del Bidente, è stato uno tra i fondatori della gloriosa Società di pesca Alto Bidente di Santa Sofia.
Il suo amore per il fiume e per i pesci lo portava a trasmettere anche ai più giovani i segreti dell’arte piscatoria attraverso la scuola di pesca che aveva gestito per diversi anni.
Ha spesso collaborato con la Provincia di Forlì Cesena partecipando alle operazioni di semina del pesce lungo il fiume ed è stato un valido referente anche per la FIPSAS (Federazione pesca).
Per anni ha partecipato a tutte le gare di pesca che si svolgevano sui fiumi romagnoli ed in particolare nel suo fiume, il Bidente, del quale conosceva alla perfezione ogni buca.
Tutti i pescatori, garisti e non, lo ricordano come persona dai grandi valori sportivi e per questo i rappresentanti della nuova Società di pesca di Santa Sofia, la 3 ponti Sport Fishing, gli hanno voluto dedicare il primo memorial.
Alla gara a coppie vi hanno partecipato 126 agonisti (63 coppie) ed alla fine ha prevalso, come vincitori assoluti, il duo Marzocchi e Rinaldini appartenenti alla Società Le Aquile di Forlimpopoli pescando, nelle classiche tre ore di tempo, oltre 14 chili tra cavedani, barbi e lasche.
Le premiazioni, effettuate in un cordiale clima di festa e amicizia, si sono effettuate nella piazza del paese di Santa Sofia alla presenza del Presidente della locale Società di pesca Luca Graziani, del Presidente FIPSAS Marzio Ciani e della vedova Sig.ra Bertaccini.

domenica 26 agosto 2007

TRABUCCO DAY MEETENG AGONISTICO COME UNA FESTA



ALESSANDRO SCARPONI PREMIATO DA ROBERTO TRABUCCO















Domenica 26 agosto 2007 sulle rive del bellissimo fiume Mincio 170 agonisti in rappresentanza di diverse Società affiliate al marchio Trabucco provenienti da tutta Italia si sono incontrati per un meeting agonistico di pesca al colpo denominato “TRABUCCO DAY” organizzato dalla Società SPS S. Egidio Trabucco.
La gara si è svolta nella parte finale del campo gara e più precisamente in terza e quarta zona.
Il livello dell’acqua, a causa della siccità, si è presentato più basso del solito e la corrente è stata minima tanto da costringere gli agonisti ad adottare lenze leggere da 1 grammo sulla roubaisienne e due grammi sulla bolognese.
L’azione di pesca però, come sempre avviene nel periodo estivo, è stata disturbata dallo scorrere in superficie delle erbe provenienti dal vicino lago ma in ogni caso questo non ha impedito ai partecipanti di cimentarsi con diverse catture di scardole, cavedani, qualche carassio e alcune carpe che come sempre sono risultate determinanti per la vittoria del settore.
Bolognesi e roubaisienne sono state le due tecniche utilizzate in alternanza ed entrambe sono risultate catturanti.
Le esche che hanno assicurato le migliori catture sono state il solito caster grosso, la crisalide ed il mais mentre verso la parte finale della gara sono risultati validi anche i classici bigattini.
Il montepremi complessivo degno di nota, del valore di 16.000 euro, è stato apprezzato da tutti i partecipanti perché rappresentato da materiale dell’omonima azienda parmense.
Al posto delle solite medaglie d’oro la premiazione di settore è stata la seguente:
1°: N° 2 PANCHETTI “SEATBOX DT GENIUS F1” MODELLO BASE;
2°: N° 2 BOLOGNESI “SYGNUM STRONG 2 METRI 7”;
3°: N° 2 MULINELLI “ XENOS DWS 3000”;
4°: N° 2 MULINELLI “ HIDRUS GFO 6BB FD 4000”;
5°: N° 2 NASSE “ TR SOFT MESH ROT 50 METRI 3,5”
Il premio per la prima coppia assoluta è stato:
N° 2 ROUBAISIENNE “DREAM TEAM XPS K1 MATCH CARP”
A tutti i garisti iscritti al TRABUCCO DAY infine è stato offerto un gadget di partecipazione consistente in:
N° 1 BOBINA DI MONOFILO “ T-FORCE MATCH REEL MT 150 CALIBRO 0,14;
N° 1 BOBINA DI MONOFILO “ T-FORCE FLUORO CARBON MT 50 CALIBRO 0,104;
La premiazione è stata effettuata dal Campione del Mondo Roberto Trabucco in persona il quale ha voluto ringraziare tutti i pescatori non solo per la partecipazione ma per l’attaccamento e la fedeltà all’azienda.
Per la cronaca la gara viene vinta dalla coppia Mostrini - Guarnieri della Società IL CAMPIONE TRABUCCO la quale riesce a portare al Commissario di sponda un peso ragguardevole pari a 8,700 kg..
Dalla Romagna hanno partecipato agonisti di due Società diverse: Scarponi e Masinari del Team GPS Santarcangelo TRABUCCO i quali si sono classificati 2° di settore con kg. 5,620 di pescato e Lugaresi - Trevisani della Società Città del Rubicone TRABUCCO classificati 7° del loro settore con circa kg. 1,00 di pescato.

