domenica 20 ottobre 1974

VITTORIO RAGONESI CAMPIONE D'ITALIA

Isola Pescaroli, 20 ottobre 1974
RAGONESI VITTORIO E' CAMPIONE D'ITALIA


RAGONESI VITTORIO
PESCA SPORT FORLI'


















Con la disputa della terza gara a Isola Pescaroli, sul fiume Po sullo stesso campo che ospitò i mondiali nel 1964, si è concluso il lungo cammino del campionato italiano individuale 1974.
Diciamo subito che la terza prova ha deluso, deluso tanto quanto aveva entusiasmato tecnicamente la gara di Quistello.
La tematica del campionato che voleva una gara su un campo da pesce piccolo, una in quello da pesce medio, l'ultima per pesce grosso, è andata delusa.
La lunga selezione ha evitato, e questo grazie alla bontà della formula, una classifica finale fortunosa. Infatti, sia il neo campione d'Italia che gli ulteriori piazzati sono pescatori da competizione ben sperimentati da tante e tante gare.
Le pescate di sopralluogo della settimana precedente le gare effettuate non dai concorrenti, ai quali la pesca era ivi vietata, ma da compagni di società, avevano fruttato pingui cestini, talchè le previsioni - anche le ultimissime - erano per <>.
A queste previsioni si sono adeguati sia gli organizzatori con sacchetti robusti dei quali erano disposte adeguate scorte, sia i concorrenti che sono arrivati al raduno con decine di chili di pastoni e larve.
Il sorteggio dei posti di pesca è stato effettuato alla presenza dei concorrenti e per evitare ogni possibile contestazione è stata nominata dai concorrenti stessi una rappresentanza di cinque persone destinate a presenziare e convalidare il peso.
Il campo di gara era stato preparato a regola d'arte dalla nota troupe bolognese che da anni cura tale particolare, tra essi l'ex campione italiano e tutt'ora valido <> Bruno Marmiroli.
La palinatura era stata fatta sul piano alto del pennello con picchetto anche presso l'acqua affinchè il concorrente non corresse rischi di sconfinamento involontario, con il galleggiante.
Nella grigia mattina, rimasta tale per il mancato dissolversi della nebbia, con fiume abbastanza basso che portava però acque chiare e discretamente veloci, i sessanta superstiti delle precedenti selezioni, hanno cominciato i preliminari di gara aiutati da alcuni compagni di società. Preparazione delle palle di pastura, degli involucri zavorrati e delle canne, il maggior numero di esse costituito da bolognesi; non mancavano però canne fisse e qualche roubaisienne.
Al via il solito bombardamento di pastura e poi le prime attente passate. Hanno tutti pasturato sul filo di corrente ed altre in modo piuttosto discosto da riva.
Stante la velocità dell'acqua quasi tutti i concorrenti avevano preparato lenze abbastanza pesanti e galleggianti ben capaci di reggere l'urto del basso di lenza sul fondo.
La maggior parte dei galleggianti era di foggia elissoidale allungata (tipo Cavarzere) oppure con pera nella parte superiore (tipo Torino). Non mancano quelli affusolati ma di lunghezza inusitata che consentivano lanci a centro fiume (tipo bolognese).
Piombature praticamente suddivisibili in due gruppi: continue, cioè costituite con una fila di pallini piuttosto grossi ad alcuni centimetri uno dall'altro, oppure da una grossa torpille a mezzo metro dall'amo ed altri piccoli piombini sopra e sotto. di essa, per tarare esattamente il galleggiante e per tenere l'esca presso il fondo.
Quasi tutte le passate restavano infruttuose e le catture erano assai rade e e chiaramente estemporanee.
Solo Enrico Ascani, campione uscente, e Luigi Gazzi cestinavano più di un cavedano sulla stessa linea di passata.
Alla fine della prima mezz'ora si profilava nettamente quello che poi sarebbe stato l'effetitvo dramma di questa gara; catture troppo scarse per dare un compiuto contenuto tecnico alla prova, addirittura inesistenti nei settori a valle.