lunedì 20 agosto 2007

L'UNIVERSITA' DELLA PESCA


(Alessandro Scarponi in pesca nel Mincio)


(Alessandro Scarponi con una scardola del Mincio)


SECONDO ALESSANDRO SCARPONI E' IL CAMPO DI GARA PIU' BELLO D'ITALIA.

E' IL MINCIO: QUI S'IMPARANO COSE MERAVIGLIOSE





La vigilia di questo ferragosto mi ha visto protagonista in una uscita di pesca sul fiume Mincio a Peschiera del Garda.
Questo bellissimo fiume è campo di gara permanente e sulla sponda sinistra, quella in provincia di Verona, si svolgono durante l’anno molte gare di pesca al colpo.
Centinaia di pescatori, in questi giorni di ferie, si sono dati appuntamento sul Mincio per lanciare le proprie lenze, utilizzando la canna roubaisienne o la bolognese, nella speranza di vedere affondare il galleggiante per merito di una scardola, di un cavedano o di una bella carpa.
Ma per catturare qualche pesce su questo fiume, dalle acquee azzurre e limpidissime, occorre veramente saperci fare con la canna e la lenza.
Nel canale o nel lago, dove l’acqua è ferma e stagnante, è più facile pescare perché la lenza lanciata in acqua non si muove mai.
Nel fiume Mincio invece la corrente, sostenuta dal flusso di acqua rilasciata dal vicinissimo lago di Garda, rende l’azione di pesca difficile e molto tecnica.
In altre parole chi non pesca bene qui non prende pesce.
Lo dice uno che su questo fiume all’inizio ha pagato dazio con intere giornate di pesca in bianco.
Ricordo 10 anni fa, quando per preparare una importante gara di serie A, andai a pescare per tre domeniche consecutive, dalla mattina alla sera, senza riuscire a prendere mai un pesce.
Cesena - Peschiera, 500 chilometri per tre domeniche di fila senza pesce; Roba da matti!
Trascorrevo le mie giornate a lanciare la lenza in acqua verso monte facendo la passata e poi recuperavo la lenza a fine corsa senza vedere l’ombra di una pinna di pesce.
Poi osservando altri pescatori sono riuscito a “rubare” qua e la qualche segreto.
Così ho compreso alcune regole fondamentali da applicare su questo fiume come far correre la lenza in acqua accompagnando il galleggiante con la canna trattenendolo leggermente per far si che l’esca sott’acqua cammini più piano rispetto alla velocità della corrente; poi occorre individuare la giusta profondità per regolare la posizione giusta del galleggiante sulla lenza per fare in modo che l’esca cammini sul fondale sfiorando il letto dell’erba; si consiglia però, prima della pescata ufficiale, di effettuare diverse passate con la lenza apportando quelle piccole correzioni utili a raggiungere la perfezione assoluta.
Solo così si potranno avere le possibilità di vedere qualche abboccata alla nostra lenza.
Far camminare una lenza in acqua corrente occorre avere tante ore di esperienza di pesca pratica.
Ci sono degli equilibri e delle compatibilità da raggiungere nella scienza dell’idrodinamica.
Per esempio più forte sarà la spinta della corrente tanto più pesante dovrà essere la nostra lenza.
Anche la piombatura di conseguenza sarà più o meno aperta in base alla velocità della corrente.
Una cosa è certa: il filo da legare come finale, lungo almeno 35 cm, vista la limpidezza delle acquee, non dovrà mai essere superiore al n° 9.
Anche l’amo è determinante e cambia in funzione del tipo di esca che si intende utilizzare.
Si consiglia di utilizzare un amo del 16 (serie P132) per innescare il chicco di granoturco o il casterone, oppure un amo del 25 (serie K) per innescare un bigattino; un amo del n° 20 per il caster piccolo; se poi si volesse utilizzare la crisalide andrebbe bene anche un bel amo del n° 14 (serie P132).
Ma la nostra pescata non potrà mai avere successo se non attueremo alla perfezione la pasturazione necessaria per attirare il pesce sulla zona di pesca.
Su questo campo di gara è preferibile utilizzare una pastura salata al formaggio molto legante la quale deve essere lanciata a bocce della dimensione di una arancia sul luogo di pesca.
E anche qui occorre fare dei calcoli: se la forza della corrente sarà molto sostenuta occorre lanciare le bocce anche tre metri a monte dal luogo di pesca, che di solito è frontale alla posizione del pescatore, avendo cura di mantenere la stessa linearità di pasturazione per tutta la durata della pescata pena la dispersione del pesce sott’acqua.
Insomma un insieme di principi, regole, norme, avvertenze, segreti e malizie la cui violazione metterà fuori pesca chiunque.
Le regole basilari che ho acquisito, necessarie per riuscire per lo meno a catturare qualche pesce, le ho carpite osservando per ore grandi pescatori e famosi garisti in azione su questo fiume.
Una volta stavo osservando da vicino un campione del mondo di pesca, Roberto Trabucco, il quale riusciva a catturare il pesce, pescando a bolognese, senza che il galleggiante affondasse; incuriosito ho chiesto spiegazioni e alla mia domanda mi rispondeva che riusciva a leggere l’abboccata del pesce attraverso un anomalo rallentamento del galleggiante durante la passata e così ad ogni ferrata riusciva a catturare grosse scardole.
Ritornando alla mia pescata della vigilia di ferragosto posso dire di avere portato a guadino una decina di pesci tra scardole e cavedani pescati con innesco del chicco di mais e orsetti e altrettanti ne ho persi o perché troppo grossi o perché durante il recupero si infilavano nelle tane presenti nel sottoriva in mezzo all’erba sommersa.
Ho pescato a roubaisienne alla distanza di 11 metri ed ho montato un galleggiante a vela (serie cralusso) con zavorra da 5 grammi.
Il Mincio, ovvero l’Università della pesca per eccellenza, per le emozioni che riesce a trasmettere a chi lo frequenta merita di essere inserito ai primi posti della classifica dei più bei campi di gara di pesca al colpo d’Italia.
Saluti a tutti e arrivederci alla prossima pescata.