Nell'ultimo tutti i concorrenti sono rimasti per oltre un'ora senza catture ed alla fine ben sei di essi avevano il sacchetto vuoto.
Le prevedibili conseguenze del vuoto di catture hanno spinto i concorrenti alla ricerca della cattura, anche microscopica, che consentisse loro di essere classificati .
Non si trattava più di vincere ma di assicurarsi un punteggio anche minimo che permettesse di salvare in qualche modo, e solo in parte, i risultati positivi delle gare precedenti.
Cosicchè chi era arrivato a Isola Pescaroli per vincere il titolo si affannava per restare nei cinque, o al minimo, anche nei venti, e non sempre vi è riuscito!
Riacquistavano invece fiducia coloro che pur non avendo punteggi di avanguardia stavano effettuando catture e quindi vedevano prospettive di rimonta che si basavano sia sul successo personale che sulla debacle di molti altri.
Ricordiamo che tre concorrenti avevano due punti, cinque ne avevano tre, e ben 14 ne avevano quattro.
La lotta per il titolo e la maglia azzurra si prevedeva ristretta a chi aveva al massimo tre punti col possibile inserimento di qualche concorrente a quattro punti.
L'aleatorietà della giornata poneva il titolo a portata di chi con quattro punti avesse vinto il settore, e la maglia azzurra anche a portata di coloro che, ed erano tanti, erano giunti ad Isola Pescaroli con cinque punti.
A metà gara si delineavano le seguenti posizioni:
nel settore 1 stava vincendo largamente Gazzi. Filippini con due punti non era in buona posizione.
Nel settore 2 era in testa Orsucci seguito da Rinaldi e Gillio. Orsucci già con quattro punti, saliva a cinque, mentre Rinaldi e Gillio non avevano speranza per l'alto punteggio di cui erano già gravati, però affossavano le speranze di Marin giunto sul Po con solo tre punti.
Nel terzo settore - Botti con due punti era inchiodato sul cappotto - vinceva Ferraroni con quattro punti.
Nel quarto settore prevaleva Ascani, anche lui da quattro punti sarebbe salito a cinque.
Nel quinto settore, con tanti sacchetti vuoti, era in testa Fumagalli appesantito da un alto punteggio.
Nel sesto tutti senza pesce.
Le conclusioni immediate del momento erano: lotta per il titolo fra Orsucci e Ferraroni che, vincendo, finivano ambedue con cinque punti e identici piazzamenti (1+1+3).
Sarebbe occorso il ricorso al punteggio convenzionale. Ascani, pure a cinque punti, sarebbe stato tagliato fuori per effetto di un primo posto in meno (2+2+1).
Invece alla fine della seconda ora la svolta decisiva: mentre non mutavano le posizioni a monte, a valle, ove tutti erano alla ricerca impegnatissima della mini cattura con la mini canna, per avere almeno un pesce, non importa quanto piccolo, da portare alla pesatura, si stavano realizzando modestissime ma importanti catture.
Nel sesto settore incertezza tra Ragonesi con due mini cavedani, Carpana anche lui con due mini cavedani, forse un poco più piccoli, ed il toscano Maggi con quattro alborelle. Se Ragonesi prevaleva si sarebbe assicurato il titolo (passando da tre a quattro punti realizzava il punteggio minore).
Attesa ansiosa nell'ultima mezz'ora dove tutti speravano spasmodicamente in una cattura ma altrettanto spasmodicamente temevano quella degli altri.
Con la fine una sommaria verifica del pescato e poi l'esplosione di gioia dei supporters forlivesi capeggiati da Roberto Galletti.
Il popolare <> al secolo Vittorio Ragonesi aveva conquistato la maglia tricolore!
Completeranno con Ragonesi la squadra azzurra Ferraroni, Orsucci, Ascani e Rocchetta. Riserva Grassani.
Andranno in Polonia per il viaggio premio Filippini, Carpana, Franchi e Visconti.