mercoledì 15 agosto 2007

PESCA IN FIUME CHE PASSIONE


UN PO' DI REFRIGERIO SOTTO UNA LEGGERA CASCATELLA D'ACQUA FRESCA


UNA CARPA PRESA NEL FIUME E' UN'AVVENTURA


IL FIUME CHE SCORRE IN MEZZO ALLA FORESTA: IL BIDENTE












Il fiume Bidente nasce dall'appennino Tosco-Romagnolo. Tre diversi fiumi, Bidente di Corniolo, Bidente di Ridracoli e Bidente di Pietrapazza, si uniscono nei pressi del paese di Santa Sofia, più precisamente i primi due nei pressi della località di Bleda (luogo di nascita di Papa Pasquale II) e poi col terzo nei pressi dell'impianto di potabilizzazione di Capaccio.
Sul Bidente di Ridracoli si trova l'invaso artificiale costruito a partire dal 1982 a monte del paese di Ridracoli nel comune di Bagno di Romagna.
Completata nel 1982 la diga ad arco ha un'altezza di 103,5 metri e una larghezza di 432 metri, crea un lago di circa 100 ettari per una capienza di 33 milioni di metri cubi d'acqua.
La diga è al servizio dell'Acquedotto di Romagna per dissetare 48 comuni romagnoli più San Marino, ripercorrendo un tracciato molto antico.
Infatti, già nel I secolo i Romani sfruttavano l'acqua del Bidente per irrigare la pianura, quattro secoli dopo fu Teodorico a ridare vita all'acquedotto dell'imperatore Traiano, tanto che il Bidente fu chiamato "Flumen Acqueductus".
Il fiume Bidente sviluppa il suo bacino idrografico nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Tuttavia nei pressi della località Ronco perde il nome Bidente e acquista appunto quello di Ronco. Sfocia poi nel Mare Adriatico, nei pressi di Ravenna, col nome di Fiumi Uniti, preso con la confluenza nel fiume Montone.
La parte verso monte prende il nome di Romagna bidentina.
I Comuni dell'Alto Bidente sono Santa Sofia, Galeata e Civitella di Romagna, più a valle si trovano Meldola e Forlì zona Ronco.
I romani realizzarono un acquedotto nei pressi di Meldola che portava l'acqua fino a Ravenna.
In questo antico fiume, dalle acque pregiate, negli ultimi anni si è sviluppata una attività sportiva di pesca che non ha eguali in tutta la penisola.
Ogni domenica, ma anche durante la settimana, le sue acque accolgono centinaia di appassionati della lenza a caccia di grossi barbi e cavedani.
Molti pescatori sono diventati agonisti e la Sezione FIPSAS di conseguenza, per soddisfare le esigenze delle varie Società di pesca, ha organizzato un’intensa attività agonistica legata al fiume.
Attività che si sviluppa, tra l’altro anche nel fiume Savio che scorre nella vallata cesenate e nel fiume Montone che scorre nella vallata faentina.
Dal 2006 il Bidente accoglie anche la finale del campionato italiano di pesca in fiume e visto il successo riscontrato, viene organizzato anche nel 2007.
Il fiume Bidente ha un fascino tutto particolare in grado di trasmettere sempre nuove emozioni; la rigogliosa vegetazione che lo protegge, gli animali selvatici come Cervi, Caprioli, Istrici, Cinghiali Lontre, Visoni, Scoiattoli, fanno spesso capolino da qualche bosco, e la fauna ittica presente che riesce a dare le scosse emotive più forti ai tanti pescatori.
Ecco perché a Forlì Cesena sempre più persone si avvicinano all’agonismo in fiume.
I pesci ci sono e tanti, di ottima taglia e la spesa per una giornata di sano divertimento è limitata.
Una canna, un paio di stivali alla coscia, 1 chilo di bigattini e il divertimento è assicurato.
Barbi e cavedani di qualche chilo sono la normalità in ogni uscita di pesca.
Tanto pesce è dovuto alla qualità delle acque, ma anche alla sportività dei pescatori romagnoli che rilasciano sempre il pescato alla fine di ogni giornata di pesca.
Servono nasse abbondanti e lunghe per mantenere il pesce in vivo perché in tre ore di pesca è facile mettere in nassa anche 10-15 pezzi dal peso notevole.
Molti garisti di acque interne in questi ultimi anni hanno abbandonato le costose e poco soddisfacenti gare in canale per dedicarsi totalmente alla pesca in fiume e questo è un inequivocabile e chiaro segnale per la Federazione: per riportare i pescatori alle gare occorre farli divertire e questo succede solo se si prende pesce.
Ecco la priorità assoluta sulla quale la Federazione dovrebbe lavorare nei prossimi anni.
Se si vuole rimettere in moto il sistema occorre lavorare in ogni direzione per recuperare vecchi campi di gara come Anita ed Ostellato e altri campi di gara di nuova costituzione.
Ma questa è un’altra storia.

domenica 5 agosto 2007

SAVIO ALLARME ROSSO


CORRIERE DI CESENA 5 AGOSTO 2007


LA VOCE 5 AGOSTO 2007
















LA SICCITA' RENDE IMMINENTE IL RISCHIO DI GRAVISSIMI DANNI AMBIENTALI: LA CORRENTE E' PRATICAMENTE NULLA E NELLE POCHE POZZE D'ACQUA RIMASTE IL PESCE BOCCHEGGIA ALLA RICERCA DI OSSIGENO

Allarme rosso sul fiume Savio
CESENA 3 AGOSTO 2007
La drammatica siccità di questo periodo sta rendendo il fiume Savio un bacino di acqua ferma e stagnante con grave pregiudizio per la sopravvivenza della fauna ittica rappresentata da barbi, cavedani, tinche e carpe.
Il livello dell’acqua è sceso di quasi un metro e mezzo e sul letto del fiume si intravedono oramai solo sassi e pietre che non erano mai emersi prima d’ora.
Al corso d’acqua manca quel minimo di corrente che assicura l’ossigeno necessario per la sopravvivenza della numerosa popolazione ittica.
La piattaforma del Ponte Vecchio è praticamente all’asciutto da alcune settimane e da diversi giorni dal fiume risalgono esalazioni maleodoranti che fanno immaginare ad una imminente “catastrofe ambientale”.
A peggiorare la situazione oltre tutto contribuiscono alcune grosse fogne, situate in sponda sinistra all’interno del campo di gara di pesca, che scaricano acquee, che dovrebbero essere bianche, ma che in realtà sono putride e puzzolenti.
“Ho fatto un sopralluogo venerdì pomeriggio” riferisce Alessandro Scarponi a nome della Federazione Pesca “ ed ho notato una situazione drammatica. C’erano tanti pesci in superficie che boccheggiavano alla ricerca disperata di ossigeno”
Questa situazione va detto che si trova all’interno del Parco Fluviale del Savio.”
I pescatori e le guardie volontarie della FIPSAS, guidate da Sportelli Stefano, la settimana scorsa hanno prelevato alcuni quintali di pesce che stava morendo nel pantano, all’interno del bacino della centrale elettrica di Molino Cento, per trasferirlo proprio in questo tratto di fiume dove la profondità dell’acqua avrebbe assicurato una tranquilla sopravvivenza del pesce.
Ma oggi tutto è a rischio.
Inoltre i pescatori volontariamente hanno sospeso le attività di gare di pesca nel fiume per salvaguardare ulteriormente la fauna ittica.
“occorre intervenire quanto prima con alcune pompe per immettere ossigeno nel bacino di acqua sopra Ponte Vecchio” conclude Scarponi “ perché al punto di non ritorno ci stiamo arrivando.
Inoltre il pesce rimasto intrappolato in quelle poche buche andrebbe prelevato e trasferito nel bacino sopra Ponte Vecchio.
Ma servono uomini e mezzi e i pescatori da soli non possono farcela.
Il letto del fiume nel tratto cittadino è diventato una strada di sassi ed il pesce si è rifugiato in quelle poche buche di acqua stagnante che si sono formate.
Ecco perché i pescatori insistono per l’ennesima volta per chiedere la realizzazione di un bacino di acqua nel tratto di fiume che scorre tra il Ponte Vecchio ed il Ponte Nuovo per assicurare alla fauna ittica un habitat sicuro anche a fronte di lunghi periodi di siccità.
Basterebbe creare una briglia di sassi, a ridosso del ponte nuovo (a monte o a valle), che riesca a trattenere l’acqua che scorre. Sono anni che i pescatori chiedono questo intervento ma nessuno ha mai dimostrato sensibilità verso questa giusta richieste.
In quel tratto di fiume si pensa solo a tagliare l’erba sugli argini e basta.
Non è possibile che Cesena abbia un tratto di fiume, proprio nel centro città, in totale stato di abbandono. Ci sono alberi cresciuti talmente tanto che alla prima grossa fiumana saranno sradicati dalla forza dell’acqua e creeranno di sicuro un tappo, in prossimità del ponte nuovo e ponte Europa, che favorirà lo straripamento degli argini.
La forza della natura come sappiamo è imprevedibile per cui è meglio prevenire oggi che riparare domani.
Ho notato tanto clamore nei giorni scorsi sulle prime pagine dei giornali per la moria di alcuni cavedani nel tratto di fiume in prossimità del Ponte Europa. Chiedo a tutte le forze politiche e ambientaliste della città di farsi carico di questa emergenza ambientale sostenendo le richieste dei pescatori, che va detto sono e rimangono le vere sentinelle del fiume.