domenica 13 ottobre 1974

CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE: 2° PROVA

SERRATA LOTTA A QUISTELLO

La seconda prova del campionato italiano individuale disputata a Quistello domenica 13 ottobre ha dato l'effettiva misura sull'alto livello tecnico raggiunto dall'agonismo piscatorio italiano.
La gara si è disputata nel Sabbioncello, quel bel canale che preleva l'acqua dal vicino Po e la porta verso Modena a svolgere la sua funzione irrigua.
E' un canale dalle acque abbastanza ossigenate, pulite, largo una dozzina di metri e che ospita quasi tutte le specie: dalla comune alborella, a triotti, scardole, persici sole, cavedani, savette, barbi, carassi carpe, tinche, lasche, persici trota e persino trote; non vi mancano neppure anguille e pesci gatto.
Con la fine di settembre era già stato posto in regime invernale, cioè poca acqua e praticamente ferma.
I concorrenti vi hanno così trovato poco più di un metro d'acqua nel suo centro e mezzo metro sottosponda.
Mattinata molto fredda con cielo coperto da una fitta nebbia che si è dissolta solo verso la fine della gara.
Le prospettive di pesce neghittoso ed insospettito, hanno indotto tutti i concorrenti all'impiego di lenze fini, molto sensibili e leggerissime.
E' stato uno sfoggio di mini galleggianti sia del tipo a carota allungata con astina (tipo Tesse), sia del tipo sferica con astina lunga (tipo Cureau), naturalmente non mancavano quelli già affermati (tipo Guiheneuf, Bocconi, Bonzio, etc).
La condizione tecnica imposta dalla normativa di gara era l'innesco del solo ver de vase e la pastura limitata globalmente (quindi fouillis, + terra, + pastura) ad un massimo di due chilogrammi.
Tre le ore di gara.
Il sorteggio è stato fatto con il collaudato sistema di immettere nei settori i concorrenti in modo tale che il punteggio medio risultasse pressochè uguale.
Poichè i settori erano ridotti di numero rispetto ai ventidue di Peschiera, era chiaro che nei trediuci segmenti di Quistello, sarebbero entrati più di un concorrente con un punto e con due punti.
La ripartizione è stata fatta in modo matematico lasciando poi al sorteggio vero e proprio la definizione dei nomi. Un bel lavoro fatto da organizzatori non solo competenti ma anche appassionati interpreti del più corretto spirito dell'agonismo alieutico.
La gara ha avuto un esordio diverso nei vari settori. A monte, cioè verso il ponte presso il bivio per Nuvolato, si sono realizzate poche catture per lo più di pesce molto piccolo, poi sotto l'effetto stimolante del fouillis hanno cominciato ad abboccare persici sole e scardolette portando pesi di trenta cinquanta grammi nei sacchetti dei gareggianti.
Verso la fine del campo di gara, cioè in corrispondenza del ponte per Povetta, i concorrenti hanno trovato branchi numerosi di fameliche alborelle di peso medio soddisfacente. Col passare del tempo la fisionomia tecnica è mutata; le alborelle sono calate ed in certi punti hanno cessato di abboccare, effetto indubbio anche delle capacità del pescatore.
E' noto come certi pescatori sappiano trattenere il pesce nel proprio posto e richiamarne altro per tutta la gara.
mentre altri, pur realizzando elevate concentrazioni iniziali di pesce, non sappiano poi impedirne la dispersione.
Si è visto così concorrenti con un bel mucchietto di avole passare ad altre specie sia nel centro del canale che presso la riva opposta.
Ed anche in questo passaggio si è visto come certi concorrenti fossero indubbiamente più abili di altri, avessero cioè la presentazione dell'esca più suadente e realizzassero quindi qualche cattura in più dei loro vicini.
A metà gara, salvo un lieve persistere delle alborelle tra i ponti di Cà Nova e per Povetta, tutti i concorrenti erano alla ricerca dell'abboccata del pesciotto. Sono comparsi i carassi, molti comuni e pochi del tipo auratus, qualcuno anche bello.
Il risultato di questa seconda parte della gara è stato in molti settori ben diverso dall'esordio e molte posizioni sono state rovesciate.
Nell'insieme si è rilevata una buona pescosità ed una accettabile uniformità.
Nell'esame dettagliato, settore per settore, si è visto che i concorrenti avevano curato la preparazione fin nei minimi particolari e che stavano mettendo ijn mostra una attrezzatura che niente aveva da invidiare a quella della scuola roubaisienne, ed era pure facile constatare come il tempo di innesco del ver de vase da parte del garista medio fosse ormai soddisfacentemente basso.
Difficile dire, vista la bravura dei concorrenti e vista la buona uniformità del campo, quanto del risultato di gara sia dipeso dai pescatori e quanto da quel pizzico e imprevedibile che è insito in ogni gara di pesca in relazione al fondo, alla posizione delle erbe sommerse, ecc.
Alla fine della gara i concorrenti hanno rapidamente verificato le catture proprie rispetto a quelle dei compagni di settore e per tanto, prima ancora che i pesci giungessero alle bilance, si sapeva che Tubertini, Filippini e Meschiari, erano rimasti soli in vetta alla classifica generale provvisoria con soli due punti.
Pesatura e classifica a tempo di record e quindi il quadro completo dei risultati di gara esposti in un tabellone; a fianco del nominativo di ogni concorrente, oltre al numero di gara, il numero dei pesci ed il punteggio acquisito, anche la posizione di classifica ottenuta nella prima prova. Da questo quadro è emerso che ormai gli aspiranti al titolo sono riodotti a otto. Infatti sono pronti ad approffittare di un passo falso dei tre battistrada ben cinque pescatori attestati a tre punti : Bolognesi, Visconti, Marin, Botti e Ragonesi non sono uomini da lasciarsi sfuggire l'occasione favorevole.
Da questi otto, è quasi certo, verrà fuori il nome del Campione italiano, mentre nella lotta per la maglia azzurra per il 1975, hanno certamente da dire la loro anche i pescatori, e sono parecchi e tutti ottimi, che hanno acquisito quattro punti.
La lotta per il titolo italiano e per la maglia azzurra, e questo è indubbiamente il grande fascino di questa finale, si conclude, solo all'ultimo minuto della terza ed ultima prova indetta a Isola pescaroli.