I PESCATORI RACCOLGONO I PESCI NEL PANTANO PER SALVARLI DA MORTE CERTA


AUTOBOTTI PORTANO ACQUA DEL CER NEL SAVIO: I PESCI SONO SALVI

Una boccata d’ossigeno per i pesci del Savio


TUTTI AL LAVORO: PROTEZIONE CIVILE E PESCATORI


UN PO' D'ACQUA E' TORNATA: I PESCI RESPIRANO..










CESENA 7 AGOSTO 2007


L’SOS lanciato dai pescatori FIPSAS sulle pagine dei quotidiani locali di Cesena, in riferimento alla grave condizione di siccità del fiume Savio, è stato raccolto dall’Amministrazione comunale di Cesena facendo scattare subito la macchina dei soccorsi.
Questa mattina funzionari del Comune del servizio ambiente e servizio protezione civile e sicurezza, hanno seguito di persona gli interventi straordinari che sono stati predisposti per evitare la moria del pesce.
Nel bacino di Ponte Vecchio, sia a monte che a valle, sono stati immessi diversi metri cubi d’acqua prelevati dal canale emiliano romagnolo e trasportati con grossi camion cisterna.
Inoltre i volontari del gruppo alpini, ai quali vanno i ringraziamenti per l’opera svolta, hanno installato e attivato le pompe per il ricircolo dell’acqua per favorire una ossigenazione forzata.
I pesci pare che abbiano gradito molto questi interventi; infatti subito dopo hanno iniziato a saltare in superficie come se volessero ringraziare.
Domani mattina saranno immessi altri metri cubi di acqua del CER, saranno creati degli sbarramenti artificiali con sacchi di liuta ripieni di sabbia in alcuni tratti del fiume per cercare di elevare il livello dell’acqua per assicurare alla popolazione ittica una condizione minima per la sopravvivenza.
Inoltre saranno installati degli ossigenatori che funzioneranno per diverse ore del giorno fino a quando l’emergenza non sarà terminata.
In ogni caso rimane critica la situazione a monte del Ponte Vecchio dove ci sono tre grosse fogne a cielo aperto che scaricano senza soluzione di continuità acque sporche all’interno del fiume.
Queste acque sporche, contenenti detersivo e altro ancora, hanno già favorito la nascita di mucillagine sul fondale del fiume visibile a occhio nudo.
Per risolvere questa problematica occorrerebbe che le civili abitazioni della zona, che di fatto scaricano nel fiume le loro acquee sporche, si collegassero alla rete fognaria già predisposta per il collegamento al depuratore.
Nel frattempo purtroppo si stanno verificando le prime morie di pesci in alcuni tratti del fiume; a Borello, nella buca sotto il ponte, sono morti per asfissia un centinaio tra cavedani e barbi.
La FIPSAS con il suo corpo guardie volontarie unitamente ai pescatori, stanno effettuando continui sopralluoghi lungo il fiume per monitorare la situazione.
La FIPSAS invita la civile popolazione che risiede lungo il corso del fiume Savio a segnalare eventuali situazioni di emergenza riguardanti pesci a galla in difficoltà respiratoria al fine di favorire un immediato recupero e trasferimento dello stesso in zone più sicure del fiume (Tel. FIPSAS 0543-25696).

venerdì 3 agosto 2007

ROMAGNOLI CORSARI SULLE ACQUE DI TRIESTE


I VINCITORI DELLA SOCIETA' "AMICI DEL MARE" DI RAVENNA












CAMPIONATO ITALIANO PER SOCIETA' BOX: CANNA DA RIVA
Vince la Società ravennate “Amici del Mare”davanti al Club della Pesca Cervia.
Terzi i toscani del Porticciolo Piombino.

Il Campionato Italiano per società nella formula a box 2007 è stato organizzato a Trieste dalla società Circolo Ferriera di Servola sulla diga “Luigi Rizzo”.
Il campo di gara triestino, scelto all’ultimo momento vista l’indisponibilità di quello ufficiale situato in sardegna, è stato veramente all’altezza della situazione, ed è venuta fuori una bellissima gara tecnica, dove a vincere sono stati quelli più bravi.
Non è stato un caso, infatti, che sulla pesca delle aguglie di taglia utilizzando la bombarda venissero fuori alla grande le formazioni romagnole, meglio impostate e preparate e, diciamolo pure, dotate di una marcia in più rispetto alle altre.
Anche la pesca a fondo ha dato buoni risultati, ma vincente è stata l’aguglia entrata al tiro delle lenze, in quasi tutti i settori, dopo circa una mezz’ora di gara.
Vincono, con poco meno di 12 chili di pescato, i ravennati della Amici del Mare con la squadra composta da Vincenzo Mariani, Edo Puntiroli ed i giovanissimi fratelli Sottilotta (Alex ed Alan).
Determinanti la continuità di Puntiroli ed Alex Sottilotta, la grinta di Mariani e la freschezza e la voglia di vincere del giovanissimo Alan (già campione d’Italia under 21 lo scorso anno).
Da non dimenticare che gli Amici del Mare di Ravenna sono anche campioni d’Italia per società 2006.
Al secondo posto della classifica troviamo, trascinato da quel Maurizio Bisacchi che da anni, sulla pesca delle aguglie a bombarda, fa il bello ed il cattivo tempo su tutti i campi di gara italiani, troviamo il Club della Pesca Cervia.
Fanno parte della formazione anche Valerio Mengozzi, Alberto Amadori e Redamo Ravaioli;
i cervesi totalizzano 11,750 kg..
Medaglia di bronzo per la S.P.S. il Porticciolo di Piombino.
Una citazione per la quarta classificata, il C.R.S.C. Portuali di Ravenna (formazione composta da Alessandro Fiorini, altro giovane promettente, Tito Fiorini, Diego e Giancarlo Plazzi), che vince il suo settore ma resta fuori dal podio soltanto in virtù del punteggio.
Promosso sia il campo di gara, la bellissima diga Luigi Rizzo, regolare e sufficientemente pescosa, che l’organizzazione, visti i tempi strettissimi nei quali si è dovuto operare per mettere a punto il tutto.
Ricordiamo che la diga è in mezzo al mare e per trasportare le oltre duecento persone presenti più le attrezzature si è dovuti ricorrere naturalmente a barconi idonei.
CARTOLINE DI PESCA DI ALESSANDRO SCARPONI
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