Vincitori di settore:- Berselli renato p. 2343;
- Filippini Aureliano p. 1604;
- Orsucci Aldo p. 1627;
- Bolognesi Gabriele p. 1906;
- Incastrini Bruno p. 2838;
- Casarotti Lanfranco p. 2072;
- Meschiari Giovanni p. 2125;
- Collini Andrea p. 1962;
- Tubertini gabriele p. 1915;
- Ferrari Giulio è. 2491;
- Visconti Cesare p. 1750;
- Marchetti Primo p. 2005;
- Modenese Silvano p. 2701;

Classifica generale provvisoria dopo la seconda prova:
- Filippini Aureliano, Meschiari Giovanni, Tubertini gabriele punti 2;
- Bolognesi Gabriele, Visconti Cesare, Botti Luciano, Marin Giancarlo e Ragonesi Vittorio punti 3;
- Orsucci Aldo, Incastrini Bruno, Marchetti Primo, Grassani Giuseppe, Matteoni Franco, Ascani Enrico, Cavagna Enzo, Sabbion bernardo, Serafini Franco, Franchi gastone, Ferraroni Luigi, Trabucco Roberto, Carpana Sauro e Veronesi Lino punti 4.

domenica 6 ottobre 1974

CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE 1974: 1° PROVA

Nella prima prova alta tecnica in mostra sul Mincio a Peschiera

Con l'inizio della finale del campionato individuale l'annata si avvia alla conclusione.
E' di ieri la notizia che la riunione informale degli agonisti che di fatto chiude l'annata , è stata anticipata il 19 ottobre a Parma .
Nella finale del campionato italiano sono impegnati, salvo rare eccezioni, le migliori lenze d'Italia e dal loro incontro scontro il vincitore uscirà in maglia tricolore.
Ai primi sei classificati andrà la maglia azzurra per il prossimo anno ed ai primi venti il distintivo tricolore di "prima serie" ed il diritto di disputare il campionato 1975 accedendo direttamente alla finale.
La prima prova è stata disputata sul Mincio a peschiera del garda.
I temi tecnici erano essenzialmente quattro: alborelle, triotti, cavedani (col bigattino) scardole (con i chicchi teneri del granoturco).
I primi due, dando consistenza al pescato attraverso una lunga serie di catture, garantiscono un certo piazzamento ed anche la vittoria , a seconda della entità delle catture realizzate da chi nello stesso settore si dedica al pesce grosso.
Scardole e cavedani invece assicurano senza riserve la vittoria di chi effettua catture consistenti ma mancando queste il ruzzolone in classifica è certo.
I diversi obiettivi che i garisti si prefiggevano in questa gara imponevano scelte tecniche diverse.
Chi vuole vincere il titolo o indossare la maglia azzurra deve puntare alla vittoria.
Alcuni hanno ritenuto possibile vincere con il pesce piccolo, altri tentando solamente il pesce grosso, altri ancora hanno adottato una condotta duttile adeguandosi alla realtà del momento via via che il tempo di gara trascorreva.
Alcune delle scelte sono state coronate da successo, ma altre hanno dato un risultato rovinoso.
In una gara del genere, ad altissimo livello tecnico, malgrado l'apparente uniformità del campo di gara, una decisione chew va bene agli alberoni è fasulla a metà del rettilineo che precede e così via.
Qualche concorrente ha montato solo canne per un certo tipo di pesca escludendosi a priori ogni altra possibilità, proprio per rendere irrevocabile la sua scelta; a parecchi però tale drasticità non ha dato il successo.
L'alborella piuttosto piccola è stata pescata in parte quasi a galla ed in parte presso il fondo. Per la pesca tra due acque impiego di un galleggiante a carota allungata, e comunque molto lungo più o meno cilindrico, della portata media di 1,5 grammi.
Piombatura distribuita in pochi pallini o styls abbastanza vicini e posti a circa dieci centimetri dall'amo.
Sul fondo l'alborella è stata insidiata con un galleggiante di maggiore portata, 2,0 - 2,5 grammi, piombatura più distribuita, setale un poco più lungo.
In entrambi i casi ami del 22-24, per esca larva di mosca colore giallo alternato al rosso, innescata per la testa o per la coda, a calza ed una sola. Canna più usata: la quattro metri.
Per il triottino, dovendosi frenare la discesa dell'esca a valle o anche tenerla un poco ferma nell'erba, sono stati largamente impiegati galleggianti tipo padovani o veronesi della portata di 3 grammi e danche più.
inalterato l'amo, da alcuni accorciato il setale, innesco di una o due larve di mosca rosse ( una a calza e l'altra appesa per l'estremità).
Le canne più usate sono state le cinque metri e mezzo / sei.
Chi ha tentato la scardola a centro fiume lo ha fatto con canna bolognese, olivetta da 4/5 grammi, a mezzo metro dall'amo, galleggiante piuttosto tozzo che reggesse bene gli eventuali urti dell'esca sulle erbe e sul fondo.
Tra i più usati il tipo torinese, con crpo cilindrico in pavone o balsa ed alla sommità una pera in balsa o sughero sormontata da una astina; la taratura del galleggante deve essere molto accurata - lasciare sporgere solo l'astina ben visibile anche da lontano perchè colorata in rosso o giallo luminescente.
Amo del n° 16/18 con innescati uno o due chicchi . Nell'insieme la pesca della scardola ha fruttato assai meno pesce di un mese fa.
Alcuni hanno aperot la gara con piccoli lanci di larve sfuse sperando nella cattura iniziale del cavedano a galla, cattura tale da consentire poi, grazie al vantaggio, una gara di tutta tranquillità all'insegna del pesce piccolo. Non tutte queste aperture hanno dato buon esito. A volte il garista ingolosito da una cattura ne ha aspettata inutilmente una seconda sprecando tempo e perdendom il vantaggio ottenuto in partenza.
La pesca del cavedano tra due acque si basa essenzialmente sul lancio frequente di piccole quantità di larve di mosca.
I cavedani o cavedanelli, riescono ad ingoiarle tutte senza doverle rincorrere a valle , in tal modo restano eccitati sul posto e sono facile preda dell'inganno sull'amo. Occorre però anche un minimo di tranquillità sulla sponda, senza la quale il pesce o si inabissa o si porta al largo. La passata è fatta con un galleggiante piombato e sulla lenza uno o due piccoli pallini. Distanza amo-piombi quasi un metro, ed amo galleggiante in media circa due. Setale sottile, amo del 16/18 innescato con una o due larve. A volte rende bene anche il fiocco di trev larve.
La pesca del cavedano sul fondo è invece esplicità sia con canna fissa lunga che con canna bolognese. Il setale è lungo meno di un metro, amo del 15/17, alcuni bigattini innescati a calza, montatura piuttosto leggera senza però esagerare, altrimenti l'esca non passerà nè presso il fondo nè appena al di sopra delle erbe che spesso lo ricoprono. Abbiamo esposto i dettagli delle diverse tecniche di pesca perchè il lettore si è sempre mostrato interessato ai metodi di cattura dei garisti.
Tornando al campionato precisiamo che nella seconda prova saranno ammessi solo i classificati entro il settimo posto. E' però quasi certo che il campione italiano uscirà dalla rosa formata dai vincitori di settore della prima prova.

Elenco dei vincitori di settore:
- Ragonesi Vittorio P.S. Forlì p. 1314;
- Camerini Arnaldo C.C. Verona p. 1087;
- Franchi Gastone Casalecchiese p. 1274;
- Morisi Luciano Castelmaggiore p. 1260;
- Veronesi Lino Castelmaggiore p. 1028;
- Tampelloni Arcero Pasquino p. 1999;
- Rasia Eliano AIM Vicenza p. 1719;
- Filippini Aureliano Delfino BS p. 1065;
- Botti Luciano P.S.Forlì p. 1051;
- Marin Giancarlo P. Milanesi p. 1044;
- Agnoli Paolo C.C. Verona p. 1039;
- Calosso Giovanni I Diavoli p. 1469;
- Meschiari Giovanni Villa D'Oro p. 1390;
- Andena Giuseppe P. Milanesi p. 2580;
- Martelli Angiolino Lenza Reno p. 1579;
- Carpana Sauro P. Milanesi p. 2857;
- Rinaldi Angelo ortofrutticolo p. 1025;
- Tubertini gabriele Ortofrutticolo p. 1505;
- Trabucco Roberto Lenza parmense p. 2110;
- Ferraroni Luigi Lenza parmense p. 2404;
- Orlandini Marcello La Carpa p. 2403;
- Franchini Fiorenzo Ortofrutticolo p. 2688;
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